“Siamo tra i non molti Dipartimenti di Geologia in Italia ad aver mantenuto la propria identità, nel senso che non si sono uniti ai biologi, ai chimici, ai fisici. Come noi, Roma La Sapienza, Firenze, Bari, Milano e qualche altro. In totale – vado a memoria – meno di una decina. È un segnale importante che abbiamo voluto dare noi della Federico II e che tiene viva la tradizione di un Dipartimento che nacque dal vecchio Osservatorio Vesuviano e dal Museo Mineralogico”: il prof. Vincenzo Morra presenta così il Dipartimento di Scienze della Terra, dell’Ambiente e delle Risorse (Distar) che dirige. La sede è nel Complesso di Monte Sant’Angelo.
Al Dipartimento fanno capo una Laurea Triennale in Scienze Geologiche e due Magistrali Geoscienze per l’Ambiente, le Risorse e i Rischi Naturali e, in inglese, Volcanology. I docenti non mancano: “Tra professori e ricercatori siamo più di 70. Negli ultimi anni sono arrivate diverse forze fresche che hanno irrobustito l’organico. Insomma, non possiamo lamentarci sotto questo aspetto”.
Quanto agli spazi, sottolinea: “Siamo in una sede confortevole e disponiamo di due edifici: L1 e L3. Al loro interno ci sono anche spazi dove gli studenti possono socializzare e chiacchierare tra un corso e l’altro. Abbiamo predisposto pure una sorta di mensa, con tavolini e sedie dove gli studenti possono consumare i pasti che portano da casa. È piuttosto frequentata, in particolar modo durante l’inverno. Ci sono anche spazi adeguati per i dottorandi e diversi laboratori, alcuni dei quali attrezzati con strumenti di ultima generazione, ad esempio spettrometri di massa, rifrattometri ai raggi ics e a fluorescenza ed altre apparecchiature”.
Nei laboratori gli studenti, in particolar modo i tesisti, “possono elaborare le misure e svolgere altre attività, sempre con l’assistenza del referente della tesi o del responsabile del laboratorio. I dati prodotti sono utilizzati per le tesi e per le tesi di dottorato”.
Il Dipartimento vanta diverse collaborazioni scientifiche internazionali. “Tra le altre – informa il prof. Morra – con la Cina, con l’Ecuador, con il Madagascar, con la Giordania, con il Senegal. Queste sono collaborazioni istituzionalizzate, che vanno avanti sulla base di accordi formali. Ce ne sono poi molte altre che non hanno bisogno di accordi, ma si sviluppano sulla base delle iniziative e dei contatti dei singoli docenti. Abbiamo inoltre convenzioni per conto terzi con diverse imprese e società che ci chiedono attività e ricerche e studi nell’ambito delle nostre competenze scientifiche. Siamo poi presenti in diversi progetti tra Prin, Pnrr e quant’altro”.
Conclude: “Se c’è un Paese che ha bisogno di geologi, quello è l’Italia, e se c’è una regione dove questa figura professionale può svolgere un ruolo importante a tutela della collettività, questa è la Campania, dove non manca praticamente nessun tipo di rischio naturale. Bisognerebbe che si investisse sempre più nella cultura della prevenzione e della cura del territorio e se questo avvenisse, come è auspicabile, si aprirebbero certamente nuove opportunità anche per i nostri laureati. I quali, peraltro, già nella situazione attuale, in Italia o all’estero, riescono generalmente a trovare una collocazione coerente con il percorso di studi che hanno portato avanti”.
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Ateneapoli – n. 11-12 GUIDA UNIVERSITARIA – 2025 – Pagina 23