Esami duri, ma è la norma

Le pagine sono tante e gli esami complessi, ma questo a Medicina non è una novità, almeno per Alessandro, studente del secondo anno: “sto preparando Anatomia II, è difficile, ma ci può stare perché è una materia fondamentale per chi vuole diventare medico. Poi mi dedicherò a Biochimica umana. In generale, sono tranquillo”. Soddisfatto anche per la tipologia delle prove: “gli esami prevedono sempre sia lo scritto che l’orale. Io lo preferisco perché la prima prova ti permette di andare a discutere con il professore partendo da una base precisa e, soprattutto, ti aiuta a capire se hai studiato abbastanza”. Meno serena in relazione all’esame di Anatomia II è Martina, iscritta al terzo anno: “è una questione di fortuna, soprattutto allo scritto. L’ho provato diverse volte, adesso mi aspetta un nuovo tentativo. È duro sempre, anche se in alcune sessioni è sembrato leggermente più abbordabile”. Sua compagna di studi, Stefania, che mostra un’altra preoccupazione: “il numero elevato di iscritti ha fatto sì che le modalità di alcuni esami venissero riviste in corso d’opera. È stato il caso, ad esempio, di Genetica. Forse da questo punto di vista servirebbe una maggiore coordinazione tra i professori e un po’ di chiarezza in più”. Al momento, per entrambe, sono banditi discorsi a lungo termine: “non abbiamo ancora stilato un piano d’esami, perché dipende tutto da Anatomia II. Vista la complessità della materia, meglio procedere con cautela per non restare deluse”. Sulle modifiche apportate ad alcuni esami si sofferma un’altra studentessa del terzo anno, Maddalena: “non credo che questo comporti un problema. Per qualcuno è peggio, ma per altri è il contrario. In fin dei conti si tratta sempre di una questione di metodo”. Su Genetica: “a settembre è stata una strage, ma che io sappia a ottobre già è andata meglio. Il problema è che, rispetto al passato, allo scritto si è aggiunto un orale abbastanza tosto”. In generale: “al terzo anno ci sentiamo un po’ più penalizzati rispetto agli altri. C’è la sensazione di trovarsi in un periodo di transizione”. Non manca una premessa: “è una situazione difficile anche per i docenti. Non è facile insegnare certi argomenti a una mole così ampia di studenti”. Con lei studia Stefano: “sto preparando Microbiologia e Immunologia, un esame del secondo anno che ancora devo sostenere. È lungo, ma niente di inaspettato”. Anche gli studenti più grandi si sono già rimboccati le maniche. Mariarosaria, iscritta al quinto anno, è alle prese con Patologie della Testa e del Collo-Organi di Senso: “sono cinque materie. Lo scritto generalmente è abbordabile, soprattutto perché il libro è esaustivo. Sono favorevole alla doppia prova, principalmente perché è importante abituarci agli scritti in vista di concorsi che verranno in futuro. Qualche lacuna ci può stare, ma l’orale permette di colmarla”. Un piccolo handicap nell’affrontare la sessione d’esami: “ci sono date poco agevoli, troppo ravvicinate o troppo distanti tra loro, ma dopo cinque anni si impara a gestire i tempi”. Ai colleghi più giovani dice: “è importante essere flessibili, mutando il proprio metodo di studio in relazione alle prove da sostenere. Qui è dura, ma è normale sia così. Chi vuole fare questi studi solo perché ha visto Grey’s Anatomy, è meglio che cambi strada”. Sua compagna di corso è Cecilia: “l’anno scorso le date erano gestite molto bene e avevamo qualche appello perfino ad aprile. Quest’anno ci fermiamo a metà marzo, ma in qualche modo faremo”. Un consiglio ai più giovani: “è importante trovare qualcuno con cui confrontarsi. Manca l’interlocuzione con il docente, quindi il parlare con qualcuno aiuta molto nell’esposizione. È importante essere umili nel chiedere aiuto”.
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