Pienone a Commerciale e Procedura Civile

Partenza sprint del secondo semestre a Giurisprudenza. Si ritorna in aula mentre sono ancora in corso gli ultimi esami. Così il Dipartimento si ripopola. “Si ricomincia con il solito caos delle prime settimane di lezione. Un bentornato alle levatacce mattutine per accaparrarsi il posto in aula”, afferma Antonello Genua, studente al terzo anno, il quale poi sottolinea come le materie considerate più ostiche siano collocate proprio in questo semestre. Ad esempio, Diritto Privato per le matricole. “Mamma mia – esclama Giuditta Giglio – oggi è stata davvero dura. Per ogni parola pronunziata dal prof. Enrico Quadri avrei dovuto avere un traduttore di fianco. Questo semestre si presenta più difficile, si percepisce già dalle spiegazioni”. “L’aula non è strapiena – osserva Guido Del Prete – la frequenza non è paragonabile a quella di ottobre. Si riesce a seguire bene, se si è fortunati si trova il posto a sedere. Tuttavia, il clima che si respira è tutt’altro che sereno. Le materie richiedono una concentrazione maggiore, prendere appunti mentre il docente parla è difficilissimo. Sono già a metà quaderno e ancora non ho capito bene su cosa focalizzare l’attenzione”. Stesso discorso per le matricole del prof. Fernando Bocchini: “Le prime lezioni – spiega Marisa Marmora – mi hanno frastornata fra Istituti giuridici e categorie di diritto. Purtroppo, dopo aver comprato il manuale mi sono sentita peggio. Il testo è difficilissimo, molto tecnico. Quasi quasi rimpiango le discipline precedenti”. “Che stress! – dice Giovanni Oliviero – Privato è un esame che richiede uno studio costante, non si possono abbandonare gli appunti, nemmeno per il fine settimana. Per ora le nozioni non sono chiare, seguo perché ho bisogno d’aiuto, ma non sono convinto di restare fino a maggio. Ho da recuperare due esami del primo semestre, devo ancora valutare la scelta migliore per le mie esigenze”. Fra le matricole, fa capolino anche qualche studente un po’ in ritardo sulla tabella di marcia. “Si nota tanto che non ho più 18 anni? – chiede Luca Lucci, iscritto al III anno – Speravo di confondermi fra le matricole ed invece sono stato beccato subito”. Dopo un pizzico di esitazione, Luca racconta: “Non c’è nulla di eccezionale nella mia storia. La mia è una vicenda comune a tanti. Sono stato bocciato per ben 3 volte, dunque ho deciso di accantonare Privato dedicandomi ad altre materie”. Con 7 esami all’attivo e una buona media, ora ha ripreso a seguire “perché, a breve, la propedeuticità legata alla materia mi costringerà a fermarmi. Ho esaurito le possibilità, a giugno dovrò tentare il tutto per tutto, altrimenti rischio di restare fermo per 6 mesi. Per fortuna il corso è vivibile e si riesce a seguire, almeno in questo caso non dovrò lottare per imparare”. 
Panico,
‘clandestinità’
e innamoramenti
Picchi di frequenza si registrano al II anno per i corsi di Diritto Commerciale. La platea studentesca, variegata e numerosa, è palesemente urtata. “Seguiamo le lezioni a Corso Umberto in aule troppo piccole per contenere ragazzi afferenti agli anni più disparati – dice Marilena Gianfico – Nell’Aula Arcoleo si riversano centinaia di studenti per le lezioni del prof. Carlo Di Nanni. So che a Porta di Massa aule più grandi sono occupate dalle matricole. Ma qui, in quanto a presenze, non siamo da meno”. “Una situazione che si ripete all’infinito – commenta Claudio Fierro – C’è gente seduta dove può e difficoltà nel prendere appunti. Questo corso accoglie tutti, soprattutto ragazzi prossimi alla laurea, visto che si presenta come l’unica possibilità prevista durante l’anno. La frequenza è alta. Dovrebbero assegnare spazi più congrui per assicurare le stesse possibilità di ascolto a tutti”. Stessa situazione nelle altre aule. “Commerciale è una disciplina che va seguita – dice un gruppo di studenti afferenti alla cattedra del prof. Massimo Miola – eppure, ogni anno, ci vengono assegnate aule piccole. A Porta di Massa abbiamo notato che la frequenza delle matricole è minore rispetto alla nostra. Noi siamo del V anno e Commerciale è una delle ultime discipline da sostenere. Ogni giorno ci ‘scontriamo’ con altri studenti, per avere il posto in prima fila. Non si potrebbe cambiare aula spostando le matricole? Le loro aule non si riempiono del tutto, le nostre, invece, a momenti scoppiano”. 
Un alto indice di frequenza anche per Diritto Finanziario: altra disciplina del II anno. “Sono qui perché la prof.ssa Paola Coppola è ancora poco conosciuta – ammette Patrizia Ascione – Preferisco frequentare e prendere appunti di persona, vista la criticità della materia. La docente mi sembra molto preparata, al contempo, però, un po’ puntigliosa. Viene da Economia e questa cosa mi fa già tremare”. “In aula siamo veramente tanti, tutti curiosi di conoscere la docente – afferma Sofia Boccia – Per ora l’impressione è buona, la prof.ssa Coppola è chiara e precisa. Tuttavia si sente che è esigente e questo fa paura. Meglio seguire che vivere il primo impatto all’esame”. Stesso discorso per un altro insegnamento di base economica: Scienza delle finanze, il terrore di – quasi – ogni giurista. “Non mi aspettavo questo boom di presenza – dice Valerio Perreca – Di solito le lezioni del secondo semestre partono in sordina. Sarà perché la disciplina è difficile, sarà anche perché gli esami sono quasi tutti terminati, sta di fatto che in aula non ci stiamo”. “Una fatica restare concentrati – afferma Tina Pagliuca – Si sente un mormorio di sottofondo, più volte sono stata tentata di lasciare il corso. Però poi ci ripenso, la materia è complessa. Meglio stingere i denti”. Un colpo al cerchio ed una alla botte anche per gli studenti di Procedura Civile. Si cerca di resistere all’affollamento. “Siamo stretti stretti nell’Aula Ottagono – racconta Melania Montagna – La maggior parte di noi non è del terzo anno, siamo tutti veterani in cerca della laurea. Per questo ci adattiamo, stringiamo i pugni, pur di ascoltare il più possibile”. Nell’aula sono appena le 8.30 del mattino e già non si respira. “È normale sentirsi soffocati quando la gente che è in piedi è il doppio di quella seduta – sostiene Giulio Mallardo – In un’aula come questa, con le panche, ci stringiamo all’inverosimile pur di recuperare spazi. Qualche giorno fa, prima della lezione, ad una ragazza è venuto un attacco di panico, faticava a respirare ed è andata via”. “Qui dentro fa caldo come in spiaggia a luglio – racconta un gruppo di studenti – è normale sentirsi mancare l’aria. Alla fine delle due ore, siamo quasi tutti esausti. E sono appena le 10.30 del mattino! D’altra parte le lezioni sono indispensabili, nessuno di noi cederebbe il suo posto ad un altro. C’è chi preferisce sentirsi male pur di avere la possibilità di prendere appunti”. Qualche problema si registra anche a lezione di Procedura Penale al IV anno. Il prof. Guido Pierro deve gestire – seppur in orari diversi – due cattedre: la I e la II. “Purtroppo gli orari non sono rispettati dagli studenti – spiega Tania Lobianco – e la compresenza fra le due cattedre diventa inevitabile. Le lezioni delle 10.30 sono quelle più seguite”. “Sono un clandestino – ammette Mattia Di Falco – Dovrei iniziare alle 12.30 ma sono in aula con il primo turno, più consono alle mie esigenze. So che in questo modo si creano problemi di frequenza, ma nelle altre ore seguo Commerciale, visto che non ho sostenuto l’esame”. “Purtroppo siamo destinati a vivere nello ‘stretto’ – dice Valentina Perotta – A Giurisprudenza, dobbiamo stare vicini, quasi abbracciati, per seguire le lezioni. Le aule più capienti sono destinate alle matricole, e, per chi come me sopravvive fino alla fine, lo spazio diventa un concetto relativo. In un’aula, infatti, ci stiamo tutti, occupando anche posti impensabili”. Non tutto il male, però, viene per nuocere. “Anni fa – conclude la studentessa – il sovraffollamento e una spinta involontaria mi fecero cadere ai piedi di quello che attualmente è il mio fidanzato”. Galeotto, quindi, il sovraffollamento e la voglia irrefrenabile di accaparrarsi il sospirato posto in prima fila.
Susy Lubrano
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