La parola al delegato di Ateneo all’orientamento. Un Ateneo di medie dimensioni dove “gli studenti si sentono immediatamente accolti”

“La Vanvitelli è un’università di medie dimensioni, né troppo settoriale come un politecnico né troppo grande come un maxi ateneo, e per questo gli studenti si sentono immediatamente accolti. Abbiamo una classe docenti giovane e una serie di strutture di tutoraggio che negli anni sono migliorate sempre di più”.

Il prof. Roberto Marcone, delegato di Ateneo all’Orientamento, crede molto nel senso di comunità. Che si costruisce non solo con i rapporti diretti, ma soprattutto tramite strutture e servizi.

E molti sono cuciti a misura di studente, che può immergersi nella quotidianità della vita universitaria sfruttando per esempio VerySoon, la piccola flotta di navette che “gratuitamente, in modo pratico e veloce trasporta gli iscritti da un Dipartimento all’altro” – da ricordare che la Vanvitelli si irradia a Napoli, Caserta e nelle rispettive province.

E una volta seduti tra i banchi, tablet o pc alla mano, le matricole possono fruire del pacchetto Office 365 e della piattaforma Teams, “un contenitore molto interessante dove creare classi virtuali all’occorrenza, forse l’unica cosa buona lasciata dal Covid. Da allora lo utilizziamo didatticamente”. Nato diversi anni fa come supporto per gli studenti Erasmus incoming per imparare l’italiano, Rosetta Stone è stato implementato, arricchito e messo a disposizione di tutta la comunità vanvitelliana “per apprendere online più di 35 lingue diverse, arriviamo anche al mandarino, per fare un esempio”.

Non solo sostegni materiali alla didattica, però. Quello che conduce una studentessa o uno studente a varcare la soglia del mondo universitario per la prima volta è un passo che può spaventare. Lo spaesamento è un sentire comune nelle fasi iniziali. L’ateneo lo sa. E ci lavora da anni in modo sistematico: “con me collaborano dodici delegati all’orientamento in entrata e in itinere dei vari dipartimenti e della Scuola di Medicina. È un lavoro di squadra che ci ha permesso di mettere insieme un sistema di accoglienza strutturato su una serie di iniziative. Ogni dipartimento e i relativi Corsi di Laurea hanno numerosi tutor docenti, che si occupano e si preoccupano del benessere dei ragazzi e sono a loro completa disposizione.

Tuttavia, ci siamo accorti poi che le matricole non riescono a relazionarsi con spontaneità con i professori, com’è normale che sia, ragion per cui abbiamo pensato ai cosiddetti tutor alla pari. Tutti i nostri studenti possono essere seguiti da altri nostri studenti, più grandi e formati all’interno dei gruppi di orientamento in itinere. Il servizio funziona molto bene”. Inoltre, accanto al cosiddetto orientamento informativo che si sostanzia nella partecipazione dell’ateneo a manifestazioni ad hoc, esiste anche quello attivo.

“Entriamo nelle scuole per lavorare su talenti e propensioni dei ragazzi e per abbattere le false credenze. E i dati ci sorridono, perché siamo riusciti a ridurre la dispersione degli studenti nei nostri Dipartimenti. Ne soffrivano Giurisprudenza, Ingegneria, un po’ meno Medicina. L’orientamento consapevole funziona”. Altro tassello nell’orizzonte valoriale della Vanvitelli, per Marcone, è l’inclusività: “il delegato sta facendo un grande lavoro di implementazione del CID, Centro di Ateneo per l’Inclusione degli Studenti con Disabilità e DSA (Disturbi Specifici dell’Apprendimento), e abbiamo imparato a esternalizzarlo per farlo diventare ancora più efficace.

È un fiore all’occhiello”. E come l’altro braccio di uno stesso corpo agisce il SAPS, “un servizio di aiuto psicologico, tutti i nostri iscritti hanno diritto fino a cinque colloqui con psicologi professionisti per qualsiasi tipo di difficoltà, non solo accademica. Dopo il Covid la struttura è cresciuta molto”. Il docente chiude con un consiglio: “sono uno strenuo sostenitore dell’abbattimento dei pregiudizi. Può esserci una forte spinta familiare nell’iscrizione a determinati Corsi senza che alla base ci sia grande interesse.

Al contrario, credo che chi metta passione nei propri studi e poi nel proprio lavoro non farà fatica a trovare un’occupazione. Bisogna saper riconoscere i talenti e, aggiungo, di non confonderli con la passione. Le due cose non sempre vanno d’accordo”.

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Ateneapoli – n. 11-12 GUIDA UNIVERSITARIA – 2025 – Pagina 86-87

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