I consigli del prof. Ruocco, delegato all’orientamento. “Più saprete, più sarete”

“Siate lungimiranti e studiate con la consapevolezza che ciò che imparerete vi servirà in futuro. Non fermatevi al voto e al singolo esame; non cercate scorciatoie. Focalizzatevi sull’obiettivo finale: la conoscenza. Più saprete, più sarete”.

Il messaggio, rivolto alle future matricole, è del prof. Eugenio Ruocco, delegato all’orientamento del Dipartimento. Che tramite le pagine di Ateneapoli ha voluto offrire anche altri suggerimenti in vista dell’iscrizione all’università. A partire dal cosiddetto Tolc-I, un test non selettivo basato su un questionario a risposta multipla composto da 50 quesiti, a loro volta suddivisi in 4 sezioni: Matematica, Scienze, Logica e Comprensione Verbale. “Serve ai ragazzi per misurare la propria preparazione di base.

Gli studi in Ingegneria ne richiedono una abbastanza forte soprattutto in Matematica, perché è il linguaggio del nostro mondo. E di fatto il primo anno è dedicato proprio a questo, ed è fondamentale affrontarlo bene per proseguire con serenità”. Come noto, il superamento della prova di autovalutazione consente di iscriversi senza debito formativo.

Il mancato superamento della prova di autovalutazione comporta l’attribuzione di un debito formativo (OFA) che lo studente dovrà estinguere nel corso del primo anno di studio. In particolare, il docente riferisce che, in quel caso, c’è “l’obbligo di sostenere Fondamenti di Matematica come primo esame”. Passando ad un piano più generale, Ruocco riprende alcuni dei concetti che ribadisce spesso durante le attività di orientamento che si svolgono durante l’anno. “Copiare è sciocco, e farlo durante il Tolc lo è ancora di più”. Poi l’avvertimento, diretto: “il primo anno è estremamente duro per le matricole, in particolare per quelle di Ingegneria.

A scuola c’è sempre una guida che ti corregge, detta i tempi e lo studio. All’università si prova un senso di libertà del quale i ragazzi tendono ad abusare non seguendo le lezioni assiduamente, lasciandosi un po’ andare. E trascinarsi le lacune rende il tutto ancora più faticoso”. Superato lo scoglio dei primi dodici mesi, però, “diventa tutto più semplice perché, ribadisco, la parte più faticosa di Ingegneria è impararne il linguaggio”.

Infine, un consiglio per una scelta consapevole del Corso: “Seguire le passioni, che sono il motore della conoscenza. Non bisogna lasciarsi guidare dalle mode e dalla presunta semplicità di determinati percorsi. È vero, Ingegneria ha delle percentuali di occupabilità altissime, ma, se non c’è interesse, gli studi si portano avanti con poca qualità e così si rischia di diventare un ingegnere di basso livello”.

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Ateneapoli – n. 11-12 GUIDA UNIVERSITARIA – 2025 – Pagina 95

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