Un dottorato, un progetto europeo, esperienze internazionali. Ma anche dubbi, cambi di rotta e scelte coraggiose. È la storia di Nadiaclara Trigari, 28 anni, dottoranda in Tecnologie per ambienti di vita resilienti, che al Dipartimento di Lettere e Beni Culturali (Dilbec) ha trovato la sua casa. “Ho iniziato a studiare al Dilbec nel 2016, dopo una serie di tentativi falliti: Ingegneria, Farmacia, Giurisprudenza, persino Biologia, dove ho superato un test d’ingresso ma ho resistito solo un semestre. È stato un momento di crisi, ma anche di svolta. Mi sono fermata a riflettere e ho capito che volevo studiare l’arte.
Non l’arte da copertina, ma l’arte come linguaggio, come chiave per leggere la società”, racconta. Si iscrive così al Corso di Laurea in Conservazione dei Beni Culturali e inizia un’avventura fatta di esami dai nomi inusuali – “Topografia antica, Biblioteconomia, Forme e funzioni del museo contemporaneo… mi sembrava di esplorare un altro mondo” – ma soprattutto di incontri decisivi. “I docenti erano presenti, disponibili, umani. Anche i rappresentanti degli studenti mi hanno dato consigli preziosi. Un ambiente vivo, stimolante”.
E così, tra un tirocinio alla ricerca di affreschi dimenticati e notti di studio, arriva la Laurea Triennale nel 2019, seguita dalla Magistrale in Archeologia e Storia dell’Arte, indirizzo storico-artistico. Poi la pandemia. “Le lezioni diventano quadratini sullo schermo, le routine saltano. Ma anche lì i docenti non ci hanno mai lasciati soli”. È in quel periodo che, grazie alle iniziative di orientamento in uscita del Dipartimento, inizia a delinearsi un futuro possibile.
Il progetto Napoli Digital Tales, ideato dalla prof.ssa Nadia Barrella in collaborazione con l’associazione Renovatio, è la scintilla: “Una settimana intensa, di ricerca e creatività. Mi ha fatto capire che non ero affatto stanca di studiare, anzi. Ho anche partecipato, come divulgatrice, ai Rolli Days di Genova. Studio e pratica finalmente uniti”. Nasce così – dopo la seconda corona d’alloro – l’idea del dottorato: “Volevo contribuire attivamente alla ricerca. Non è stata una decisione impulsiva, ma un passo ragionato. Il confronto con la prof.ssa Barrella è stato determinante: è stata mia tutor, guida e riferimento da sempre. Avevo bisogno di sapere se il mio progetto era solido.
Lo era”. La ricerca di Nadiaclara si concentra sull’analisi delle piattaforme digitali nei musei italiani: “Valuto l’impatto delle tecnologie più recenti sulla fruizione del patrimonio”. Un lavoro che ha trovato una palestra ideale nel progetto nazionale PRIN 2017, di cui è stata coordinatrice scientifica per l’unità napoletana: “Ci siamo occupati del collezionismo privato tra Otto e Novecento. Un mondo affascinante, fatto di reti culturali e identità da costruire”.
Alla pratica sul campo si è aggiunto un periodo di ricerca all’estero, presso l’Università di Malta: “Un contesto internazionale mi ha permesso di osservare strategie digitali più agili e sinergie più strette tra istituzioni e tecnologie. Ho allargato il mio sguardo”.
Oggi Nadiaclara è una giovane ricercatrice con alle spalle pubblicazioni, convegni e soprattutto una visione: “Vorrei continuare a fare ricerca, ma anche costruire ponti tra università, istituzioni culturali e tecnologie. Perché il Patrimonio non sia solo materia per specialisti, ma esperienza viva e condivisa”. Un consiglio per chi è indeciso sulla scelta accademica? “Lasciarsi il tempo di capire. Di cambiare idea. Di sbagliare. L’università può essere uno spazio in cui scoprirsi, se vissuta con curiosità”. E al Dilbec, aggiunge, “si trova lo spazio giusto per farlo”.
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Ateneapoli – n. 11-12 GUIDA UNIVERSITARIA – 2025 – Pagina 106