Apre il nuovo punto ristoro a Palazzo Pacanowski

Tavola apparecchiata, a Palazzo Pacanowski si mangia. È finito l’esodo quotidiano degli studenti della Parthenope verso bar e ristoranti convenzionati. Dalle 12.30, e per circa due ore, ogni giorno per loro si aprono le porte di una sala posta al piano A della scala C, a pochi passi dall’aula informatica. È quella che ospita il nuovo punto ristoro, aperto lo scorso 10 maggio e pronto a diventare luogo di aggregazione, come sottolinea il dottor Umberto Accettullo, Direttore amministrativo dell’A.Di.S.U. Federico II, L’Orientale e Parthenope: “con la mensa i ragazzi hanno la possibilità di mangiare e stare insieme senza perdere tempo a cercare strutture convenzionate”. Un vantaggio che potrebbe presto arrivare anche altrove: “contiamo di aprire un altro punto ristoro al Centro Direzionale”. Per usufruire del servizio, gli studenti possono utilizzare una Smart Card: “completamente gratuita. Basta compilare una domanda on-line sul nostro sito e andare a ritirarla presso i nostri uffici – in via Galileo
Ferraris – dopo 48 ore”. Il conto alla cassa non è lo stesso per tutti: “alcuni borsisti hanno diritto a fruire del servizio gratuitamente. Per gli altri, invece, ci sono varie fasce. In base al reddito lo studente è tenuto ad integrare il costo del pasto fino a un massimo di tre euro”. All’utenza viene proposto un menu completo che va dal primo fino alla
frutta: “i pasti sono preparati nelle cucine della residenza Parthenope. In futuro, valutando l’affluenza dei ragazzi, potremmo prendere in considerazione l’idea di installare pure in loco delle cucine, previo consenso dell’Università”. Nel frattempo, a prendersi cura dei ragazzi ci pensano Nunzia e Antonella, che lavorano per EP s.p.a, l’azienda che fornisce il servizio di catering: “utilizziamo prodotti di qualità. Oggi proponiamo risotto ai frutti di mare e spezzatino con patate e piselli. In altre occasioni abbiamo portato pasta e patate, pasta al sugo, hamburger, provola e contorni vari”. Tutto servito in vaschette: “i pasti arrivano caldi. In ogni caso, abbiamo a disposizione dei forni per riscaldarli”. Il menu prevede: “primo, secondo, contorno, pane, acqua e frutta. Qualcuno ci ha chiesto un panino farcito, ma al momento non c’è questa possibilità”.
Risparmio di tempo e soldi per gli studenti
Buone le valutazioni degli studenti. Paolo Marco Guarracino, iscritto al secondo anno di Management delle imprese internazionali, spiega: "mi sto trovando bene. Economicamente conviene rispetto ai bar che sono qui fuori. Io sono vincitore di borsa, quindi non pago nulla, ma il discorso vale anche per i miei colleghi che hanno la possibilità, per soli tre euro, di comprare un pasto completo”. Occasione sfruttata da Antonio Covino, studente di Economia della cooperazione e del commercio internazionale: “il servizio è efficiente e per noi molto utile. Non dobbiamo uscire dall’università per trovare da mangiare. È un guadagno di tempo e soldi. Non ho ancora fatto la tessera, ma preferisco comunque pagare e venire qui”. È rimasto addirittura sorpreso Francesco Coppola, di Economia e amministrazione delle aziende: “per me è la prima volta qui. Sono rimasto sorpreso. Non mi aspettavo un locale così bello, spazioso e luminoso. Mi è piaciuto tantissimo”. A presentarglielo, il suo collega Vincenzo Bianchi: “sono venuto giorni fa a mensa, spinto dalla curiosità di provare. Mi sono trovato così bene che credo che non la lascerò più. Mi dispiace solo che non l’hanno aperta prima”. Un ulteriore vantaggio, oltre al risparmio, è sottolineato da Salvatore Gelli, di Economia e amministrazione delle aziende: “la mensa ci permette di seguire un’alimentazione più sana rispetto a un bar dove di solito si trovano solo cibi pesanti”. È diventato un habitué della sala Davide Guerra, altro aspirante economista: “il cibo è ottimo, i prodotti sono freschi. Oggi ho mangiato risotto ai frutti di mare e spezzatino, era tutto eccezionale”. Sul self service, sottolinea: “vorrei avere la possibilità di differenziare i rifiuti in prima persona, mi piacerebbe poter dare una mano in tal senso”. Sulla qualità dei piatti è d’accordo con lui Antonio: “una delle ultime volte ci hanno proposto la pasta alla siciliana. Era così buona che ho voluto fare il bis”. Non mancano aspetti da rivedere. Una scelta più variegata è la richiesta di Stefania e della sua collega Francesca Vanacore: “il menu è fisso e non permette di scegliere tra più alternative. Se i piatti proposti non ci piacciono siamo
costrette ad andare via. Inoltre, la mancanza di scelta può rappresentare un problema di fronte a eventuali intolleranze”. Si sofferma sulla card, invece, Giampiero Aliberti: “dobbiamo andare a ritirarla in via Galileo Ferraris. Forse sarebbe stato preferibile darci la possibilità di stamparla o almeno di farla arrivare qui in segreteria”. Lo avrebbe preferito di certo Cosimo, reduce da un viaggio infruttuoso: “nella mail che mi hanno inviato non c’erano gli orari dell’ufficio – tutti i giorni lavorativi dalle 9 alle 13 – in cui la si può ritirare. Quindi ho fatto un viaggio a vuoto, non poco visto che è problematico raggiungere gli uffici di via Galileo Ferraris”. È ritornato comunque in tempo per la pausa pranzo con i colleghi. Tavola apparecchiata, a Palazzo Pacanowski si mangia.
Ciro Baldini
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