Chiude i battenti la residenza De Amicis. Di fronte ai pareri tecnici che ne hanno evidenziato la pericolosità per gli studenti ospitati, l’ADISU Federico II non ha potuto più rimandare, ratificando di fatto una decisione che era ampiamente nell’aria da diversi mesi. A siglare l’epilogo è stato un foglio, esposto tra i corridoi, dall’inequivocabile oggetto, che recitava “liberazione camere entro il 31 ottobre”. Il motivo: infiltrazioni d’acqua che hanno aperto solchi al soffitto e lungo le pareti. Non si è trattato, comunque, di un “arrivederci e grazie”. La nota, infatti, prosegue informando che “gli ospiti che lo desiderano, potranno trasferirsi presso la residenza universitaria Parthenope”, in via Galileo Ferraris. Offerta rispedita però al mittente da quasi tutti gli inquilini che hanno preferito cercare residenze private. A spiegarne le ragioni è Ali Munaim Yousif, iracheno impegnato al Dipartimento di Farmacia in un’attività di post dottorato, che parla per sé e per i coinquilini ancora alle prese con valigie e scatoloni. Nel mirino, oltre alla sostanza, ci è finita innanzitutto la forma: “il 29 ottobre è arrivata in residenza una comunicazione, protocollata il giorno prima, nella quale ci veniva riferito che entro il 31, quindi dopo quarantotto ore, dovevamo raccogliere tutta la nostra roba per andare in quel posto sperduto in via Galileo Ferraris, che è molto pericoloso, specialmente per le ragazze”. Parole di fratello maggiore che ha condiviso l’abitazione con due sorelle, aspiranti farmaciste: “ho preso casa a Cappella Cangiani. Preferisco spendere 450 euro per un monolocale, piuttosto che andare in quelle zone”. Il dubbio adesso è: “li faranno veramente i lavori qui? Abbiamo alzato la voce, abbiamo fatto richieste, ma non siamo stati ascoltati. Visto che si tratta di infiltrazioni, volevamo spostarci al secondo piano, dando la possibilità di intervenire dove necessario, ma niente”. Questo è il recente passato. Per il futuro, invece, la richiesta degli ormai ex “condomini” di via De Amicis è “che a tutti gli studenti creditori di questa residenza vengano versati i soldi che spettano per le borse di studio destinate agli idonei assegnatari. E poi, con un avvocato, vogliamo vedere un po’ di certificati che ci dimostrino che la residenza non sia agibile”. Prime spiegazioni arrivano dal Presidente dell’Azienda per il Diritto allo Studio Universitario, l’Avvocato Vincenzo Corrado: “il Consiglio ha provato in tutti i modi a recuperare la struttura, però poi se interviene il parere contrario dei tecnici, allora non è più possibile farci nulla”. Impossibile pensare di attuare la “rimessione in pristino” con persone nell’edificio “sia per le condizioni dell’immobile, soggetto a un fenomeno infiltrativo, sia per quelle delle scale di sicurezza. Che i ragazzi dovessero andar via, però, si sapeva già da parecchio tempo”. Difficile avere notizie sui tempi necessari per il recupero: “siamo in attesa del nuovo Consiglio per valutare il progetto”. Sulla soluzione Parthenope, invece, si è soffermato il professor Santolo Meo che rappresenta l’Università nel Consiglio di Amministrazione (CdA) dell’Adisu: “sicuramente si tratta di un contesto più periferico, con tutte le conseguenze del caso. Sono comunque previste delle corse gratuite per portarli al Policlinico – inoltre il servizio navetta dovrebbe essere rinforzato entro la fine di novembre con un ulteriore automezzo – Parliamo comunque di residenze nuove e tenute in ottimo stato”. Un’ulteriore alternativa è presentata, poi, dal rappresentante degli studenti in CdA Alessandro Fontana: “stiamo studiando più soluzioni. Anche L’Orientale ha messo a disposizione le proprie strutture. Abbiamo cercato di tutelare gli studenti cercando di non chiudere la residenza De Amicis, ma purtroppo di fronte a dei pareri tecnici non possiamo far nulla”. Sui crediti che vantano i ragazzi: “abbiamo fatto tanto finora. Aspettiamo il prossimo Consiglio per novità in merito”.
Ciro Baldini
Ciro Baldini