Ha fatto scalo a Pomezia il viaggio del Dipartimento di Farmacia alla scoperta delle realtà aziendali organizzato dal prof. Paolo Grieco, docente di Chimica farmaceutica, in collaborazione con i membri dell’AISF, l’Associazione Italiana Studenti di Farmacia. Il 22 gennaio una ventina di partecipanti, tra studenti e laureati, ha fatto visita alla Integrated Research Biotech Model (IRBM), azienda operante nel settore farmaceutico e biotecnologico. “Appena arrivati ci hanno spiegato com’è strutturata l’azienda, come è nata e in che modo si è evoluta. Poi, dopo la sosta a mensa, abbiamo visitato i diversi Dipartimenti”. La cronaca della giornata è di Giulia Scognamiglio, studentessa di Chimica e Tecnologia Farmaceutiche (CTF), che aggiunge: “sono in procinto di laurearmi, quindi in futuro avrò più difficoltà a partecipare a iniziative del genere. Sono rimasta colpita dall’età media, 38 anni, dei ricercatori. È stata un’esperienza che mi ha aperto gli occhi su una delle possibilità post laurea, avvicinandomi ulteriormente al mondo della ricerca”. Un aspetto in particolare ha sorpreso Flavia Romano, iscritta all’ultimo anno di CTF: “immaginavo che quella realtà lavorativa fosse alienante e ripetitiva, invece ho incontrato persone che si distinguono per una grande versatilità”. L’ambiente è gradevole: “i già laureati che sono venuti con noi hanno consegnato il curriculum. Lo invierò pure io, perché il settore mi è piaciuto molto”. Non mancano i complimenti per chi ha lavorato a via Montesano: “l’organizzazione è stata perfetta. Ci è stato offerto tutto gratuitamente. A mio avviso, però, se pure avessimo dovuto versare un contributo nostro, non sarebbe stato un dramma, vista l’importanza dell’esperienza”. D’accordo con lei è Ilario Sepe, che parla di una “visita a 360 gradi durante la quale abbiamo appreso le novità nell’ambito dello sviluppo dei farmaci”. Protagonista della giornata, Grazoprevir, “un inibitore della proteasi, sperimentato a Pomezia per il virus dell’Epatite C, che ha ricevuto l’approvazione della Food and Drug Administration. A parlarcene è stato Steven Harper, un giovane ricercatore dell’IRBM”. Per Ilario, giunto alla sua seconda visita dopo quella alla Pierrel Research, “sarebbe interessante aumentare la frequenza di queste iniziative per consentire a quante più persone possibile di prenderne parte”. Altro veterano è Giancarlo Luisi, al quinto anno di CTF: “sono stato già alla Novartis. L’incontro di gennaio ci ha permesso di capire cosa significa fare ricerca nel settore privato, cioè in un mondo aziendale che presenta scadenze, ruoli e obiettivi da raggiungere”. A colpirlo è stata “una struttura molto imponente con macchinari all’avanguardia. Devo dire che quanto fatto all’università, da un punto di vista sia teorico che pratico, si è rivelato sufficiente per capire molti dei meccanismi che ci sono stati mostrati”. Sua collega di studio, Claudia Donnarumma: “ho notato una grande collaborazione tra le varie componenti dell’azienda. È molto stimolante anche la formazione continua che si svolge all’interno dell’IRBM”. Nel corso della visita, divisi in gruppi, “abbiamo visto i settori di sintesi organica, di sintesi peptidica e di screening farmacologico. Sono andata via recuperando un po’ di quell’entusiasmo spesso soffocato dalla situazione italiana in tema di ricerca. C’erano tantissimi giovani. È stato bello potersi relazionare a dei coetanei. Ho avuto la conferma di aver intrapreso la strada giusta, assecondando le mie passioni”.