Camice, rispetto dei turni e niente cellulare

Uno: indossare il camice. Due: non consumare cibi e bevande. Tre: abbandonare tutte le distrazioni, in primis quelle da smartphone. Quattro:  rispettare i turni, perché il sovraffollamento è rigorosamente vietato. Un poker di regole basilari, forse scontate, ma sulle quali a Biotecnologie della salute ci si è voluti soffermare con una lezione ad hoc, tenutasi il 23 novembre nell’Aula Magna di via De Amicis, che per l’occasione ha ospitato circa trecento studenti. Il perché lo spiega uno dei docenti presenti in aula, il professore di Biologia applicata Massimo Mallardo: “per legge, gli studenti, prima di entrare nei laboratori didattici, devono essere informati sugli eventuali pericoli, sui rischi biologici e chimici e su tutto ciò che riguarda sicurezza e regole da osservare per evitare che i pericoli diventino realtà. L’incontro è stato incentrato sulla sicurezza personale, per prevenire incidenti che possono provocare danni di qualsiasi genere a sé stessi, ma anche agli altri”. Fondamentale per entrare in laboratorio: “bisogna stare attenti a ciò che si fa, seguendo le istruzioni dei RADoR (Responsabili delle Attività di Didattica o di Ricerca in possesso)”. Altro prezioso riferimento è la segnaletica di pericolo: “c’è l’obbligo di esporla in qualsiasi ambiente pubblico. È importante osservarla. Se non se ne capisce il significato, basta chiedere al responsabile”. Attenzione ai turni. Chi non li rispetta, rischia di ritornare a casa: “in una stanza non possono esserci più di venticinque studenti. È una regola imposta dai Vigili del fuoco. Chiediamo il rispetto dei turni, che verifichiamo con l’appello. Sulla regola dei venticinque studenti siamo intransigenti. Se si presentano in ventisei, uno deve andare via”. La numerosità “non riguarda solo la singola stanza, ma anche l’edificio. L’uso in contemporanea di tutti i laboratori deve tener conto di elementi di tutto l’edificio, come le uscite di sicurezza”. Una volta entrati, “bisogna indossare il camice e abbandonare qualsiasi oggetto superfluo, tipo i cellulari”. L’arrivederci al telefonino ha due motivazioni: “innanzitutto in laboratorio occorre non distrarsi. Stare attenti è il primo modo per non andare incontro ai percoli. Poi, se con gli stessi guanti si tocca un reagente chimico e il telefonino, cresce all’infinito il pericolo di contaminazioni e di farsi male”. Meglio non arrivare affamati all’esercitazione: “nei laboratori non si consumano cibi e bevande. Sembra banale, ma lo diciamo comunque. Sono un rischio perché possono essere contaminati da sostanze utilizzate in laboratorio”. All’introduzione sulle norme generali hanno fatto seguito indicazioni su aspetti particolari: “le prof.sse Filomena Rossi e Stefania Galdiero hanno descritto i piccolissimi rischi che riguardano il laboratorio chimico. Io, che insegno biologia cellulare, mi sono occupato della parte riguardante il possibile rischio biologico generale”. Durante le attività pratiche di Biologia: “non usiamo nulla di particolarmente pericoloso, ma semplicemente cellule eucariote che costituiscono un piccolo rischio per il fatto che i mezzi di coltura, se non usati opportunamente, possono supportare una crescita batterica enorme ed eventualmente anche patogeni”. Con una premessa: “per quello che facciamo nei laboratori di didattica, la possibilità che succeda qualcosa è di uno su un milione. La pericolosità oggettiva è molto bassa”. Nonostante ciò, arriva un suggerimento agli studenti: “avere buonsenso quando si fanno le cose. Al bar ci si comporta in un modo, in aula e in laboratorio in un altro”. 
Ciro Baldini
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