Ansie, gioie e piccoli drammi

Ancora tempo di esami ad Ingegneria. Le lezioni riprenderanno agli inizi di marzo. Incontriamo un gruppo di studenti nella sede di Agnano. E’ il giorno del terzo appello dell’esame di Analisi Matematica I. Il cortile del complesso è invaso dagli studenti in attesa. Giovanni Minillo e Livio Galeotti sono due matricole di Ingegneria Meccanica che hanno avuto un approccio all’università non proprio dei più sereni. “Abbiamo appena sostenuto Disegno tecnico industriale ed ora speriamo di superare anche Analisi. Non credevamo di affrontare uno studio così complicato”, dicono. In attesa ci sono Riccardo Esposito Abate, Andrea Falanga e Salvatore Montanino anche loro studenti di Ingegneria Meccanica. Sono al secondo tentativo. “Veniamo dalla provincia. Ci svegliamo tutti i giorni alle sei per prendere il treno. Alcuni giorni seguiamo le lezioni dalla mattina al pomeriggio e torniamo a casa la sera tardi. La mattina successiva in aula si dorme. Il tempo per studiare è sufficiente se si hanno buone basi, ma se non si è studiato abbastanza a scuola, il tempo non basta. Siamo riusciti a dare Disegno e Geometria”, raccontano i tre ragazzi contenti della Facoltà  ma non delle aule T di Monte Sant’Angelo, un motivo che ritorna spesso. “Piove in aula, però ci sono molte mense e questo è un bene”. Simone Iannone è una matricola ad Ingegneria Aerospaziale. E’ un po’ teso prima di entrare in aula: “la Facoltà è interessante, così l’indirizzo. Mi piacerebbe, però, fosse organizzata qualche visita in azienda, un’esperienza che hanno vissuto alcuni miei amici a Torino. Comunque questa è una delle migliori Facoltà di Ingegneria, con dei professori davvero bravi”. Cristina Urso, matricola ad Ingegneria Biomedica, è molto contenta della Facoltà con la quale rispetto ad altri suoi colleghi ha avuto un approccio più sereno. “Quasi tutti i professori sono stati molto disponibili. Solo le date di esame si accavallano un po’. Ce ne sono diverse, ma in pochi giorni  sono stati fissati tutti gli esami. Comunque abbiamo due mesi e mezzo per studiare e sono riuscita a dare Fisica e lo scritto di Analisi”. Roberto Gulotta, matricola ad Ingegneria Gestionale per la Logistica e Produzione, fresco di OFA e in attesa prima di entrare a sostenere l’esame di Analisi Matematica I, afferma: “non si corre tanto, però ci sono molte cose da imparare. I tempi sono giusti, ma le richieste dei professori sono esagerate. In tre mesi abbiamo fatto cinquanta teoremi; per Fisica è stato lo stesso. Però l’organizzazione è buona. Questo è l’ultimo esame, poi ci sono due settimane prima dell’inizio dei corsi… per dormire un po’”. Anche Roberto fa notare che nelle aule di lezione a Monte Sant’Angelo piove. La sua collega Chiara Di Napoli è al secondo anno ma è anche lei in attesa di sostenere la prova di Analisi I: “questa è la quarta volta. Le materie sono belle, ma per chi non ha una preparazione adeguata è dura. Vengo dal Liceo per le Scienze Sociali, ci sono materie che non ho mai affrontato, a scuola però in Matematica ero brava. Con Fisica ho avuto anche più difficoltà, Chimica invece è fattibile. I tempi per studiare sono stretti, ma l’organizzazione è buona”. Anche Chiara condivide l’opinione su Monte Sant’Angelo: “Le aule sono disastrate e sporche”. 
Davanti all’aula studio del primo piano incontriamo Pasquale Ludi, Luca Leone e Johnatan Mugu, sono tre studenti iscritti al terzo anno fuori corso di Ingegneria Informatica. “Non mi lamento dell’organizzazione, burocrazia per la tesi a parte. Quello che non mi è piaciuto dell’università è stata la riforma. Perché le aziende che assumono i triennali si lamentano di non avere un ingegnere finito. È come se avessero seguito un corso post-diploma. Dunque, studiamo tanto per un titolo che in ambito lavorativo non è spendibile. Alla fine si è costretti a continuare, o a spostarsi per trovare lavoro. Non possiamo nemmeno partecipare ai concorsi pubblici”, dice Johnatan che una volta conseguito il titolo triennale pensa di non proseguire, vuole cercare lavoro, magari all’estero. “Per frequentare la laurea magistrale dovremmo integrare degli esami”, aggiunge. Anche Pasquale pensa di fermarsi alla triennale e cercare lavoro, perché dice: “sono grandicello”. Luca invece proseguirà perché “le limitazioni in campo lavorativo sono troppo forti. Sto facendo il tirocinio in azienda e noto la differenze fra i due livelli di laurea. Al triennio si corre troppo”. Tutti e tre sono bloccati da un esame che sta loro tagliando le gambe, Metodi Matematici per l’Ingegneria, un esame sui numeri complessi. “Per quanto la Matematica serva ad un ingegnere non c’è bisogno di tanto approfondimento. Ho conosciuto ingegneri informatici che sapevano sviluppare funzioni complesse dell’analisi, ma non sapevano ideare un sito o scrivere un programma gestionale. Un grosso deficit”, commenta Johnatan. Gabriella Mometti è una studentessa iscritta al primo anno della laurea quinquennale in Ingegneria Edile Architettura, che prevede corsi annuali. Dice: “credo che il primo anno sia il più duro, perché non abbiamo risultati fino alla fine dell’anno e poi dovremo comunque sostenere sei esami in tre mesi. Abbiamo fatto solo delle prove intercorso, ma il risultato ci verrà dato ad aprile. Certo, essere in pochi aiuta”.                                                   
Simona Pasquale
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