Il Rettore Lorito: all’Università “avrete un grado elevato di libertà, dovrete gestirlo con maturità”

Ha ricordato Federico II, l’imperatore che nel 1224 fondò a Napoli la prima Università statale per evitare che gli allievi, in quei tempi davvero pochi perché lo studio era un privilegio per una cerchia ristretta di persone, emigrassero a Bologna o in altre sedi universitarie. Insomma, per scongiurare una fuga dei cervelli ante litteram. Ha raccomandato consapevolezza “perché voi quando vi iscriverete all’Università entrerete nell’età adulta, quella delle scelte che compirete in autonomia.

Studiare o no, andare oppure no a sostenere l’esame, gestire in un certo modo o nell’altro il vostro tempo. A scuola vi si porta ancora per mano, vi si accompagna. Qui sarà diverso. Avrete un grado elevato di libertà, dovrete gestirlo con maturità”.

Il Rettore dell’Università Federico II Matteo Lorito ha aperto l’edizione di Univexpò 2025 il 12 novembre nell’Aula Rossa di Monte Sant’Angelo gremita di studenti. “Oggi è una giornata importante – ha detto alle ragazze e ai ragazzi che lo ascoltavano – perché questa è la prima tappa di un viaggio al termine del quale voi sceglierete il Corso di Laurea. Quando io ero studente l’offerta didattica era molto meno ampia, probabilmente c’erano un quarto dei Corsi di Laurea che oggi propongono la Federico II e le altre Università della Campania.

Questa è indubbiamente una ricchezza che però può anche generare confusione ed incertezza. Per questo è importante che cominciate ad orientarvi e per questo la Federico II ospita ormai da diversi anni in collaborazione con il giornale Ateneapoli, che ringrazio, questo appuntamento di orientamento”.

Scegliere con consapevolezza, dunque, e sulla base di informazioni attendibili, certificate, realistiche è il primo passo da compiere per chi tra qualche mese entrerà per la prima volta da matricola in un’aula universitaria. Quale sarà il nord della bussola da seguire? “Certamente uno sguardo alle prospettive lavorative va dato – ha detto il Rettore – ma soprattutto bisogna che ciascuno di voi tenga conto della propria vocazione e passione.

Non c’è nessuno che non abbia un suo talento. L’obiettivo che l’Università si prefigge è di aiutarvi a scoprirlo, a valorizzarlo e a coltivarlo. Per questo bisogna che si presti ascolto alle proprie passioni e vocazioni e ai propri interessi”. Spesso capita di ascoltare educatori, psicologi ed esperti dell’età evolutiva i quali fanno riferimento alla fragilità emotiva delle ultime generazioni, alla difficoltà ad affrontare e gestire le inevitabili sconfitte, le delusioni, i dispiaceri. Forse anche per questo il Rettore ha voluto sottolineare alla presenza di coloro i quali stanno per concludere il percorso scolastico: “Può capitare di non indovinare la scelta giusta.

Se non accade è meglio, ma può succedere. Se anche dovesse capitare, non è un dramma. Si cambia strada e si riparte senza avvilirsi. Durante gli anni universitari, poi, potrà succedere che un esame vada male, che il voto non sia quello che speravate di ottenere o che il docente vi dirà di ripresentarvi alla sessione successiva. Non fatene un dramma. La vita di ciascuno di noi, se la si ripercorre a ritroso, è costellata di errori e sbagli. Sfido chiunque ad affermare il contrario. Ci si rialza da un inciampo, da un esame che è andato male, da una scelta sbagliata.

Quello che vi chiedo oggi, però, è di non iscrivervi tanto per gioco, per ingannare il tempo, per fare qualcosa. Questo no, non deve accadere”. L’avventura universitaria va vissuta senza drammi e ansie, ha raccomandato in sostanza il Rettore, ma con serietà e responsabilità. “Non per caricarvi di pesi inutili, ma pensate anche che la collettività fa un importante investimento economico per consentirvi di frequentare l’Università. Non mi riferisco solo ai soldi spesi dalle vostre famiglie per le tasse, che peraltro alla Federico II sono una percentuale minima perché abbiamo un’ampia area di esonero totale in base al reddito.

Mi riferisco al fatto che gli stipendi ai docenti, le attrezzature e le aule sono finanziati in minima parte dai proventi delle tasse universitarie di chi frequenta. Stiamo in piedi grazie ai trasferimenti dello Stato, i quali sono a loro volta alimentati dalle imposte che pagano gli italiani. Anche chi non è mai stato all’Università e non ha figli universitari contribuisce con i soldi delle tasse che versa allo Stato a fare in modo che voi possiate studiare da noi o presso gli altri atenei che sceglierete. È un investimento che, attraverso voi, la società fa sul suo futuro”.

Dopo il Rettore, è andato al microfono Francesco Favo, Direttore generale dell’Azienda napoletana mobilità (Anm). Ha accennato alla sua esperienza di manager con una formazione ingegneristica che si è perfezionata poi con master ed altri percorsi specificamente rivolti all’acquisizione di competenze economico-aziendali e che ha lavorato in Italia e all’estero. Riferimenti non casuali perché nell’Aula Rossa si sarebbero poi tenuti gli incontri di presentazione dei percorsi di laurea in Economia. Ha poi lanciato un appello agli studenti affinché, dopo la laurea, non diano per scontato di andare via dalla Campania.

“Io ho scelto di tornare – ha raccontato – e non me ne sono pentito, nonostante le indubbie difficoltà che si incontrano nel nostro territorio. È importante che i bravi, i capaci, i meritevoli, quelli che hanno avuto la possibilità e il merito di formarsi negli ambiti che hanno scelto, contribuiscano al miglioramento del nostro territorio e della nostra regione”.
Fabrizio Geremicca

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