Conservazione dei Beni Culturali. “Negli studi storico-artistici e archeologici, l’approccio pratico è imprescindibile”

Con un’impostazione generalista, tre percorsi distinti e un forte legame con la dimensione pratica, il Corso di Laurea Triennale in Conservazione dei Beni Culturali si rivolge a chi ama l’arte e desidera occuparsi concretamente della sua tutela. “Il nostro obiettivo è fornire una formazione di base a chi vuole avvicinarsi al mondo dei beni culturali, un settore che ha sempre più bisogno di specialisti”, spiega il prof. Nicola Busino, docente di Archeologia e Coordinatore del Corso.

I tre curricula attivati rispondono a interessi e attitudini differenti: Archeologico, Storico-artistico e Promozione culturale del territorio. “Quest’ultimo – precisa Busino – è focalizzato in particolare sulla comunicazione del patrimonio. Accanto alla preparazione teorica, fornisce strumenti per trasmettere e valorizzare i contenuti culturali anche in chiave divulgativa”.

Qualunque sia il percorso scelto, il Corso garantisce sin dal primo anno un contatto diretto con il mondo della conservazione: “Accanto agli insegnamenti più teorici – come Storia dell’arte, Letteratura italiana, Archeologia, Archivistica – abbiamo dato sempre più spazio alla didattica laboratoriale e alle attività sul campo. Negli studi storico-artistici e archeologici, l’approccio pratico è imprescindibile.

Non si può comprendere appieno l’archeologia senza viverla: per questo i nostri studenti partecipano a scavi, gestiscono i reperti, si confrontano con problemi concreti fin dal primo anno. Lavorano su casi reali, affiancando alla didattica frontale un’esperienza concreta e partecipata”.

A rafforzare questo approccio contribuisce il tirocinio formativo obbligatorio, da tre crediti, da svolgere presso enti esterni convenzionati: musei, soprintendenze, direzioni generali, case editrici. “È un momento fondamentale – continua Busino – perché consente agli studenti di confrontarsi con professionisti del settore: direttori di museo, funzionari, operatori culturali. Non solo docenti universitari, ma figure attivamente impegnate nella conservazione e valorizzazione del patrimonio”.

In alcuni casi, il tirocinio ha rappresentato un’opportunità concreta: “Anche se sporadici, ci sono stati studenti che hanno proseguito collaborazioni con enti e aziende, come nel caso di una laureanda che ha iniziato in una casa editrice specializzata e ha poi continuato nel tempo. Tuttavia – avverte il docente – il mondo del lavoro richiede quasi sempre una formazione più avanzata. È bene che i ragazzi ne siano consapevoli”. Non a caso, oltre il 90% dei laureati prosegue con una Laurea Magistrale o un Master, in linea con le esigenze del settore.

“È un percorso che si costruisce per gradi, e il nostro Corso rappresenta il primo passo”, aggiunge Busino. E si accomiata con un consiglio finale per chi sta per intraprendere questa strada: “Gli studenti provenienti dai licei, con una solida base umanistica, trovano generalmente meno difficoltà a entrare nell’ottica universitaria. Ma questo non significa escludere altri profili: anche chi arriva da istituti tecnici o professionali può affrontare il percorso con successo, a patto di affrontarlo con serietà, studio costante e partecipazione attiva alla vita accademica. Alla fine, è l’impegno che fa davvero la differenza”.

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Ateneapoli – n. 11-12 GUIDA UNIVERSITARIA – 2025 – Pagina 104

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