I laureati in americanistica non potranno insegnare le lingue europee!

Gli studenti dell’indirizzo americanistico della Facoltà di Lingue e letterature straniere rischiano seriamente di restare esclusi dalla partecipazione ai concorsi per l’insegnamento di Inglese, Spagnolo o Portoghese, dopo la laurea. Chi non si rassegna a che tale possibilità gli sia preclusa, in attesa che la situazione si chiarisca, inserisca nel suo piano di studi una biennalità di Lingua e letteratura inglese, oppure spagnola, oppure portoghese. Poi aspetti gli eventi ed incroci le dita.
Premessa necessaria ad inquadrare i termini della vicenda è che per concorrere all’insegnamento di una lingua e letteratura straniera il laureato deve aver sostenuto almeno tre annualità della disciplina. L’indirizzo americanistico prevede che lingue quadriennali e triennali debbano essere necessariamente scelte tra ispano – americano, anglo – americano e brasiliano. Lo studente che lo frequenta, dunque, tutt’al più può sostenere due esami di Inglese, oppure di Spagnolo oppure di Portoghese. Resta perciò fuori, dai concorsi per l’insegnamento di tali materie. L’aver sostenuto quattro e tre esami di ispanoamericano, angloamericano e portoghese non gli verrà riconosciuto come equivalente – tecnicamente si parla di equipollenza – ai fini concorsuali. Lo ha decretato il CUN (Consiglio Universitario Nazionale), infatti, che ha fornito due pareri in materia al Ministero della Pubblica Istruzione. Le residue possibilità, per gli americanisti i quali non escludono un futuro in qualità di insegnanti, sono legate alle considerazioni espresse dal professor Vito Galeota, presidente dell’indirizzo. “l primo parere del CUN liquidava la questione sbrigativamente in quattro righe. A seguito di questa decisione ci sono state riunioni di associazioni di anglisti ed ispanisti, petizioni da parte delle facoltà, mobilitazioni. Qualcosa si è mosso, perché il secondo parere del CUN, anch’esso negativo, lascia aperta la possibilità che i nostri laureati, pur non potendo concorrere all’insegnamento delle letterature europee, possano, invece insegnare le lingue: Inglese, Spagnolo e Portoghese. Quindi potrebbero partecipare ai concorsi per l’insegnamento alle medie oppure negli istituti – per esempio i professionali – nei quali non si studia la letteratura, ma solo la lingua. Un’altra ipotesi – ecco perché stiamo consigliando di biennalizzare le lingue e letterature europee, è che la partecipazione ai concorsi per Lingua e letteratura inglese, spagnola oppure portoghese sia concessa a quegli americanisti i quali le abbiano biennalizzate”. La questione è dunque ancora suscettibile di sviluppi.  Quel che di certo si può dire è che il duplice parere negativo del CUN ha suscitato enorme malumore tra i docenti dell’indirizzo americanistico. “A quanto io ne sappia nella commissione del CUN che ha deliberato non era presente neanche un collega di Lingue e letterature. Si sono attenuti al dato meramente burocratico, trascurando completamente quello culturale. Senza considerare che sono venti anni che i laureati in americanistica insegnano Inglese, Spagnolo e Portoghese a scuola. Hanno dato un parere – il primo – estremamente sbrigativo, in quattro righi. Non vorrei che dietro ci fossero questioni di politica accademica, per esempio le pressioni della parte medievalista degli ispanisti e degli anglisti. Qualche ragione il CUN potrebbe averla per le letterature, ma per l’insegnamento delle lingue un laureato in angloamericano è equivalente, di fatto, ad un laureato in Inglese”. Mentre Ateneapoli va in stampa si svolge una riunione del Consiglio di indirizzo, dedicata interamente al problema. “Nel frattempo stiamo informando gli studenti – sottolinea il professor Galeota- ai quali faccio comunque presente che tutta la disciplina dovrà essere oggetto di revisione in conseguenza della riforma dei curricula scolastici ed universitari. Saranno istituite le Scuole di Specializzazione per i futuri insegnanti, i requisiti culturali dei quali dovranno essere individuati con le opportune deliberazioni dal Ministero della Pubblica Istruzione”.
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