La scienza al femminile ‘Le Giganti Partenopee’ di ieri e di oggi

“Le ragazze non devono chiedere il permesso di appartenere alla scienza. La scienza è anche vostra”. È da questa convinzione che prende forma Le Giganti Partenopee, l’iniziativa di divulgazione scientifica che il 18 dicembre animerà il Centro Congressi di Monte Sant’Angelo.

Un evento che, nelle intenzioni delle organizzatrici, le prof.sse Mariafelicia De Laurentis, Stefania Galdiero e Daniela Montesarchio, vuole essere più di un momento di approfondimento: un invito a guardare alla scienza con occhi nuovi, riconoscendo il ruolo delle donne nella sua costruzione. Il progetto nasce da una mancanza evidente nella storia scientifica partenopea: la scarsissima presenza di nomi femminili ricordati e valorizzati.

Le docenti che coordinano l’evento sottolineano come questa assenza le abbia spinte a immaginare un percorso capace di dare visibilità alle pioniere del passato e mettere in luce le tante scienziate che oggi lavorano nei Dipartimenti STEM della Federico II.

“La scienza è un’impresa collettiva, costruita anche dalle donne, e raccontarle significa restituire loro un posto nella storia offrendo modelli concreti alle nuove generazioni”, sottolinea De Laurentis. La riflessione si radica in un’esperienza recente: La settimana dei giganti, dedicata alle figure di Galileo e Darwin.

Un’iniziativa apprezzata, ricorda Montesarchio, “che però lasciò in tutte una riflessione inevitabile, perché al termine fu spontaneo notare che tutti i grandi scienziati del passato sono uomini”. Da qui l’esigenza di rappresentare la parte femminile della scienza. “La Prorettrice Angela Zampella ha voluto fortemente dar vita a questa iniziativa, è nato tutto dalla sua spinta”, racconta. E così Le Giganti Partenopee entra anche nel programma dei festeggiamenti di Neapolis2500, diventando un tassello importante nelle celebrazioni del compleanno della città.

A rendere speciale il progetto è anche la collaborazione tra tre Dipartimenti diversi: Fisica, Farmacia e Scienze Chimiche. De Laurentis insiste sul valore di questo dialogo interdisciplinare: “L’aspetto più importante è stato il lavoro di squadra tra noi organizzatrici. Siamo colleghe di ambiti diversi e questa collaborazione ha reso tutto più naturale: confrontarci su come raccontare la scienza, su cosa mettere in evidenza e su come rendere ogni intervento più comprensibile ci ha permesso di costruire un percorso davvero unitario. Lavorare insieme, con sensibilità diverse, ha fatto sì che la divulgazione non fosse solo corretta, ma anche calda e accogliente. E questo il pubblico lo percepisce immediatamente”.

Proprio il contrasto tra il vuoto del passato e la ricchezza del presente ha sorpreso le docenti durante la preparazione. La prof.ssa Montesarchio lo racconta con emozione: “È stato difficile trovare una donna nel passato, ma per fortuna, e di questo sono molto contenta, è stato facilissimo trovare scienziate oggi, anzi la difficoltà è stata scegliere tra loro, sono tante per fortuna”. Questo squilibrio, evidente e quasi simbolico, le ha convinte che Le Giganti Partenopee debba avere un futuro (non necessariamente una replica, ma un ampliamento che coinvolga altri Dipartimenti, scuole, musei e associazioni, con l’obiettivo di trasformare il progetto in un percorso culturale stabile e in continua evoluzione): le storie da raccontare sono tante e poterle condividere significa offrire modelli reali e accessibili.

“Mostrare i loro percorsi significa raccontare una scienza reale, quotidiana e competente; quando una ragazza vede una scienziata che insegna, fa ricerca o guida un laboratorio capisce che quel cammino può appartenerle”, sottolinea la prof.ssa De Laurentis.

Il programma della giornata si sviluppa come un viaggio attraverso diverse epoche della scienza femminile. Si partirà con la figura di Maria Bakunin, pioniera della chimica del primo Novecento, presentata dalla prof.ssa Rosa Lanzetta. Una scelta simbolica: “Bakunin rappresenta l’inizio possibile di una storia che solo oggi possiamo leggere con maggiore completezza”, sottolinea la prof.ssa Galdiero.

Dopo questo sguardo alle origini, la parola passerà alle ricercatrici dei Dipartimenti STEM, che racconteranno in pochi minuti il loro lavoro, offrendo al pubblico una panoramica viva e attuale della ricerca partenopea. “Abbiamo lavorato soprattutto sulla semplicità del linguaggio e sulla chiarezza dei messaggi”, spiega Galdiero, che presenta le relatrici di questa parte centrale: le professoresse Roberta Marchetti, Flaviana Di Lorenzo, Francesca De Filippis, Ester Pagano, Simona Colombelli e Karen Power.

Tutte scienziate di altissimo profilo, vincitrici di riconoscimenti prestigiosi come ERC e FIS. “È importante raccontare i loro successi, per dimostrare che le donne oggi ce la possono fare”, aggiunge. Conclude la prof.ssa Concetta Giancola, past president del Comitato Unico di Garanzia dell’Ateneo.

Al termine degli interventi scientifici, l’evento si aprirà a un momento di dialogo e confronto più informale, dedicato soprattutto alle studentesse. L’obiettivo è ascoltare esperienze, rispondere a dubbi, discutere opportunità e difficoltà, e mostrare concretamente come si costruisce una carriera nella scienza. Una parte del programma che le docenti considerano essenziale, perché “spesso è proprio il racconto dei percorsi personali, più che i soli risultati scientifici, a rendere visibile ciò che prima sembrava impossibile”.

Il valore dei modelli, soprattutto femminili, è un tema ricorrente nelle parole delle organizzatrici. La prof.ssa Montesarchio ricorda quanto sia stato difficile per le donne accedere alla cultura scientifica fino al secondo dopoguerra: “Quando si è compreso che l’altra metà del cielo non ha nulla di meno rispetto agli uomini, sono emerse figure incredibili. La scienza è di tutti, purché ci sia motivazione”.

Tra le righe emerge la consapevolezza di un’eredità complessa, fatta di esclusioni e fatiche, ma anche di conquiste recenti che oggi non possono più essere ignorate. Lo ribadisce anche De Laurentis, rivolgendosi direttamente alle ragazze che parteciperanno all’iniziativa: “Vorrei che capissero che non devono chiedere il permesso di appartenere alla scienza, la scienza è anche loro, lo è sempre stata, e spero che la mia presenza serva a questo: a mostrare che si può venire da Napoli, studiare alla Federico II e contribuire a qualcosa di grande”. Un messaggio di incoraggiamento che diventa quasi un manifesto: “non aspettate che qualcuno vi dica che ne siete all’altezza. Lo siete già”.
Annamaria Biancardi

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