Una passeggiata verso il futuro nel chiostro di San Marcellino per gli studenti di Scienze Politiche, Scienze Sociali, Studi Umanistici, Giurisprudenza, Economia. Mercoledì 29 ottobre, i sei Dipartimenti della Scuola delle Scienze Umane e Sociali della Federico II si sono ritrovati in casa ‘Scienze Politiche’ per il Career Day: una giornata alla presenza di multinazionali, studi legali, ONG, aziende e realtà locali per mettere in contatto studenti e neolaureati con gli esponenti del mondo del lavoro.
I nomi che si leggono sugli stand posizionati lungo tutto il porticato sono tanti e importanti: da alcune delle ‘Big Four’ (KPMG e PWC) a Intesa San Paolo, passando per Amnesty International e Croce Rossa Italiana, ma anche Grimaldi, Unicredit e BNL e altri ancora. Tra colloqui one-to-one all’ombra degli alberi e CV che brillano sotto il sole di un ottobre che continua a regalare giornate quasi estive, anche la scelta della sede si è rivelata premiante, regalando all’evento un’atmosfera rilassata e informale che ha messo a proprio agio chi è alle prime armi con i colloqui di lavoro.
Così è stato per Alessia Esposito, studentessa della Magistrale in Psicologia Clinica, che ha raccontato di non aver mai sostenuto un colloquio di lavoro prima del Career Day e che ha scelto di partecipare proprio per fare esperienza: “volevo vedere le aziende come si pongono, cosa cercano e capire come prepararmi al meglio e come pormi a mia volta”.
Sono molti, per la verità, i ragazzi e le ragazze come Alessia. Oltretutto, ad un primo confronto, i laureati risultano essere in netta minoranza rispetto agli studenti, sia delle Triennali che delle Magistrali. Eppure, molti partecipanti hanno giudicato l’evento come più adatto a chi ha già conseguito il titolo di studi. Fra questi c’è Emanuele Tescione, studente di Giurisprudenza: “tante realtà hanno affermato di non avere posizioni aperte o che sono disponibili tirocini solo post-laurea. Per avere un primo approccio al colloquio è un’ottima esperienza, ma forse le aziende dovrebbero specificare se accettano solo laureati o no”, suggerisce.
Soddisfatto a metà anche Vincenzo Di Nuzzo, studente alla Magistrale in Psicologia Clinica. Da un lato, descrive la giornata come “un’opportunità per capire dove investire il proprio tempo e le proprie risorse rispetto alla formazione” e “conoscere nuove realtà professionali, soprattutto presenti nel nostro territorio”. D’altra parte, però, sottolinea che è mancata una corrispondenza tra la grande disponibilità da parte delle aziende a conoscere i ragazzi e intervistarli e posizioni di lavoro disponibili, che non sono state chiarite o menzionate.
Per chi si appresta ad indossare la corona d’alloro nei prossimi tempi, invece, partecipare alla giornata è stata un’occasione per iniziare a guardarsi intorno e non arrivare alla fine senza sapere dove andare. Almeno così è stato per Luca Gaiani, studente di Scienze Politiche: “Non abbiamo svolto un colloquio tradizionale”, riporta, “però abbiamo avuto comunque modo di chiedere informazioni, di prendere contatti e di avere delle dritte su come costruire un buon curriculum, in particolare puntando sui tirocini curriculari”.
“Ci è stato suggerito di iniziare con questo tipo di esperienza per poi inserirci a tutti gli effetti nella rete”, conferma la collega Cristiana Carraturo. La stessa sorte non è toccata a Francesca Gambardella, studentessa di Scienze e Tecniche Psicologiche: “Alcuni cercavano volontari o persone interessate al servizio civile perché posizioni aperte, almeno per psicologi, non c’erano – racconta con un po’ di delusione – Quindi mi è stato consigliato di cominciare così, per iniziare a formarmi”.
Alcune aziende hanno dispensato consigli preziosi su come avere una marcia in più al colloquio e quali sono le competenze che fanno brillare gli occhi ai recruiter. Ad esempio Angelo Capasso, studente alla Magistrale in Statistica per le decisioni, ha scoperto che anche l’esperienza liceale può essere un asso nella manica: “mi è stato consigliato di valorizzarla nel CV e di aggiungere tutte le attività che avevo svolto alle superiori, come l’Alternanza Scuola-Lavoro”.
A Giuseppe Moscato, studente di Comunicazione Pubblica, invece, è stato suggerito di investire nello studio delle lingue e nelle competenze informatiche, ma anche di concentrarsi sulla preparazione universitaria e raggiungere un buon punteggio alla laurea. Fondamentale però, prima di affannarsi a mandare email in giro o di agitarsi per colloqui, è sapere cosa volete diventare.
È questo l’insegnamento che ha portato a casa Martina D’Alessandro, studentessa alla Magistrale in Relazioni internazionali e analisi di scenario: “Tutte le aziende con cui ho parlato hanno fatto capire che è importante essere consapevoli delle proprie capacità e di quale percorso si vuole intraprendere e poi cercare una realtà che ti può dare ciò che cerchi, non il contrario”.
Giulia Cioffi
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