“Napoli è bellissima”, dice Tzweti, studentessa bulgara di 21 anni che è in Italia con l’amica Vessi. Sono a Napoli da soli venti giorni e già hanno imparato ad apprezzarne le bellezze. Ma la nostra cultura le due ragazze la conoscevano già. Infatti, in Bulgaria, loro studiano proprio la letteratura italiana. “Amo Dante e Boccaccio, ma il mio libro preferito è ‘Rosso Malpelo’ di Verga”, dice Vessi. Nei loro occhi si legge l’entusiasmo di chi sta cominciando una nuova avventura a contatto con una cultura fino ad ora conosciuta solo attraverso i libri. Lo stesso vale per gli altri studenti Erasmus riuniti il 15 ottobre per la ‘Giornata dell’accoglienza’ al Suor Orsola Benincasa. “L’Erasmus è un’importante occasione per favorire il confronto tra culture, lingue e paesi diversi – afferma la prof.ssa Giovanna Calabrò, coordinatrice Erasmus d’Ateneo – più che nel passato, oggi ci sono grandi opportunità di allargare i confini della conoscenza, elemento essenziale per combattere la paura dell’ignoto”. Il Suor Orsola ha accordi con più di 100 università estere, da poco anche con l’Inghilterra che, di norma, non favorisce gli scambi. L’Ateneo ospita circa venti studenti Erasmus per semestre. Studenti come Senih, ragazzo turco di 21 anni, fan di Eros Ramazzotti, che studia Turismo. Oppure come Cristoforo, ventitreenne che studia Sociologia in Polonia, il suo paese natale. “Ho scelto l’Italia perché mi incuriosiva. Sono qui da soli 13 giorni, ancora non ho iniziato a seguire i corsi, quindi non so come mi troverò. Rimarrò per cinque mesi, durante i quali vorrei visitare Genova”. Si percepisce incertezza nelle sue parole, ma il suo sorriso lascia intendere la voglia di cominciare. Invece, Juana vorrebbe andare a Firenze. E’ una studentessa spagnola di Storia dell’Arte, anche lei è qui con una compagna di studi, Maria. “Ci interessava conoscere l’Italia, in particolare Napoli, per l’antico governo Borbonico, simbolo dei precedenti rapporti tra la vostra e la nostra Nazione”, dicono. Juana è già stata nel nostro paese per un viaggio di studi sei anni fa. Ricorda con gioia di aver visitato Roma, Siena, Assisi, Venezia e Firenze. È proprio nel capoluogo toscano che vuole tornare per vedere la “Medusa” di Caravaggio, suo artista preferito. Anche Maria, che è innamorata di Leonardo da Vinci, è già stata in Italia tre anni fa. Ha visitato Firenze, Roma, Pisa e Venezia. Ora vorrebbe andare a Milano, per vedere “L’ultima cena”. Per loro l’Erasmus è una cosa seria “ci sono delle feste, ma noi siamo ragazze tranquille e siamo qui per studiare. Rimarremo in Italia per un anno e durante questa permanenza dovremmo sostenere sette esami”. L’impressione che hanno avuto le due ragazze appena arrivate a Napoli? “E’ stata una strana sensazione. Napoli è una bella città ma i monumenti vengono un po’ trascurati”. Ottima, invece, è l’accoglienza riservata loro dal Suor Orsola che offre alloggi gratuiti (10 stanze in tutto), interessanti laboratori (un esempio è il laboratorio urbano di Storia della città) e, a differenza delle università straniere, la possibilità di scegliere materie non solo nell’area culturale stabilita dall’accordo. Invece, per gli studenti italiani che vogliono partire? “Sono circa 60/70 – spiega la prof.ssa Calabrò – Quest’anno c’è stato un calo per i timori legati all’influenza A. Sono in aumento, però, i ragazzi che vanno all’estero per esperienza di tirocinio”. In ogni caso, la meta più gettonata dagli studenti italiani rimane la Spagna.
Marilena Passaretti
Marilena Passaretti