Arte, storia, cultura, enogastronomia: gli studenti raccontano le bellezze del casertano

Quando si parla di valorizzazione del territorio c’è poco da scherzare. Sono necessari impegno e forza di volontà affinché si individuino correttamente i punti di forza dell’area di interesse e i modi in cui sfruttarli. È stato questo l’oggetto del workshop che si è tenuto presso il Dipartimento di Lettere e Beni Culturali dall’1 al 6 luglio e che ha visto coinvolti venticinque studenti spinti dal desiderio di mettersi in gioco per la propria realtà. Cinque giorni di lezioni, incontri e attività laboratoriali con lo scopo di ideare, e successivamente realizzare, un progetto che promuovesse la valorizzazione della Terra di Lavoro. I venticinque giovani hanno quindi ascoltato numerose personalità, tra cui imprenditori locali, esperti e giornalisti, che potessero fornire loro non soltanto le competenze per l’ideazione di un progetto, ma anche il giusto stimolo tramite il Landtelling, ossia il ‘raccontare il territorio’, proprio come se quest’ultimo potesse parlare. Ed è effettivamente così, se si pensa all’inesauribile fonte di arte, storia e cultura, anche enogastronomica, di cui il casertano dispone. Il sesto giorno gli studenti, divisi in gruppi, hanno esposto il loro progetto e sono stati proclamati i vincitori, il cui lavoro potrà essere selezionato e impiegato nell’ambito del progetto “Spazio Europa” di cui fa parte la Regione Campania.
Curatrice del progetto, impegnata in eventi similari e in attività di job placement, è stata la prof.ssa Nadia Barrella, docente di Museologia e critica artistica e del restauro presso il Dipartimento. “Senza di lei non ci sarebbe stato alcun progetto – dice Nadiaclara Trigari, laureata in Conservazione dei Beni Culturali e capogruppo del progetto vincitore – Si è occupata di tutto, dalla redazione del bando all’attuazione dell’iniziativa”. Nadiaclara, insieme ad Emanuele Lantini, come lei laureato in Conservazione dei Beni Culturali, fa parte del team vincitore del workshop. Il progetto che hanno presentato, insieme a Sara Di Nuzzo e a Laura Mastrangelo, si chiama “CE da scoprire”. Prevede un percorso sensoriale attraverso cui scoprire il territorio casertano e “nasce con l’idea di abbattere il pregiudizio che orbita intorno alla Terra dei Fuochi, perché il casertano non è solo questo – spiega Emanuele – Il percorso si snoda su uno spazio di circa quindici metri e si divide in quattro sezioni che il visitatore attraverserà bendato, in modo da non sapere dove si trova e quali sono gli odori, i sapori e gli oggetti con cui avrà a che fare, scoprendolo soltanto nell’ultima sezione”. Le quattro sezioni, illustra Nadiaclara, sono precedute da un’anticamera in cui aleggerà un odore di rosa seplasia, fiore oggi coltivato a Capri ma originario dell’antica Capua, di cui il visitatore si inebrierà. Le successive tre sono composte da pavimentazioni differenti, rispettivamente foglie secche del Monte Matese, paglia di Maddaloni (quella impiegata nel riposo delle mele annurche) e sabbia del litorale domizio. “Il visitatore attraverserà il percorso seguendo una fune di seta di San Leucio, assaggiando in ogni sezione prodotti tipici. Nella prima sezione, dedicata alle primizie del Matese, il tarallo di Sant’Angelo da Life, le castagne di Roccamonfina, il lupino gigante di Vairano e un Pallagrello delle cantine Caputo. Nella seconda, un conciato romano di Piedimonte Matese, un succo di mela bio dell’azienda Verticelli, pane di Capriati e un Asprinio di Aversa delle stesse cantine Caputo. La terza è dedicata ai limoni di Mondragone, di cui anche il terreno ha l’odore essendo di origine tufacea. Il visitatore qui assaggerà limoncello di Mondragone, Guappa  (liquore di latte di bufala campana) e dolci tipici, come le Scrippelle e il Roccobabà di Casal di Principe. Nell’ultima sezione l’utente verrà sbendato, attraverserà un sipario di seta di San Leucio e assisterà ad un video promozionale delle zone meno conosciute del Casertano”. L’idea è che il visitatore esca “rinnovato da questa esperienza, con meno pregiudizi verso la nostra terra”, ha chiosato Nadiaclara. Il progetto, del quale sono state premiate la genuinità e la semplicità, è in attesa di attuazione. Protagonista di questa vicenda è anche, sebbene non annoverata tra i vincitori, Mariagrazia Oliva, laureanda in Conservazione dei Beni Culturali. Tra i tre ragazzi si è instaurata una forte amicizia, rafforzata dal successivo impiego a Casertavecchia dove, su proposta del giornalista Luigi Ferraiuolo, hanno organizzato un servizio di visite guidate del borgo in occasione dell’evento “Settembre al Borgo”. “Questa potrebbe essere un’ottima prospettiva – afferma Mariagrazia – Casertavecchia è un borgo bellissimo, ma è necessaria più valorizzazione. Ci sono persone che vagano in cerca di una cartina e non la trovano; le brochure informative, che dovunque sono gratuite, qui hanno un costo elevato”. La parola chiave sembra dunque essere ‘valorizzazione’, ma naturalmente i neolaureati, competenti in  materia, devono essere messi in condizione di poter lavorare in collaborazione con enti realmente interessati alla tutela e alla divulgazione del patrimonio territoriale. “Il progetto è stato una bella esperienza, nonostante all’inizio fossimo scettici – termina Nadiaclara – Per adesso siamo in attesa della chiamata della Camera di Commercio e di una possibile attuazione del progetto; a breve dovremmo anche partire per esporre il nostro lavoro a Milano”. 
Nicola Di Nardo 
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