“In questa sessione ho dato un solo esame. L’organizzazione della Facoltà è buona, ma io non ho saputo gestirmi bene” dice Marco, primo anno del Corso di laurea in Economia Aziendale. “Al secondo anno ci sono il doppio degli esami dell’anno scorso. Sono diventati 13. Dovevano essere distribuiti meglio” sostiene Mario, studente di Economia Aziendale.
Ad Economia ogni semestre è diviso in due periodi ed i corsi durano un mese e mezzo. “Si accavallano gli esami; nello stesso orario dobbiamo seguire corsi diversi in aule diverse e da quest’anno controllano anche le presenze. Così studiare diventa difficile”, afferma Gianmarco, secondo anno di Economia Aziendale. “Come faccio a seguire insieme Economia e Tecnica dei Mercati Finanziari e Diritto del Lavoro? Senza contare che l’esame propedeutico a Lavoro – Diritto Pubblico- si tiene nello steso periodo. È normale che poi non ce la si fa a laurearsi in tre anni”, interviene Stefania Esposito. Per fortuna la riorganizzazione della didattica ha consentito un incremento del numero di appelli. Con le finestre supplementari a novembre e aprile, gli studenti riescono a recuperare una parte del tempo perso. “Se non ci fossero tutte queste date dovremmo dare 14 esami a giugno, impossibile” conclude Stefania. “A febbraio si devono dare gli esami dei corsi seguiti a dicembre: sono tre o quattro e non è possibile farli tutti. Se ci fossero degli appelli anche a marzo sarebbe meglio”, sostiene Valeria Fiorentino primo anno del Corso di Laurea in Diritto dell’Economia, che si lamenta delle difficoltà della Matematica. “Se si è bravissimi, si supera l’esame al massimo con 23”. “L’impatto con l’università non è stato molto duro. Ho degli amici che sono un anno più grandi e quindi già sapevo come muovermi. Chi viene qui per la prima volta sicuramente trova più difficoltà” dice Giuseppe, primo anno del Corso di Laurea in Imprese e Mercati, secondo il quale è una buona strategia non affiancare tra loro esami complicati, ma preparare un esame impegnativo insieme ad uno un po’ più facile. “È tutta teoria. Gli unici momenti un po’ più pratici si hanno quando viene qualche amico del professore a pavoneggiarsi”, sostiene Mimmo Iovine. Un elemento accomuna però tutti gli studenti di Economia: la paura dell’esame di Microeconomia. Nelle conversazioni, gli viene spesso riservata una menzione speciale. Le matricole lo affronteranno nel corso del secondo semestre, ma gli studenti più grandi se lo ricordano ancora bene. “Il problema sono i docenti, perché non fanno niente per rendere l’approccio più semplice”. “Sono degli ottimi docenti, ma se hai bisogno di una spiegazione, ti danno delle risposte complicatissime, piene di calcoli che restano sulla carta” aggiunge Letizia. “Quasi godono a non farti superare l’esame!” sentenzia un ragazzo e se ne va. (Si. Pa.)
Ad Economia ogni semestre è diviso in due periodi ed i corsi durano un mese e mezzo. “Si accavallano gli esami; nello stesso orario dobbiamo seguire corsi diversi in aule diverse e da quest’anno controllano anche le presenze. Così studiare diventa difficile”, afferma Gianmarco, secondo anno di Economia Aziendale. “Come faccio a seguire insieme Economia e Tecnica dei Mercati Finanziari e Diritto del Lavoro? Senza contare che l’esame propedeutico a Lavoro – Diritto Pubblico- si tiene nello steso periodo. È normale che poi non ce la si fa a laurearsi in tre anni”, interviene Stefania Esposito. Per fortuna la riorganizzazione della didattica ha consentito un incremento del numero di appelli. Con le finestre supplementari a novembre e aprile, gli studenti riescono a recuperare una parte del tempo perso. “Se non ci fossero tutte queste date dovremmo dare 14 esami a giugno, impossibile” conclude Stefania. “A febbraio si devono dare gli esami dei corsi seguiti a dicembre: sono tre o quattro e non è possibile farli tutti. Se ci fossero degli appelli anche a marzo sarebbe meglio”, sostiene Valeria Fiorentino primo anno del Corso di Laurea in Diritto dell’Economia, che si lamenta delle difficoltà della Matematica. “Se si è bravissimi, si supera l’esame al massimo con 23”. “L’impatto con l’università non è stato molto duro. Ho degli amici che sono un anno più grandi e quindi già sapevo come muovermi. Chi viene qui per la prima volta sicuramente trova più difficoltà” dice Giuseppe, primo anno del Corso di Laurea in Imprese e Mercati, secondo il quale è una buona strategia non affiancare tra loro esami complicati, ma preparare un esame impegnativo insieme ad uno un po’ più facile. “È tutta teoria. Gli unici momenti un po’ più pratici si hanno quando viene qualche amico del professore a pavoneggiarsi”, sostiene Mimmo Iovine. Un elemento accomuna però tutti gli studenti di Economia: la paura dell’esame di Microeconomia. Nelle conversazioni, gli viene spesso riservata una menzione speciale. Le matricole lo affronteranno nel corso del secondo semestre, ma gli studenti più grandi se lo ricordano ancora bene. “Il problema sono i docenti, perché non fanno niente per rendere l’approccio più semplice”. “Sono degli ottimi docenti, ma se hai bisogno di una spiegazione, ti danno delle risposte complicatissime, piene di calcoli che restano sulla carta” aggiunge Letizia. “Quasi godono a non farti superare l’esame!” sentenzia un ragazzo e se ne va. (Si. Pa.)