È un Coda di Volpe il vino prodotto quest’anno dagli studenti del Corso di Laurea coordinato dal prof. Luigi Moio. Un bianco, il quarto della Campania, ottenuto dal vitigno noto sin dall’antichità con il nome di Cauda Vulpium.
A lavorare alla produzione soprattutto i ragazzi che hanno svolto il tirocinio presso la Cooperativa Cantine del Taburno a Benevento: Simone Iannella, Francesco De Pierro, Michela Moio e Anna Oliviero. “Ci sono diverse aziende, anche fuori Campania, nelle quali abbiamo la possibilità di svolgere il nostro periodo di tirocinio durante il secondo anno, ma noi quattro abbiamo scelto questa cooperativa per la presenza di un centro di microvinificazione, e per me, in particolare, che ero interessato a fare sperimentazione sulla fermentazione della falanghina e della coda di volpe, era l’ideale. In più, abbiamo avuto l’occasione di partecipare alla produzione del vino di Ateneo, che è stata un’altra bellissima esperienza”, spiega Francesco.
“Ho avuto la fortuna di partecipare al tirocinio in questa azienda e quindi ho potuto seguire anche diverse fasi della produzione del nostro vino – racconta Simone – Ogni anno viene definito un tema, scegliendo un vitigno diverso, ma sempre nell’ambito dei campani. La coda di volpe è un vino particolare, meno conosciuto rispetto alla falanghina o all’aglianico: ha un grappolo più grande, un’acidità minore e un colore più giallo carico”.
La produzione di quest’anno è di circa 800 bottiglie: non sono destinate alla vendita ma ad eventi accademici, degustazioni tecniche o dimostrazioni. Oltre alla soddisfazione di vedere realizzato un loro vino, lavorare a questa produzione e soprattutto fare esperienza in un’azienda grande e importante come quella delle Cantine del Taburno rappresenta per i ragazzi un elemento…
A lavorare alla produzione soprattutto i ragazzi che hanno svolto il tirocinio presso la Cooperativa Cantine del Taburno a Benevento: Simone Iannella, Francesco De Pierro, Michela Moio e Anna Oliviero. “Ci sono diverse aziende, anche fuori Campania, nelle quali abbiamo la possibilità di svolgere il nostro periodo di tirocinio durante il secondo anno, ma noi quattro abbiamo scelto questa cooperativa per la presenza di un centro di microvinificazione, e per me, in particolare, che ero interessato a fare sperimentazione sulla fermentazione della falanghina e della coda di volpe, era l’ideale. In più, abbiamo avuto l’occasione di partecipare alla produzione del vino di Ateneo, che è stata un’altra bellissima esperienza”, spiega Francesco.
“Ho avuto la fortuna di partecipare al tirocinio in questa azienda e quindi ho potuto seguire anche diverse fasi della produzione del nostro vino – racconta Simone – Ogni anno viene definito un tema, scegliendo un vitigno diverso, ma sempre nell’ambito dei campani. La coda di volpe è un vino particolare, meno conosciuto rispetto alla falanghina o all’aglianico: ha un grappolo più grande, un’acidità minore e un colore più giallo carico”.
La produzione di quest’anno è di circa 800 bottiglie: non sono destinate alla vendita ma ad eventi accademici, degustazioni tecniche o dimostrazioni. Oltre alla soddisfazione di vedere realizzato un loro vino, lavorare a questa produzione e soprattutto fare esperienza in un’azienda grande e importante come quella delle Cantine del Taburno rappresenta per i ragazzi un elemento…
Articolo pubblicato sul nuovo numero di Ateneapoli in edicola (n. 1/2016)
o in versione digitale all'indirizzo: https://www.ateneapoli.it/archivio-giornale/ateneapoli
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