“Non sarà mai il mio mestiere”

“La matematica non sarà mai il mio mestiere”, cantava Antonello Venditti in “Notte prima degli esami”. A riprendere, sorridendo, il celebre verso del cantautore romano è Nicola, matricola al Corso di Chimica e Tecnologia Farmaceutiche (CTF). Il giovane studente è appena uscito dall’Aula Sorrentino, teatro, il primo febbraio, della prova scritta di Matematica, il cui insegnamento è affidato ai professori Roberta Schiattarella e Carlo Sbordone. Nicola spiega: “al Liceo ho svolto compiti ben più difficili. Il problema di tutti è che è proprio la materia in sé a essere ostica”. Eppure, come sottolinea il suo compagno di studi, Alfredo: “siamo partiti dall’insiemistica, quindi dalle basi. Probabilmente chi proveniva dallo Scientifico ha avuto un piccolo vantaggio, ma gli altri potevano mettersi in pari”. Su questa linea, prosegue: “le lezioni sono state utili per la teoria piuttosto che per la pratica. A casa ho preso i miei vecchi libri del liceo e mi sono esercitato da solo”. Un’ora e mezza il tempo a disposizione degli studenti. Sul banco, un foglio con “quattro esercizi. Una funzione, per la quale bisognava stabilire se era iniettiva, suriettiva o invertibile, uno studio di funzione, una matrice e un integrale”, spiega Paolo, che aggiunge: “adesso mi preparo per l’orale. Incrocio le dita”. Come lui, le incrocerà Davide, che sottolinea l’importanza del lavoro svolto in classe durante il corso: “gli argomenti sono stati spiegati tutti in maniera esaustiva, quindi non ho trovato molte difficoltà. Inoltre, durante le esercitazioni ci hanno spiegato quelle che sarebbero state le modalità della prova”. Parla di un vero e proprio fardello, invece, Francesco, iscritto al terzo anno: “è andata malissimo. Due esercizi fatti su quattro. Non l’ho passato sicuramente”. Non manca il mea culpa: “ho seguito per ben due volte i corsi, ma evidentemente ho dei limiti miei. Ad esempio le funzioni iniettive e suriettive non le ho mai capite. Inoltre, non ho studiato abbastanza. Ho sostenuto un altro esame solo una settimana fa, quindi il tempo a disposizione era poco”. Dal terzo anno è tornata tra le matricole anche Ilenia: “l’ho fatto tutto, ma non so quanto bene. Forse un 18 può venirne fuori e per Matematica mi accontento. Se non lo supero non posso affrontare gli altri esami del mio anno. Vorrà dire che lo tenterò finché non andrà bene”. Si è fermato a metà strada Paolo, del secondo anno: “è andata male. Ho completato solo due esercizi su quattro. L’integrale mi ha messo in crisi”. Un argomento risultato ostico per molti, come sottolinea Raffaele, studente del terzo anno: “credo di aver fatto quasi tutto bene, tranne l’integrale. Molti miei compagni hanno detto di non averci capito granché”. Problema in tal senso pure per Ilaria Ruggiero, del primo anno: “non so come sia andata. Ho avuto maggiori difficoltà con l’integrale, era abbastanza difficile. C’era una sostituzione particolare che non sono riuscita ad applicare”. Fondamentali, a suo avviso, le lezioni: “mi hanno aiutata molto, soprattutto per gli esercizi. Alcuni giorni, precedenti alle prove intercorso, abbiamo svolto esercitazioni simili a quelle proposte nel compito. È stato un grande aiuto”. Alle porte, l’orale: “mi concentrerò sui teoremi”.
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