250 libri per la Biblioteca del carcere di Secondigliano

“Voltare pagina”, il titolo della seconda giornata – che si è svolta il 19 aprile – per la Raccolta di Libri Giuridici, iniziativa promossa dalla prof.ssa Francesca Galgano con l’intento di arricchire il fondo “Liberi Libri” della Biblioteca del Centro Penitenziario di Napoli – Secondigliano. Quindici studenti volontari hanno accolto le donazioni ai due presìdi allestiti presso l’Edificio Centrale e quello in via Porta di Massa del Dipartimento. Nell’arco di 7 ore sono stati consegnati 250 testi. “L’idea – racconta la prof.ssa Galgano, docente di Storia del diritto romano – nasce da un’esperienza personale. Mi sono recata tempo fa nel carcere di Secondigliano perché un detenuto iscritto al nostro Corso di Studi doveva sostenere l’esame nella mia disciplina. Mi colpì molto la preparazione del ragazzo. Era bravissimo, aveva studiato con passione anche le minime note e meritava la lode”. In quella occasione, “le operatrici culturali del carcere mi fecero presente come alcuni ragazzi volessero impegnarsi nello studio. Purtroppo, con la difficoltà di reperire i libri, le famiglie all’esterno non sempre erano in grado di procurare i manuali”. Così “mi fu chiesto, lo scorso anno, se i ragazzi del mio corso potessero donare i libri che non usavano più. Gli studenti si sono resi fin da subito disponibili”. Nell’arco di due anni sono stati raccolti 513 volumi, tutti catalogati e disponibili presso la Biblioteca del Carcere. “Alle donazioni spontanee si sono aggiunte anche quelle di due case editrici: l’Editoriale Scientifica e la Giappichelli di Torino. I volumi sono tutti titoli giuridici: spaziano dall’educazione alla legalità, ai princìpi fondamentali dell’ordinamento, da atti di convegni sulle carceri, a temi di filosofia del diritto e cultura generale”. Una terza giornata di raccolta si terrà a fine anno: “Prima di Natale organizzeremo un seminario inerente al tema. Vorremmo far diventare la Biblioteca del Carcere una realtà aperta, rivolgendo l’attenzione anche ad altri centri penitenziari più grandi di Secondigliano. I nostri studenti si sono dimostrati molto sensibili. Non solo hanno affrontato la questione del carcere in modo più pratico ma hanno anche compreso che i detenuti sono essere umani con aspirazioni comuni. Acuire la sensibilità è un nostro preciso dovere di insegnanti, i detenuti non sono reietti da evitare e giudicare”.
5 i detenuti iscritti a Giurisprudenza
I testi raccolti, racconta la dott.ssa Anna Carcarino, operatrice culturale nel carcere di Secondigliano, che ha aiutato la prof.ssa Galgano a dare vita al progetto, “sono divisi per ciascun reparto. Abbiamo 5 detenuti iscritti a Giurisprudenza, considerando che il livello di scolarità è molto basso, questo numero è una grande conquista. Quest’iniziativa rappresenta una grande risorsa, la cultura e l’istruzione sono le uniche armi per far mutare alcune situazioni”. L’incontro materiale con i manuali, che vengono fatti circolare liberamente, avviene per diverse ragioni. “I nostri detenuti si legano ai libri, sono curiosi perché il testo giuridico dà un respiro diverso alla loro permanenza.
In questo modo hanno un riscontro pratico con la legalità, scendono in Biblioteca, attingono ai manuali e si sentono come a scuola”. In progetto: “il coinvolgimento degli studenti di Giurisprudenza come tutor dei detenuti. Sarebbe interessante per i nostri ragazzi avere un confronto con altre persone, con chi vive l’Università in modo diverso e libero”. Riscontro positivo anche da parte degli studenti che hanno partecipato alla raccolta dei testi. “Mi sono reso subito disponibile – afferma Massimo de Giovanni, uno dei 15 ragazzi al banco raccolta libri – L’iniziativa è molto interessante. Con un po’ di impegno, a Porta di Massa abbiamo raccolto sui 150 testi in un giorno. Una bella soddisfazione”. All’inizio, racconta, “ero estraneo alla problematica delle carceri, pensavo che i detenuti non fossero interessati allo studio. Invece, ho scoperto che alcuni hanno la voglia di riscatto e di migliorarsi. Dare una mano alla professoressa mi ha aperto la mente”. Quest’anno l’evento è stato più partecipato: “I nostri colleghi si sono impegnati nel portare i testi, è bello vedere come i ragazzi ci si aiutino a vicenda, pur provenendo da ambienti diversi”. Massimo conclude: “mi piacerebbe far visita ad un Istituto penitenziario per entrare nel vivo delle problematiche”.
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