Il Dipartimento di Ingegneria Civile ed Ambientale (Dicea) ha da poco concluso la settimana della ‘Short Mediterranean Phd School’ (7 – 12 ottobre) durante la quale si è lavorato sull’impatto del cambiamento climatico e le risposte sostenibili dell’ingegneria. La Scuola di Dottorato, alla quale hanno partecipato docenti di fama e 30 laureati provenienti da tutta Italia, ma anche da Africa, Asia e Unione Europea, “si è conclusa con un’interessante visita ai cantieri della metropolitana, dietro la guida del prof. Ennio Cascetta, Presidente di Metropolitana di Napoli Spa”, racconta il prof. Maurizio Giugni, Direttore del Dipartimento. Poi aggiunge: “Credo che questa Scuola diventerà un appuntamento fisso nell’agenda del Dipartimento”.
Soddisfazione anche sul fronte delle immatricolazioni con un trend crescente, dopo il calo degli scorsi anni che aveva investito tutto il settore: “Lo scorso anno avevamo già registrato una ripresa, quest’anno abbiamo avuto una risposta molto soddisfacente sia nel settore civile che ambientale. A fine anno spererei di assestarmi sui 300 immatricolati”. La tendenza ad “una crescita di questi ‘settori storici’ dell’ingegneria – avvertita anche in altre sedi italiane – credo sia dovuta non solo all’impegno nell’orientamento, ma anche a qualche opportuna innovazione nei percorsi formativi. Il calo di immatricolati nel tempo è probabile si sia verificato per una errata percezione che i giovani avevano di questo settore dell’ingegneria considerato obsoleto”.
Un esempio di modifiche della didattica è il percorso di Engineering Manager che riguarda l’energia nella Laurea Magistrale di Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio: “Un percorso legato alle diverse forme di energie rinnovabili, dalla geotermica alla eolica, idraulica o le biomasse, per la gestione delle quali a livello territoriale c’è bisogno di figure manageriali esperte ed altamente qualificate”.
Soddisfazione anche sul fronte delle immatricolazioni con un trend crescente, dopo il calo degli scorsi anni che aveva investito tutto il settore: “Lo scorso anno avevamo già registrato una ripresa, quest’anno abbiamo avuto una risposta molto soddisfacente sia nel settore civile che ambientale. A fine anno spererei di assestarmi sui 300 immatricolati”. La tendenza ad “una crescita di questi ‘settori storici’ dell’ingegneria – avvertita anche in altre sedi italiane – credo sia dovuta non solo all’impegno nell’orientamento, ma anche a qualche opportuna innovazione nei percorsi formativi. Il calo di immatricolati nel tempo è probabile si sia verificato per una errata percezione che i giovani avevano di questo settore dell’ingegneria considerato obsoleto”.
Un esempio di modifiche della didattica è il percorso di Engineering Manager che riguarda l’energia nella Laurea Magistrale di Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio: “Un percorso legato alle diverse forme di energie rinnovabili, dalla geotermica alla eolica, idraulica o le biomasse, per la gestione delle quali a livello territoriale c’è bisogno di figure manageriali esperte ed altamente qualificate”.