Giurisprudenza. Un consiglio: “apprendere un registro linguistico rigoroso”

Il Corso di Studi a ciclo unico in Giurisprudenza si compone di 29 esami da superare in cinque anni, gli insegnamenti si dividono in semestrali (meno di 12 crediti formativi) e annuali (12 o più). Al primo anno, gli esami annuali saranno Diritto Privato e Diritto Costituzionale, quindi il vostro calendario accademico sarà così composto: le lezioni del primo semestre (22 settembre – 3 dicembre) saranno di Diritto romano, Storia del diritto medievale e moderno, Diritto Privato e Diritto Costituzionale.

Dicembre, gennaio e febbraio saranno di sessione e potrete dare solo i primi due esami. Dal 2 marzo fino al 13 maggio, infatti, sarete nuovamente in aula e riprenderete Privato e Costituzionale, assieme alle materie del secondo semestre che sono Economia Politica e Filosofia del diritto. Altra caratteristica del calendario accademico di Giurisprudenza è che le lezioni si svolgono solo il lunedì, il martedì e il mercoledì: una soluzione che permette ai pendolari di tirare un sospiro di sollievo e, più in generale, di avere libero tutto il resto della settimana per organizzarsi lo studio e tenersi al passo con le lezioni.

La vera cifra identitaria della Magistrale in Giurisprudenza alla Federico II, però, è come sono organizzati gli ultimi due anni di corso. Infatti, dopo un triennio uguale per tutti, dove avrete modo di farvi un’idea su quali sono le materie che più vi appassionano, vi sarà chiesto di scegliere un indirizzo nel quale specializzarvi: in sostanza, si tratta di ‘pacchetti’ contenenti diversi esami tra cui poter scegliere per personalizzare il vostro piano di studi. I profili offerti dal Dipartimento sono 7: Costituzionalistico, Amministrativistico, Forense Civilistico, Forense Penalistico, Internazionale e Unione Europea, Cultura e tradizione giuridica e Impresa, lavoro e mercati.

Questa è la novità più importante per l’anno accademico 2025/26, dato che fino a poco fa i curriculum erano ben 13. Il perché di questa riduzione lo spiega la prof.ssa Lucia Picardi, Coordinatrice del Corso di Laurea: “la nostra scelta è stata legata sia all’esigenza di fornire dei percorsi culturalmente coerenti e compatti, sia al bisogno di rimediare alla dispersione che c’era stata per le scelte dei singoli indirizzi”. Una decisione, dunque, a vantaggio degli studenti, che ci si augura “potranno così essere meno disorientati nella scelta”.

Importante da sapere: quella “che conseguirete è sempre una Laurea Magistrale in Giurisprudenza che, quindi, lascia del tutto impregiudicata la possibilità di accedere a tutte le professioni giuridiche tradizionali, ai concorsi nella pubblica amministrazione e all’attività forense”, sottolinea la prof.ssa Picardi. Addirittura, oltre il titolo di Giurisprudenza, potreste conseguire anche quello in Economia Aziendale o Economia e Commercio con un solo anno in più di studi, grazie ad un ottavo profilo che è quello Economico. Infine, sono stati rimossi alcuni vincoli presenti in passato sugli esami a scelta, rendendo il tutto molto più libero per cui questi sette profili rappresentano davvero l’occasione per costruirvi un curriculum che abbia una sua personalità e che sia ritagliato su misura per voi e le vostre ambizioni.

Se una di queste dovesse poi essere andare all’estero, sarete soddisfatti dalle “oltre cento opportunità di scambio Erasmus che abbiamo attive”, suggerisce la prof.ssa Picardi, o potreste decidere di svolgere parte del percorso presso l’Université Toulouse-Capitole e conseguire il doppio titolo italiano e francese (Master de Droit).

“Voi giuristi sarete sempre apprezzati e criticati al tempo stesso per la vostra grande precisione di linguaggio”, afferma la prof.ssa Picardi ricordando una frase che le è rimasta impressa dal suo primo anno tra i banchi di Giurisprudenza: “il mio professore di Diritto Privato mi ha trasmesso l’attitudine ad apprendere un registro linguistico rigoroso, che ho cercato di mantenere e di coltivare negli anni. Ricordo che ci suggerì di leggere il manuale di Privato tutto d’un fiato, poi di fare una seconda lettura più meditata, e di accompagnare sempre al testo la consultazione del Codice. Ancora oggi credo sia stato un buon consiglio”, sorride.

Una cosa che avrebbe voluto sapere prima di iniziare l’Università? “Quando ero studentessa seguivo sempre le lezioni, ma ero fuorisede e, a volte, questo mi ha un po’ penalizzato nel godermi quei piccoli momenti extrauniversitari”, che sono comunque parte del percorso, racconta la prof.ssa Picardi. “Avrei voluto vivere l’università ancora di più e per questo il mio consiglio per tutti i futuri studenti è vivere l’università a pieno, il più possibile”.

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Ateneapoli – n. 11-12 GUIDA UNIVERSITARIA – 2025 – Pagina 65

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