Servizio Sociale. “Per essere un buon assistente sociale occorrono empatia, altruismo, passione, ma pure solide basi normative”

“Servizio Sociale si rivolge a chi immagina un futuro come assistente sociale o nella programmazione delle politiche del welfare, qualora decida poi di proseguire con la Magistrale. La didattica è molto centrata sull’esperienza e sulle attività di tirocinio”. La prof.ssa Germana Carobene traccia l’identikit del Corso di Laurea del quale è Coordinatrice.

“C’è sicuramente – sottolinea – un impianto teorico ben strutturato e multidisciplinare, con lezioni che spaziano dalla sociologia al diritto, dalla storia alla psicologia e fino alle lingue straniere. A questo impianto si affianca una componente pratica di formazione, che le ragazze e i ragazzi svolgono nei Comuni, nelle Asl, presso associazioni ed enti di ambito.

È in questa attività che sperimentano l’applicazione della formazione teorica e si confrontano sotto la guida del tutor che li segue, con i problemi, le emozioni, gli entusiasmi e le delusioni che caratterizzeranno poi la loro attività di assistenti sociali dopo la laurea. Proprio in virtù di questa spiccata componente pratica del percorso formativo, Servizio Sociale permette ai laureati, dopo il conseguimento del titolo, di sostenere l’esame per accedere all’Ordine degli Assistenti Sociali”.

Gli immatricolati sono diverse centinaia ogni anno: “Sono tra i 400 e i 500. Molto più contenuto è il numero di coloro i quali si iscrivono alla Magistrale. Sono meno di un centinaio. Mi auguro che nel futuro siano di più, perché abbiamo grande necessità di persone ben formate nell’elaborazione delle politiche del welfare. Parlo da cittadina, oltre che da docente”. Gli studenti sono tenuti a frequentare 150 ore di tirocinio per ciascuno degli ultimi due anni della Triennale e in entrambi quelli della Magistrale. Nel primo anno della Triennale seguono un Laboratorio di tirocinio.

“A chi si immatricolerà – prosegue la prof.ssa Carobene – suggerisco di affrontare il percorso con la passione che merita e con la serietà necessaria a conseguire buone basi. In particolare invito le ragazze e i ragazzi che verranno a studiare presso di noi a non trascurare gli esami di diritto. Sono quelli più ostici per molti, ma vanno presi con lo spirito giusto, perché forniscono ai futuri assistenti sociali le basi giuridiche indispensabili ad operare nella professione evitando inciampi, abusi e sbagli. Per essere un buon assistente sociale occorrono certamente empatia, altruismo, passione, ma sono necessarie pure solide basi normative”.

Le opportunità di lavoro non mancano sia per i laureati Triennali, sia per quelli Magistrali. “Ci stiamo molto impegnando – afferma la docente – anche per avviare iniziative didattiche che possano aiutare i nostri laureati a professionalizzarsi sempre meglio. Per esempio, organizziamo un corso di alta formazione per i supervisori, assistenti sociali esperti i quali aiutano i loro colleghi a prevenire quello che in inglese si definisce burn out.

I Comuni li devono assumere. Fino a qualche anno fa coloro i quali volevano formarsi per svolgere questo ruolo erano quasi costretti ad andare in altre regioni, specie al nord, dove erano organizzati questi corsi. Oggi ci siamo anche noi della Federico II”.

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Ateneapoli – n. 11-12 GUIDA UNIVERSITARIA – 2025 – Pagina 85

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