Corso di Laurea Magistrale in Architettura. “Tenacia, curiosità, apertura alle diverse opportunità offerte”: ecco cosa si richiede allo studente

“Tenacia, capacità di non perdere di vista gli obiettivi e una grande curiosità”. Sono gli imperativi dello studente in Architettura secondo la prof.ssa Maria Cerreta, Coordinatrice del Corso di Laurea Magistrale a ciclo unico (durata quinquennale). “Insisto in particolare sulla curiosità – sottolinea – e sull’apertura alle diverse opportunità offerte perché poi, in maniera inaspettata, le occasioni si concretizzano e diventano belle opportunità formative, professionalizzanti e culturali”.

Nel prossimo anno accademico gli ammessi al primo anno saranno 253. “Abbiamo mantenuto fermo il limite dello scorso anno. Da quando il test si svolge in due date, una a luglio e una a settembre, non abbiamo più posti vuoti. Si immatricolano tutti gli studenti previsti”. Architettura ha apportato, qualche anno fa, alcune significative modifiche al suo ordinamento. “Abbiamo introdotto – ricorda la docente – al primo anno la semestralizzazione dei corsi. In linea di massima, sulla base dell’esperienza che abbiamo avuto finora, mi pare che la novità sia stata gradita dagli studenti. Al primo anno abbiamo inoltre evitato la sovrapposizione del corso di Analisi matematica, ora al primo semestre, e il Laboratorio di Progettazione, collocato al secondo semestre”.

Ad Architettura, “frequentare è essenziale. Serve la presenza in aula, anche perché la laurea quinquennale è riconosciuta a livello europeo. È molto importante seguire e studiare passo dopo passo per due motivi. Il primo: ci si prepara gradualmente all’esame e non ci si trova, a poche settimane dalla prova, a dover scalare una montagna, con il rischio di capirci poco e di avvilirsi molto. Il secondo: chi studia passo dopo passo trae maggiore profitto quando è in aula ed ascolta la lezione del professore. È aggiornato, sa di cosa sta parlando e può porre domande a ragion veduta. Non si limita, in sostanza, a prendere appunti in maniera meccanica senza capirci granché. Diventa un processo più collaborativo”.

Centrale nel percorso è il rapporto con la città e con il territorio. “I temi di progetto che sono affrontati nelle diverse discipline sono, in linea di massima, correlati a questioni territoriali urgenti ed attuali. Per esempio la riqualificazione di questa o quella periferia, di un sito industriale e quant’altro. Ragazze e ragazzi partecipano a sopralluoghi, fotografano, disegnano. Non ci si limita alle carte, insomma, ma si tocca con mano, si verifica con la propria esperienza sul territorio”.

Si lavora con la laurea in Architettura? “Me lo chiedono spesso anche gli studenti. La cosa interessante è che ci sono diverse alternative occupazionali che si ampliano e dove spesso gli architetti sono richiesti per la capacità di essere flessibili e adattivi. Un requisito importante in molti ambiti. I nostri studenti hanno buone competenze e gli esami scientifici danno una formazione di base molto solida, che è un requisito importante e molto apprezzato.

Allora, alla domanda io risponderei così: la figura dell’architetto è cambiata e si è evoluta, rispetto a diversi anni fa, ma noi ci siamo aggiornati e forniamo competenze che i laureati possono giocarsi in diversi ambiti nel mondo del lavoro. Un requisito importante è la capacità di fare squadra, di lavorare in gruppo e di relazionarsi con le altre figure professionali che possono essere coinvolte in un progetto, in un intervento di recupero e riqualificazione di un edificio privato o pubblico o di una strada o di un impianto sportivo, solo per citare qualche esempio”.

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Ateneapoli – n. 11-12 GUIDA UNIVERSITARIA – 2025 – Pagina 37

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