Mangiare, bere, socializzare: i punti di ritrovo degli aspiranti medici

“Per lo più noi stiamo qui!”. Voci di matricole di Medicina che fanno gruppo. Sono quelle di Cristina Pisano e di Anna Palmese, le quali dimostrano di avere pochi dubbi sul luogo di ritrovo preferito. Quel “qui” si identifica con l’area verde che, al Policlinico, ospita i nuovi gazebo, opera ormai del tutto compiuta grazie all’installazione di panchine e tavoli. Pronte con libri, quaderni e matite: “non sostituiscono del tutto un’aula studio, ma sono molto piacevoli. Visto che siamo così tanti, sarebbe bello se ne aggiungessero altri”. Un luogo per studiare, ma anche socializzare. E se non c’è posto? “Andiamo a mensa”, aggiunge Maddalena: “ci ho mangiato più di una volta, la qualità del cibo è abbastanza buona. Con la tessera ADISU, inoltre, possiamo prendere un pasto completo per tre euro”. Insomma, all’aperto o al chiuso, gli studenti sembrano aver scelto dove spendere le pause più lunghe che si presentano nel corso della giornata. Sta familiarizzando proprio con la mensa, che si trova a pochi passi dall’edificio 20, Luigi, studente del primo anno: “è la prima volta che vengo qui. Ci sono molti studenti, quindi c’è la possibilità anche di confrontarsi con qualcuno per problemi e difficoltà. È un punto di incontro per cercare quelle informazioni che tra i banchi non si trovano”. E naturalmente anche per mangiare. Il menù del giorno, come di consueto, offre tre scelte per primi, secondi e contorni a prezzi contenuti se si considera che, senza sconti, un pranzo di tre portate costerebbe circa sei euro: “mi hanno detto che si mangiava bene e, trovandosi vicino alle aule, è anche comoda da raggiungere. Poi i prezzi non sono eccessivi, soprattutto per chi ha la tessera ADISU che cercherò di fare a breve”. Con lui, Luca: “devo ancora valutare come è il servizio. Principalmente vengo per mangiare, ma mi fa piacere respirare un ambiente popolato da così tanti professionisti”. Un handicap è sottolineato da un’altra studentessa, Martina, “colpevole”, come le tre colleghe che siedono con lei, di aver consumato un panino portato da casa: “non credo che la adotteremo più come punto di ritrovo perché non è possibile portare nulla di proprio”. Più drastico Andrea: “non ci tornerò mai più. Mi sono trovato malissimo. Il pasto mi è costato cinque euro, meglio il panino”. Hanno scelto di sedersi a un tavolo anche Fabio, Antonio e Massimo: “dovendo seguire un corso di pomeriggio, abbiamo preferito fermarci qui. Si mangia bene, gli addetti sono gentili. Non abbiamo ancora preso la carta ADISU, ma lo faremo presto. I costi, comunque, sono accettabili. Per un pasto completo io ho speso 5.60 euro, idem per lui – indica l’amico – che ha preso due secondi”. Altra opinione condivisa dalla triade è che “è un ambiente che permette di socializzare. Conosciamo persone e parliamo di tante cose, visto che a lezione non possiamo farlo”. Indicazioni su come risparmiare arrivano da uno dei “veterani”, Mattia, iscritto al quarto anno di Odontoiatria, che spiega la procedura per ottenere la card dell’Azienda per il Diritto allo Studio Universitario: “innanzitutto ci si registra al loro sito. Poi si scarica un foglio precompilato che va consegnato all’ufficio ADISU, di fronte alla sede di Biotecnologie – in via De Amicis -, con fotocopia della carta d’identità”. E il gioco è fatto: “per un pasto completo spendo massimo 3 euro”. Usufruisce dell’opportunità anche il suo collega Dario: “conviene. C’è un menù che varia ogni giorno e permette un’alimentazione più corretta. Inoltre la mensa favorisce il cameratismo”. Ha un parere diverso Giuseppe, per il quale la socializzazione, almeno per ora, è garantita dalle piazze virtuali: “con i più grandi ci confrontiamo attraverso i social network, anche perché è difficile incontrarsi fisicamente, visto che abbiamo orari spesso differenti”. Sui gazebo: “non ne abbiamo ancora approfittato, ma lo faremo presto”. Mostra maggiore entusiasmo Michele: “con le nuove strutture sembra quasi di essere in un Campus. C’è l’idea di un’università come ambiente da vivere e non solo come luogo dove studiare”.
Ciro Baldini
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