“Interesse e attitudine al dialogo” per fare bene a Medicina

Molto verde, tanto che c’è chi ci fa jogging. E poi bar, mensa, edicole, un ufficio postale, uno sportello bancario, una navetta per gli spostamenti interni. E gli edifici, per la degenza dei pazienti e le attività di didattica e ricerca. Si presenta così la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Federico II, Secondo Policlinico universitario di Napoli per data di nascita, che il prossimo anno accademico aprirà i battenti a 1.242 studenti. Tutti i corsi attivati dalla Facoltà, infatti, sono a numero programmato. Nel dettaglio, 300 per il CdL in Medicina (forse anche 320, in attesa dell’approvazione ministeriale), 22 per Odontoiatria, 768 complessivi per le Professioni sanitarie, più 152 da distribuire tra le cinque Specialistiche di fresca attivazione. Tranne quello di Odontoiatria già pubblicato (il riferimento è sul sito del Miur), i bandi di concorso usciranno in questi giorni.
Preside della Facoltà è Armido Rubino, che ha gentilmente risposto alle nostre domande. 
In genere, in quanti si presentano per sostenere le prove di selezione?
“Circa 3.000 per Medicina, un migliaio per Odontoiatria, sui 5.500 per le Professioni sanitarie”. 
Quali requisiti (caratteriali, di istruzione, ecc.) deve avere uno studente per iscriversi e fare bene alla Facoltà di Medicina?
“Credo che debba anzitutto avere interesse e attitudine per il dialogo con le persone, fondamentale premessa per diventare medici capaci di comprendere i problemi dei pazienti e affrontarli con spirito di servizio. Questo significa possedere una formazione di base che sia non solo di tipo tecnico-scientifico, ma anche di tipo umanistico. Detto questo, è ovvia l’importanza di una buona istruzione di base in settori come la fisica, chimica, matematica e biologia”.
Quali sono i punti di forza di questa Facoltà? E quelli di debolezza?
“Senza semplificare troppo, individuerei come punti di forza il livello scientifico medio, caratterizzato da numerosi settori di grande eccellenza, e il forte impegno per una didattica moderna, basata sull’integrazione fra le discipline e sull’insegnamento a piccoli gruppi”. Tra i punti di debolezza, “un generale degrado edilizio, con conseguenti problemi di spazi utilizzabili, sebbene esista – ancora in fase iniziale – un programma di manutenzione ordinaria e straordinaria”. Inoltre, tra gli aspetti deficitari, “la condizione organizzativa delle attività assistenziali”. Spiega il Preside Rubino: “Fatti salvi i numerosi punti di qualità e le competenze elevate, il problema è che i rapporti con il Servizio Sanitario Regionale sono stati definiti solamente da un paio d’anni. In più, l’applicazione del nuovo assetto non è esente da lentezze e difficoltà. È chiaro che tutto ciò si ripercuote non poco sull’insegnamento e sulla ricerca”.
Cosa risponde agli studenti che accusano di avere pochi spazi a loro destinati (poche aule studio, una piccola biblioteca, aperta solo sino alle 13, ecc.)?
“Fondamentalmente hanno ragione e noi, come Facoltà, ci accodiamo alle loro richieste di maggiori spazi e personale”. “La questione – aggiunge – è sempre la stessa: le attuali intese attribuiscono unicamente all’Azienda Ospedaliero-Universitaria ruoli e competenze in materia di gestione di spazi e personale. La rappresentanza studentesca ben conosce il comune impegno, che peraltro pur produce qualche risultato. Si pensi al Laboratorio Informatico a disposizione degli studenti, ormai una splendida realtà, e si pensi alla tensostruttura che, a partire dal prossimo anno accademico, metterà a disposizione nuove e moderne aule sia per gli iscritti di Medicina che per quelli di Biotecnologie”.
Perché uno studente dovrebbe iscriversi in questa Facoltà e non alla omonima della Seconda Università di Napoli?
“Perché il rapporto fra domande e posti disponibili è circa 10 a 1! La cosa importante è che alla Facoltà di Medicina si iscrivano soprattutto gli studenti con maggiore attitudine ad una moderna medicina scientificamente e umanamente intesa. Credo nella Facoltà dell’Ateneo Federico II, ma ho uguale considerazione e rispetto per la Facoltà sorella della Seconda Università”.
Che consigli darebbe alle future matricole della Facoltà per affrontare con serenità e profitto il loro percorso di studi?
“Studiare in modo continuo e sistematico. Utilizzare al massimo gli strumenti del tutorato e della didattica a piccoli gruppi e la disponibilità dei tanti docenti fortemente impegnati. Non scoraggiarsi di fronte a qualche possibile iniziale difficoltà. Mantenere e sviluppare un’attitudine formativa al ragionamento, alla riflessione, alla critica, senza eccedere in sforzi di memorizzazione, inevitabilmente destinati a risultati precari. Imparare a utilizzare, anche dopo l’acquisizione della laurea, gli strumenti per l’ulteriore professionalizzazione e per la formazione continua. Usare anche le risorse più moderne disponibili in Facoltà, come i collegamenti Internet nel Laboratorio Informatico”. Le matricole, inoltre, “devono far sentire la loro voce, attraverso i loro rappresentanti e contribuire così alla soluzione dei problemi”. “Soprattutto – conclude il Preside Rubino – credere in se stessi e nella bontà di fondo del sistema, guardandosi dal pericolo del ricorso alle ‘raccomandazioni’. Si deve aver fede che una buona formazione alla fine pagherà, in termini di ricadute nel sistema delle professioni mediche e sanitarie e della ricerca scientifica”.
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