“La mia esperienza del primo anno è stata assolutamente positiva. Ho trovato un corpo docente pronto a rispondere ai miei dubbi e alle mie domande. Non solo io, peraltro, ma tutti i miei compagni di corso. Merito dei docenti e forse anche delle caratteristiche di Architettura: richiede uno studio pratico e progettuale grazie al quale si crea un rapporto molto stretto con gli altri studenti del proprio anno e con i docenti”.
Marco Procaccini, che frequenta il terzo anno del Corso di Laurea in Scienze dell’Architettura ed è rappresentante in Consiglio degli Studenti, ricorda i suoi esordi universitari. “Mi ero immatricolato inizialmente a Ingegneria – racconta – ma presto ho capito che non era quella la mia strada, che non mi appassionava. Quindi la decisione di passare ad Architettura e non me ne sono pentito”. Ad Architettura, chiarisce lo studente, “è richiesta una presenza a lezione e nei laboratori costante. Ne vale la pena, però”.
Analisi matematica, che per generazioni di studenti è stato lo spauracchio del primo anno, non lo è più. O almeno lo è molto meno che in passato. “Molti – sottolinea Procaccini – leggono il nome e già si spaventano. Sbagliano, però. Io ho frequentato Analisi matematica ad Ingegneria ed è tutta un’altra cosa. Peraltro pure lì si supera, se si studia e si frequenta. Ad Architettura è un esame ovviamente che richiede impegno e studio, ma non è insuperabile, tutt’altro. Non è uno scoglio insormontabile”.
Il test “nulla di cui spaventarsi”
Il test di ammissione? “Come associazione studentesca abbiamo un gruppo di supporto che è nato proprio per fornire consigli e informazioni. Chiunque può contattarci alla pagina instagram @archetipi.unina. Ciò premesso, sulla base del mio ricordo del test non c’è nulla di cui spaventarsi.
Durante gli Open Day, le giornate di accoglienza degli studenti delle superiori, tante ragazze e tanti ragazzi sono preoccupati in particolare per i quesiti di Matematica, di Fisica o di Logica. Il mio consiglio è di esercitarsi ripetutamente sui test degli anni precedenti e magari di ripetere i programmi scolastici per le materie oggetto della prova”. Una caratteristica di Scienze dell’Architettura è che ogni anno si affronta un Laboratorio di progettazione: “Con livelli di approfondimento e di complessità che sono crescenti. Nel mio primo anno mi sono cimentato con i colleghi nella progettazione di un porticato. Al terzo anno di un edificio di 15 piani”.
Capitolo sedi: “Può capitare che all’inizio dei corsi nell’edificio di via Forno Vecchio, dove si tengono le lezioni, alcune aule siano sovraffollate e non ci siano banchi e posti a sedere. I Coordinatori dei Corsi di Laurea, però, generalmente sono disponibili e si adoperano a risolvere queste criticità. A Forno Vecchio abbiamo poi due aule studio, dove è possibile sostare per ripetere la lezione, consultare ed approfondire gli appunti, e c’è un’aula per plastici e modelli. Nei corridoi di tutti i 5 piani dell’edificio, poi, sono collocate sedie e banchi con presa elettrica per i computer, affinché gli studenti possano avere ulteriori spazi per ripetere la lezione e gli appunti”.
Conclude: “Architettura va vissuta e va vista, non bastano le 5 o 6 ore al giorno sui libri e la biblioteca. Serve ad un certo punto del percorso di andare a vedere e toccare con mano cosa si sta studiando. Per questo i professori promuovono spesso passeggiate ed escursioni in diverse parti della città. A Scienze dell’Architettura c’è un ciclo di iniziative che si chiama proprio Passeggiando con la Triennale”.
Scarica gratis la nuova Guida Universitaria di Ateneapoli
Ateneapoli – n. 11-12 GUIDA UNIVERSITARIA – 2025 – Pagina 36