I Professori Emeriti della Federico II si associano

Venerdì 15 febbraio alle ore 11.00, presso il Palazzo Pecoraro Albani in via Porta di Massa (Dipartimento di Giurisprudenza) verrà presentata alla platea accademica della Federico II l’Associazione Professori Emeriti Federiciani. Nata lo scorso settembre, l’Associazione vanta 67 iscritti su 113 professori emeriti viventi presso l’Ateneo. “La presentazione dell’Associazione si aprirà con una Lectio Magistralis del prof. Aldo Masullo dal titolo ‘Il sapere non si stanca’ – spiega il professore Emerito Carlo Lauro, docente di Statistica ad Economia, Presidente dell’Associazione – In quel frangente presenteremo il comitato di docenti (che andrà sostituito con prossime elezioni) che fa parte del Direttivo: i professori Giancarlo Bracale (Medicina), Carlo Pedone (Chimica), Luigi Fusco Girard (Architettura). A settembre nel comitato c’era anche il prof. Carmine Donisi che purtroppo ci ha lasciato poco tempo fa”. L’Associazione conta docenti provenienti da quattro macro-aree: “Le Scienze di Base, le Scienze della Vita, le Scienze Ingegneristiche e le Scienze Sociali ed Umanistiche. Ogni area è rappresentata da un quarto dei docenti Emeriti, ciò equivale a dire che l’Associazione è ben bilanciata e raccoglie tutti i Dipartimenti dell’Ateneo”. Professori di grande prestigio che, seppure in pensione, hanno pensato di rimettersi in gioco. “Mi viene in mente una battuta – continua il prof. Lauro – Il docente Emerito non è morto, è solo invisibile. Ecco, vogliamo dare visibilità del nostro mondo al mondo accademico. Metteremo a disposizione le competenze e le esperienze scientifiche che ognuno di noi ha sviluppato ed acquisito nei decenni di lavoro didattico e scientifico”. Scopo primario di fatto è quello di: “promuovere una ricerca scientifica interdisciplinare, di particolare interesse sociale e di respiro internazionale. Vorremmo, inoltre, dare supporto alla formazione universitaria mediante attività integrative di tutoring”. Sempre a supporto della formazione, “ci piacerebbe guardare alla formazione post universitaria con attività di Mentoring e di orientamento verso il mondo del lavoro”. C’è anche in programma un progetto: “per la prevenzione ed il contrasto alla dispersione universitaria e scolastica. Vorremmo dare supporto anche alle attività dell’ultimo anno delle superiori, attraverso un fitto orientamento”. Ultimo punto del Programma: “Promuoveremo la cultura della legalità e la tutela dei diritti umani e sociali, tema che era molto caro al prof. Donisi”. Programma molto ricco e vario che fa preludere un dispendio di energie notevoli. Altro che docenti in pensione, i professori Emeriti sono più attivi che mai. “Ciò che più ci manca è il rapporto e la comunicazione quotidiana con i giovani. Questi ultimi ci fanno riflettere, portano nuove idee e ci mantengono vigili – conclude il prof. Lauro – Agli studenti speriamo di apportare i nostri migliori benefici. Non vogliamo sostituirci ai loro docenti in cattedra, vorremmo, dove possibile, coadiuvare il lavoro”. 
L’Associazione Professori Emeriti non ha ancora una sede federiciana dove poter incontrare e ricevere docenti e studenti. “Il Rettore Gaetano Manfredi ci ha assicurato che a breve avremo un piccolo luogo, all’interno dell’Ateneo, dove poter svolgere la nostra attività in pianta stabile – racconta il prof. Emerito Biagio Grasso, docente di Diritto Privato a Giurisprudenza – L’idea è quella di svolgere un’attività sussidiaria nei confronti dell’Università dove abbiamo svolto la nostra attività lavorativa. Se ad esempio il mio Dipartimento vorrà utilizzare la mia esperienza potrà farlo, sia per la ricerca, sia per organizzare incontri di studio, sia per il tutorato”. Ma come si diventa Professore Emerito? “È il Consiglio di Dipartimento che valuta e propone il docente come Emerito. La proposta poi passa al Senato Accademico, ma è il Ministro della Pubblica Istruzione che concede questa qualifica. Come si evince, bisogna aver accumulato una certa esperienza nel proprio campo, anche a livello nazionale. Ad esempio si tiene conto delle pubblicazioni scientifiche, di avere degli studenti saliti in cattedra, della Ricerca ecc..”. C’è poi chi andando in pensione smette di lavorare e chi invece ritiene “di dover dare un contributo gratuito alla sua Università. Non siamo ‘vecchietti’ che si incontrano per parlare del tempo passato. Noi vogliamo promuovere la ricerca, elaborare progetti, discutere sul da farsi”. L’Università è molto cambiata negli anni, è difficile, secondo il prof. Grasso, dire se in meglio o in peggio. “Sono cresciuto in un altro mondo universitario, eravamo in pochi, oggi invece questo mondo è di massa”. Erano altri tempi: “E per chi è in avanti con gli anni come me, i tempi passati sono sempre i più belli. Ho iniziato che c’erano 30 civilisti in tutta Italia, ad oggi se ne contano 350. Diciamo che prima c’era una scrematura dell’eccellenza, oggi ci sono vari livelli invece”. Come posizionerebbe l’Ateneo Federiciano fra le eccellenze? “Per fortuna riusciamo a mantenere un livello medio-alto. Napoli è fatta da docenti qualificati che formano generazioni di studenti altrettanto eccellenti”. 
Susy Lubrano
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