La scommessa di rilanciare la scherma al Cus Napoli sembra dare i suoi frutti. A settembre, infatti, si era deciso di accogliere l’istanza degli studenti di introdurre la disciplina non solo nella versione ‘olimpica’ (quella più nota e che vediamo in TV), ma anche ‘storica’. Ad un mese dall’inizio dell’anno sportivo, entrambe le sezioni hanno formato le prime squadre e l’interesse continua a crescere.
A riportarlo sono gli atleti che già hanno scelto il CUS per la stagione sportiva 2025/26, tra cui Gabriele Tempone, studente di Geologia alla Federico II, e amante della scherma storica. Per lui, l’istituzione di questo corso rappresenta “una grande opportunità per far conoscere il nostro sport ad un pubblico più giovane”. E rivela: non mancano ragazzi che, frequentando già la struttura, “si affacciano ogni tanto in palestra, incuriositi”.
Forse perché, come sostiene Gabriele, la scherma storica è capace di conquistare un po’ tutti: “combattiamo con armi d’epoca e adottando tecniche antiche e questo piace agli appassionati di storia” e anche agli schermidori più tattici, perché “il regolamento offre molta più libertà, rispetto alla versione olimpica, sia nella scelta dei colpi che dei movimenti, dato che non si combatte in lungo in pedana, ma ci si muove liberamente nello spazio”.
È indispensabile, quindi, “vedere le cose sotto più punti di vista, strutturare un ragionamento, crearsi un piano per raggiungere un obiettivo e anche pensare in modo un po’ alternativo”, suggerisce Gabriele. Nella squadra di scherma olimpica, invece, ci sono Manuela Grillo, studentessa di Medicina alla Federico II, e Arturo Masullo, studente di Fisica. Entrambi raccontano di essere arrivati al CUS per seguire il maestro, Emilio Basile, con cui per anni si sono allenati in lungo e in largo nella provincia di Napoli.
Alle spalle hanno una grande esperienza in fatto di palestre, ma rivelano che nessuna è stata mai come il CUS: “Ci hanno messo a disposizione la palestra e la pista di atletica per correre all’aperto; quindi abbiamo tutte le risorse per poter svolgere una preparazione atletica di alto livello”, racconta Manuela.
“Spesso la scherma viene trattata come uno sport inferiore e le vengono riservati spazi davvero ristretti”, spiega Arturo. I due studenti – atleti sono accomunati dall’aver scoperto la scherma dopo aver praticato diversi sport, nessuno dei quali era mai riuscito a conquistarli realmente. Poi l’illuminazione. Arturo ha trovato una disciplina che lo mette a confronto con le sue attitudini e i problemi e lo spinge a lavoraci su: “ho sempre avuto molta ansia dell’ambiente agonistico, delle gare e del confronto.
Grazie agli anni di scherma ho imparato a gestire queste problematiche, che lo sport aveva portato a galla”, afferma. Manuela, invece, ha scelto di darsi alla spada affascinata dai film d’azione e studia le tattiche di combattimento anche da sola a casa, annotando tutto in un piccolo quadernetto: “l’insegnamento che mi ha lasciato lo sport è non accontentarsi mai solo di quello che si fa in palestra, ma essere curiosi e approfondire anche fuori, e questa mentalità la porto con me anche all’università”, racconta.
Il 100% delle persone che è venuta a provare, riporta Arturo, ha poi confermato l’iscrizione. Un segnale di speranza, per Manuela, che la squadra possa crescere sempre di più e puntare anche all’agonismo: “ogni persona ha un modo diverso di tirare e più siamo più impariamo gli uni dagli altri”.
Giulia Cioffi
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Ateneapoli – n.17 – 2025 – Pagina 35







