Didattica innovativa a Medicina. Simulazione di un dibattito in tribunale: gli impatti dell’IA sull’Anatomia Patologica

Un dibattito in aula di tribunale, con tanto di pubblico-giuria, contro gli impatti che potrebbe avere l’IA sull’Anatomia Patologica e sulla medicina in generale. I protagonisti: gli studenti. “Dopo il Covid ho voluto creare un’occasione per riportarli in aula e riaccendere l’interesse per questo insegnamento”, ha spiegato ad Ateneapoli il prof. Renato Franco, organizzatore dell’iniziativa e titolare della cattedra. Poi ha proseguito: “è nato così un seminario interattivo, che teniamo a fine semestre, dove gruppi di ragazzi lavorano su temi originali, con tutoraggio e presentazione finale in sede.

L’obiettivo è coinvolgerli attivamente, stimolare collaborazione e pensiero critico. I temi sono fuori dagli schemi – dalle autopsie immaginarie all’IA in diagnostica – e l’entusiasmo con cui partecipano dimostra che si può imparare anche attraverso il gioco e la sfida”. In particolare, a otto gruppi di sette-otto persone i docenti hanno affidato un tema che tramite riunioni Teams la singola squadra ha dovuto studiare, analizzare e raccontare in modo innovativo con presentazione Powerpoint alla commissione giudicatrice nella giornata conclusiva che si è tenuta in sede a Caserta.

Ogni gruppo ha avuto il supporto di tutor e coordinatori, nella fattispecie il prof. Marco Montella, i dottori Iacopo Panarese, Francesca Pagliuca e Stefano Lucà. La sfida finale ha decretato il gruppo vincitore, come accaduto anche in passato, al quale è stato riconosciuto un premio simbolico – una maglia dell’Anatomia Patologica. Benedetto Maria Testa, 23 anni, iscritto al quarto anno di Medicina (Caserta) è uno dei membri del gruppo in questione, che ha convinto gli astanti con le proprie argomentazioni sul “patomic bomb”, ovvero sull’associazione dell’IA alla patomica.

“Parliamo di applicazione dell’IA alla patologia – spiega – e di come questa tratti la suddetta branca clinico-chirurgica in maniera sorprendentemente multidisciplinare, muovendosi tra tradizione e innovazione”. I rischi possono essere diversi, naturalmente: “violazione dei dati sensibili, predizione errata, hackeraggio”. Ma altrettanti sarebbero i vantaggi: “collaborazione tra più professionisti, maggiore accuratezza della diagnosi sulla base di un prompt adatto e superamento dell’ostacolo dell’occhio umano – l’IA avrebbe un ruolo predittivo importantissimo. Insomma, tutti assieme (gli otto gruppi) abbiamo rappresentato una sorta di causa in tribunale contro l’IA.

La Medicina ha il timore del suo intervento e abbiamo esposto sia i pro che i contro. Alla fine del dibattimento, il pubblico di studenti di entrambe le sedi ha espresso il proprio voto”. Altri temi sono stati i timomi, il ruolo dell’IA nella gestione clinica del paziente, le malattie trofoblastiche e gestazionali. Benedetto chiude con una considerazione da studente sull’originalità dell’iniziativa: “Romanzando i concetti li abbiamo resi più fruibili rispetto a una lezione frontale tradizionale.

È stato divertente da un lato e si è rivelato essere molto efficace dal punto di vista espositivo, perché ha consentito a studenti che non hanno ancora studiato certe cose di acquisire informazioni complesse. Volendo fare un paragone, penserei a Superquark, che spiegava in cosa consistesse un concetto attraverso la narrazione e la rappresentazione per immagini”.

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Ateneapoli – n. 11-12 GUIDA UNIVERSITARIA – 2025 – Pagina 90

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