Riorganizzare dalle basi un’elefantiaca macchina amministrativa come quella della Federico II, un Ateneo che per i numeri può essere considerato come una piccola città, non è sicuramente facile, ma è quello a cui sta lavorando, insieme ai suoi collaboratori, con passione e spirito di sacrificio, la dottoressa Maria Luigia Liguori, Direttore Generale dell’Ateneo federiciano dal 2012, già Direttore Amministrativo dal 2003.
Il processo è appena iniziato. Ha visto come primo passo la costituzione dei nuovi uffici in seno ai 26 nuovi Dipartimenti, come racconta la dott.ssa Liguori in un’intervista concessa al nostro giornale nonostante i suoi tanti impegni: “La Legge Gelmini ha introdotto limiti per la consistenza numerica dei docenti per Dipartimento ed ha attribuito agli stessi Dipartimenti compiti didattici oltre che di ricerca. Così sono aumentate le funzioni e le dimensioni delle strutture Dipartimentali. Da un punto di vista amministrativo, dunque, abbiamo dovuto pensare a delle modalità di riassetto per dar vita a nuovi uffici Dipartimentali. Questa riorganizzazione non è stata calata dall’alto, ma pensata di concerto con i Direttori di Dipartimento, figure alle quali faranno poi capo i vari uffici”.
Il Direttore Generale tiene a sottolineare come tutto sia stato fatto nell’assoluto rispetto del personale, delle specifiche competenze ed esigenze: “Il personale è stato ricollocato tenendo conto delle professionalità di ognuno, delle categorie professionali di inquadramento e delle esigenze segnalate dai Direttori di Dipartimento. Abbiamo cercato di dar vita ad un sistema di avvio di questo procedimento nel rispetto della legge, ma anche dei dipendenti, e restando in stretta comunicazione con i sindacati, dai quali abbiamo ricevuto massimo appoggio”.
Alla riorganizzazione degli uffici dei Dipartimenti, “che costituisce il grosso del lavoro, vista la mole di personale”, è seguito anche un riassetto delle Ripartizioni e degli Uffici centrali. Sono state non solo cambiate le denominazioni di alcune ripartizioni, ma si è pensato soprattutto ad una più efficiente distribuzione delle risorse: ad esempio nella neo rinominata Ripartizione Affari Generali, Professori e Ricercatori è confluito l’Ufficio Personale e Ricercatori, mentre si è ritenuto importante mantenere una forte presenza sul territorio, con una delocalizzazione di alcune funzioni. “Molte competenze sono confluite in Amministrazione centrale – spiega la Direttrice – ma abbiamo cercato di tutelare il più possibile il territorio, lasciando la presenza di presidi in alcune aree, come ad esempio a Monte Sant’Angelo, un Ateneo nell’Ateneo. Occorre garantire una presenza sul territorio, non solo per tutelare le esigenze del personale, ma anche per poter raccogliere le esigenze periferiche: un conto è presidiare il territorio con una presenza che sappia accoglierne le esigenze, altra cosa è duplicare semplicemente le esigenze amministrative. Noi abbiamo evitato la seconda ipotesi, con doppioni di uffici, ma abbiamo garantito la prima”.
Nel riassetto delle Ripartizioni e degli Uffici, inoltre, sono stati attivati degli Uffici Gestione Stralcio residui per ognuno dei Poli dismessi, “operazione necessaria per portare a conclusione i procedimenti pendenti”, così come sono stati già attivati l’Ufficio Scuola delle Scienze Umane e Sociali, l’Ufficio Scuola di Medicina e Chirurgia e l’Ufficio Scuola Politecnica e delle Scienze di Base. “Questi tre uffici rappresentano una prima fase della costituzione amministrativa delle Scuole. Nei prossimi mesi avremo un quadro complessivo. Con la chiusura delle Facoltà si arriverà ad un modello organizzativo per la gestione dei rapporti tra Scuole e Dipartimenti, che porterà alla determinazione di nuove esigenze amministrative. Per adesso, quindi, il personale delle Facoltà ancora non è stato ricollocato, ma resterà al suo posto fino a metà febbraio”.
Fino ad ora la riorganizzazione è avvenuta a costo zero, “se costo zero si può definire – commenta la dott.ssa Liguori – il lavoro svolto oltre l’orario di servizio, sia della dirigenza che del personale tutto, dal quale, sono orgogliosa di dire, che ho ricevuto piena disponibilità”. Quello che ci si augura, però, è il reclutamento di nuovo personale che possa sopperire alle lenta emorragia che ha depauperato la macchina amministrativa federiciana negli ultimi anni: si è passati dalle 4.699 unità di personale tecnico amministrativo del 2005 alle 3.233 del 1° gennaio 2013.
Il processo è appena iniziato. Ha visto come primo passo la costituzione dei nuovi uffici in seno ai 26 nuovi Dipartimenti, come racconta la dott.ssa Liguori in un’intervista concessa al nostro giornale nonostante i suoi tanti impegni: “La Legge Gelmini ha introdotto limiti per la consistenza numerica dei docenti per Dipartimento ed ha attribuito agli stessi Dipartimenti compiti didattici oltre che di ricerca. Così sono aumentate le funzioni e le dimensioni delle strutture Dipartimentali. Da un punto di vista amministrativo, dunque, abbiamo dovuto pensare a delle modalità di riassetto per dar vita a nuovi uffici Dipartimentali. Questa riorganizzazione non è stata calata dall’alto, ma pensata di concerto con i Direttori di Dipartimento, figure alle quali faranno poi capo i vari uffici”.
Il Direttore Generale tiene a sottolineare come tutto sia stato fatto nell’assoluto rispetto del personale, delle specifiche competenze ed esigenze: “Il personale è stato ricollocato tenendo conto delle professionalità di ognuno, delle categorie professionali di inquadramento e delle esigenze segnalate dai Direttori di Dipartimento. Abbiamo cercato di dar vita ad un sistema di avvio di questo procedimento nel rispetto della legge, ma anche dei dipendenti, e restando in stretta comunicazione con i sindacati, dai quali abbiamo ricevuto massimo appoggio”.
Alla riorganizzazione degli uffici dei Dipartimenti, “che costituisce il grosso del lavoro, vista la mole di personale”, è seguito anche un riassetto delle Ripartizioni e degli Uffici centrali. Sono state non solo cambiate le denominazioni di alcune ripartizioni, ma si è pensato soprattutto ad una più efficiente distribuzione delle risorse: ad esempio nella neo rinominata Ripartizione Affari Generali, Professori e Ricercatori è confluito l’Ufficio Personale e Ricercatori, mentre si è ritenuto importante mantenere una forte presenza sul territorio, con una delocalizzazione di alcune funzioni. “Molte competenze sono confluite in Amministrazione centrale – spiega la Direttrice – ma abbiamo cercato di tutelare il più possibile il territorio, lasciando la presenza di presidi in alcune aree, come ad esempio a Monte Sant’Angelo, un Ateneo nell’Ateneo. Occorre garantire una presenza sul territorio, non solo per tutelare le esigenze del personale, ma anche per poter raccogliere le esigenze periferiche: un conto è presidiare il territorio con una presenza che sappia accoglierne le esigenze, altra cosa è duplicare semplicemente le esigenze amministrative. Noi abbiamo evitato la seconda ipotesi, con doppioni di uffici, ma abbiamo garantito la prima”.
Nel riassetto delle Ripartizioni e degli Uffici, inoltre, sono stati attivati degli Uffici Gestione Stralcio residui per ognuno dei Poli dismessi, “operazione necessaria per portare a conclusione i procedimenti pendenti”, così come sono stati già attivati l’Ufficio Scuola delle Scienze Umane e Sociali, l’Ufficio Scuola di Medicina e Chirurgia e l’Ufficio Scuola Politecnica e delle Scienze di Base. “Questi tre uffici rappresentano una prima fase della costituzione amministrativa delle Scuole. Nei prossimi mesi avremo un quadro complessivo. Con la chiusura delle Facoltà si arriverà ad un modello organizzativo per la gestione dei rapporti tra Scuole e Dipartimenti, che porterà alla determinazione di nuove esigenze amministrative. Per adesso, quindi, il personale delle Facoltà ancora non è stato ricollocato, ma resterà al suo posto fino a metà febbraio”.
Fino ad ora la riorganizzazione è avvenuta a costo zero, “se costo zero si può definire – commenta la dott.ssa Liguori – il lavoro svolto oltre l’orario di servizio, sia della dirigenza che del personale tutto, dal quale, sono orgogliosa di dire, che ho ricevuto piena disponibilità”. Quello che ci si augura, però, è il reclutamento di nuovo personale che possa sopperire alle lenta emorragia che ha depauperato la macchina amministrativa federiciana negli ultimi anni: si è passati dalle 4.699 unità di personale tecnico amministrativo del 2005 alle 3.233 del 1° gennaio 2013.
1.500 dipendenti
in meno
in meno
“Le qualifiche intermedie sono quelle che andranno sicuramente più in sofferenza, per intenderci la categoria C – spiega la dott.ssa Liguori – Ma bisogna anche considerare che l’Università è cambiata e oggi c’è bisogno anche di nuove professionalità, che vadano oltre le competenze giuridiche, ad esempio archivisti, ingegneri gestionali, esperti in pianificazione. Sicuramente per tanti anni si sono applicate sempre le stesse leggi e regole, mentre noi in dieci anni abbiamo visto di tutto, non solo le Riforme che hanno investito l’università italiana, ma anche tutta una nuova serie di controlli e vincoli che hanno reso il nostro lavoro sempre più complesso”.
Bilancio Unico
dal 2014
dal 2014
Un nuovo scoglio – oltre alla nuova contabilità patrimoniale, partita con l’inizio di quest’anno – sarà quello del Bilancio Unico, che, anticipa la Liguori, porterà molte problematicità nel 2014: “Avremo un unico bilancio per tutto l’Ateneo e non singoli bilanci, questo cambia tutto per noi. Siamo ancora in attesa di conoscere i contenuti dei decreti attuativi, molto importanti per definire le relazioni tra centro e periferia per la gestione dei fondi. Si cercherà – tiene a sottolineare fortemente questa esigenza – di garantire autonomia agli organi periferici, seppur nel rispetto delle Legge. È, infatti, impensabile concepire una gestione esclusivamente centralistica delle spese, soprattutto per un Ateneo grande come il nostro. Una certa autonomia, con il dovuto controllo, dà responsabilità e velocizza i processi. Il nostro obiettivo è adottare modelli organizzativi che consentano l’esercizio periferico delle funzioni vitali”.
Sicuramente questo prevede un attento lavoro di riorganizzazione e una stretta collaborazione tra le diverse realtà dell’Ateneo, ma la Direttrice si dice fiduciosa: “Il mio dovere è condurre l’amministrazione verso la positività dei risultati. Non è sicuramente facile prevedere gli effetti della Riforma Gelmini, che in molti punti non condivido, ad esempio rispetto all’abolizione delle Facoltà e l’istituzione del Bilancio Unico, ma bisogna saper cogliere anche gli aspetti positivi di questa nuova Legge, e trovare la motivazione nel senso del dovere”.
Si dice sicuramente “una persona molto tenace e convinta che la Federico II continuerà ad essere il grande Ateneo che è”, e pronta a continuare a mettere tutto il suo impegno in questo incarico che la vede colma di nuove responsabilità fino al 2015, data di scadenza ma con possibilità di rinnovo del mandato: “Diventa sempre più difficile gestire questo incarico, e devo dire che ho dovuto sacrificare molto il mio rapporto con la famiglia. Ma amo il mio lavoro, sono fortunata in questo, perché solo con la passione si può sostenere un tale peso. Sono convinta che bisogna essere d’esempio, mi riferisco soprattutto alla dirigenza, e quindi mi aspetto dagli altri la mia stessa dedizione. Tengo, inoltre, molto al rispetto delle regole e di chi lavora con me. Ma al contempo credo molto nei rapporti umani e sono sempre pronta ad accogliere le necessità di tutti, a ricevere anche senza appuntamento e a rispettare il lavoro di tutto il personale”.
Valentina Orellana
Sicuramente questo prevede un attento lavoro di riorganizzazione e una stretta collaborazione tra le diverse realtà dell’Ateneo, ma la Direttrice si dice fiduciosa: “Il mio dovere è condurre l’amministrazione verso la positività dei risultati. Non è sicuramente facile prevedere gli effetti della Riforma Gelmini, che in molti punti non condivido, ad esempio rispetto all’abolizione delle Facoltà e l’istituzione del Bilancio Unico, ma bisogna saper cogliere anche gli aspetti positivi di questa nuova Legge, e trovare la motivazione nel senso del dovere”.
Si dice sicuramente “una persona molto tenace e convinta che la Federico II continuerà ad essere il grande Ateneo che è”, e pronta a continuare a mettere tutto il suo impegno in questo incarico che la vede colma di nuove responsabilità fino al 2015, data di scadenza ma con possibilità di rinnovo del mandato: “Diventa sempre più difficile gestire questo incarico, e devo dire che ho dovuto sacrificare molto il mio rapporto con la famiglia. Ma amo il mio lavoro, sono fortunata in questo, perché solo con la passione si può sostenere un tale peso. Sono convinta che bisogna essere d’esempio, mi riferisco soprattutto alla dirigenza, e quindi mi aspetto dagli altri la mia stessa dedizione. Tengo, inoltre, molto al rispetto delle regole e di chi lavora con me. Ma al contempo credo molto nei rapporti umani e sono sempre pronta ad accogliere le necessità di tutti, a ricevere anche senza appuntamento e a rispettare il lavoro di tutto il personale”.
Valentina Orellana







