Il Consiglio ribadisce: a novembre, esami solo per fuoricorso e laureandi

La sessione d’esami di novembre è ad uso esclusivo degli studenti fuori corso o laureandi. Lo ha ribadito la Facoltà nel Consiglio del 13 settembre.  La decisione, assunta l’anno scorso, motivata dalla scarsa affluenza a lezione in prossimità delle date d’esame, è difficile da digerire per gli studenti. Mirco Schiano Lomoriello, primo anno fuori corso alla Triennale in Scienze del Turismo, non è tra le persone toccate dal provvedimento, ma crede si tratti di una scelta ingiusta: “l’università dovrebbe mettere a disposizione degli studenti quante più sessioni possibili, perché gli esami sono tanti”. “Non è possibile aspettare di andare fuori corso per avere una sessione in più. Dobbiamo sostenere gli esami in due mesi e le date sono sempre vicinissime fra loro. Quest’anno, poi, gli esami si accavalleranno con l’inizio del secondo semestre, previsto ai primi di febbraio”, dicono Martina D’Angelo e Lina Polo, studentesse di Economia Aziendale. Dello stesso parere Daniela Esposito, iscritta a Scienze del Turismo: “in questo modo gli studenti in regola rischiano di andare fuori corso, visti anche i problemi che ci sono con le date che a settembre sono slittate anche di due settimane, accavallandosi con altri esami già previsti. È successo con Statistica delle Ricerche di Mercato, Sociologia e Sociologia Generale”. “Basterebbe organizzare meglio le altre sessioni, per evitare questi disagi”, commenta Alessandro Marrazzo di Economia Aziendale. L’organizzazione didattica non consente, infatti, di ripetere gli appelli all’interno della stessa sessione: se, per esempio, si viene bocciati a gennaio, a febbraio non si può ritentare lo stesso esame. Lo stesso vale nel periodo giugno-luglio. “Qualche docente tiene lo stesso gli esami a novembre, ma sono troppo pochi”, dice Bianca Barbaro, studentessa di Economia Aziendale. “So che più studenti si laureano, più soldi arrivano alle università. Ridurre le sessioni danneggia l’istituzione più di quanto non danneggi noi, visti i conti in rosso della Federico II”, incalza Silvia Sommella. E aggiunge: “ho sostenuto due esami… mi sono dovuta portare i fogli da casa”. 
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