“Istologia e Morfogenesi, nel primo semestre, sono i primi esami da sostenere. Li si può chiudere entro febbraio. Sono anche il primo approccio con la Veterinaria”. Agostino Navarra, rappresentante degli studenti, dispensa suggerimenti e consigli ai ragazzi ed alle ragazze i quali, superata la prova di ammissione, s’iscriveranno al Corso di Laurea in Veterinaria. “Importante”, prosegue, “concentrarsi sui diversi moduli che costituiscono un esame e sostenerli in sequenza, per guadagnare la prova a libretto. Altrimenti si rischia di disperdersi e di non conseguire i 4 esami necessari a superare lo sbarramento tra il primo ed il secondo anno del Corso di Laurea”.
Veterinaria, sottolinea il rappresentante degli studenti, è una Facoltà che impone la frequenza ai corsi ed ai laboratori. “L’impegno è notevole, meglio saperlo da subito. Ci sono le lezioni, le esercitazioni, i laboratori. Si inizia la mattina presto e si finisce nel pomeriggio, tra le quattro e le cinque. Tempo per studiare ne rimane relativamente poco. E’ fondamentale mettere a frutto la frequenza, apprendendo già in aula, e ottimizzare i tempi morti tra un corso e l’altro”. Un punto, quest’ultimo, delicato, perché, dal punto di vista delle strutture, Veterinaria non offre ancora tutto quel che dovrebbe ai suoi studenti, che la frequentano a tempo pieno. “Nella sede centrale manca un’aula studio e questo è un grosso limite. Forse sarà pronta a settembre e sarebbe un buon biglietto da visita, per chi si iscriverà al primo anno. La stanno realizzando, all’interno di spazi attualmente inutilizzati. Spero che i tempi siano rispettati”. Al Don Bosco, la sede dove gli studenti di entrambi i Corsi di Laurea frequentano le lezioni del primo anno, non c’è, inoltre, la biblioteca. “Come per l’aula studio”, riferisce Navarra, “c’è un progetto di realizzarla. In quanto tempo non so. Importante è che si faccia presto perché è disagevole che lo studente debba spostarsi da via Don Bosco a via Del Pino, per consultare un testo. Un altro problema della sede distaccata è che, a parte la segreteria al piano terra, non c’è il collegamento internet. E’ un handicap serio”. Uno dei momenti centrali della vita dello studente di Veterinaria – è ancora Navarra che parla – è certamente la frequentazione dei laboratori: “quando si assiste ad un esperimento è importante la massima concentrazione, perché sono momenti preziosi. Tanto più preziosi, direi, perché i nostri laboratori sono piccoli. I docenti, per consentire di partecipare a tutti gli allievi, organizzano vari turni. Le opportunità di frequentare i laboratori sono insomma garantite, ma vanno sfruttate nel migliore dei modi possibili”. Discorso analogo per l’osservazione diretta dei pazienti, gli animali. “Io frequento il quarto anno e ho avuto occasione di assistere a interventi o visite sui piccoli animali, all’interno delle cliniche. Per l’approccio ai grandi animali la Facoltà organizza trasferte presso aziende zootecniche ed allevamenti. Purtroppo poche. So però che il Preside ha in programma di acquistare una clinica mobile che si sposti e permetta ai docenti di effettuare interventi anche al di fuori della Facoltà. L’idea è di portare anche gli studenti –una decina per volta – in maniera che possano assistere dal vivo agli interventi sui grandi animali”.
Veterinaria, sottolinea il rappresentante degli studenti, è una Facoltà che impone la frequenza ai corsi ed ai laboratori. “L’impegno è notevole, meglio saperlo da subito. Ci sono le lezioni, le esercitazioni, i laboratori. Si inizia la mattina presto e si finisce nel pomeriggio, tra le quattro e le cinque. Tempo per studiare ne rimane relativamente poco. E’ fondamentale mettere a frutto la frequenza, apprendendo già in aula, e ottimizzare i tempi morti tra un corso e l’altro”. Un punto, quest’ultimo, delicato, perché, dal punto di vista delle strutture, Veterinaria non offre ancora tutto quel che dovrebbe ai suoi studenti, che la frequentano a tempo pieno. “Nella sede centrale manca un’aula studio e questo è un grosso limite. Forse sarà pronta a settembre e sarebbe un buon biglietto da visita, per chi si iscriverà al primo anno. La stanno realizzando, all’interno di spazi attualmente inutilizzati. Spero che i tempi siano rispettati”. Al Don Bosco, la sede dove gli studenti di entrambi i Corsi di Laurea frequentano le lezioni del primo anno, non c’è, inoltre, la biblioteca. “Come per l’aula studio”, riferisce Navarra, “c’è un progetto di realizzarla. In quanto tempo non so. Importante è che si faccia presto perché è disagevole che lo studente debba spostarsi da via Don Bosco a via Del Pino, per consultare un testo. Un altro problema della sede distaccata è che, a parte la segreteria al piano terra, non c’è il collegamento internet. E’ un handicap serio”. Uno dei momenti centrali della vita dello studente di Veterinaria – è ancora Navarra che parla – è certamente la frequentazione dei laboratori: “quando si assiste ad un esperimento è importante la massima concentrazione, perché sono momenti preziosi. Tanto più preziosi, direi, perché i nostri laboratori sono piccoli. I docenti, per consentire di partecipare a tutti gli allievi, organizzano vari turni. Le opportunità di frequentare i laboratori sono insomma garantite, ma vanno sfruttate nel migliore dei modi possibili”. Discorso analogo per l’osservazione diretta dei pazienti, gli animali. “Io frequento il quarto anno e ho avuto occasione di assistere a interventi o visite sui piccoli animali, all’interno delle cliniche. Per l’approccio ai grandi animali la Facoltà organizza trasferte presso aziende zootecniche ed allevamenti. Purtroppo poche. So però che il Preside ha in programma di acquistare una clinica mobile che si sposti e permetta ai docenti di effettuare interventi anche al di fuori della Facoltà. L’idea è di portare anche gli studenti –una decina per volta – in maniera che possano assistere dal vivo agli interventi sui grandi animali”.