Una lezione-concerto eseguita da un duo strumentale napoletano electro-pop-folk: è accaduto nel pomeriggio del 21 novembre presso l’aula A3 della sede in via Marina 33. Il duo prende il nome di ‘KamAak’: a farne parte Stella Manfredi, violinista iscritta al Corso di Laurea Magistrale in Discipline della Musica e dello Spettacolo, Storia e Teoria, insieme al suo collega Luigi Castiello (basso & elettronica). “Un progetto nato nel 2017, tra Napoli e Milano, e sospinto dalla volontà di spostare l’attenzione su un altro aspetto della musica, partendo dalla strada maestra – la sonorità classica – giungendo alla più sperimentale”, spiega Stella. Oggetto dell’incontro, organizzato sotto la supervisione dei docenti di Storia della musica e di Musicologia, rispettivamente i professori Enrico Careri e Giorgio Ruberti, la presentazione in anteprima del nuovo singolo del gruppo, “Incipit”, in occasione dell’uscita del suo videoclip. “Anche nel video ci siamo posti l’obiettivo di fornire una narrazione in musica che fosse alternativa rispetto all’immaginario costruito intorno ai territori partenopei. Così come nelle nostre composizioni si avverte la presenza di una formazione accademica che, però, muove i suoi passi in una direzione nuova, allo stesso modo nelle immagini volevamo mostrare l’altro volto di Napoli”. Si susseguono nella riproduzione, infatti, ‘cartoline’ di inediti paesaggi campani: “le pendici del Vesuvio, devastate dall’incendio che ha colpito il Parco Nazionale lo scorso anno; il corso del fiume Tammaro, sul suolo sannita, tra i fiumi più deturpati per l’inquinamento industriale; il litorale domizio di Castel Volturno, nel mirino dell’inquinamento balneare; o le campagne più desolate del quartiere di Ponticelli”; immagini che fanno da contrappunto ai “paesaggi naturali incontaminati del Lago Gallo nel Casertano, dei Monti Lattari e della Costiera Sorrentina”. Entrambi, musica e immagine, ruotano intorno a un messaggio: “il ritorno alle origini, il legame con la propria terra e la capacità di quest’ultima di risorgere anche quando messa duramente alla prova dalle calamità o dall’intervento doloso dell’uomo”. Del resto, ‘KamAak’ – in cui le due A vogliono simboleggiare lo scenario del Monte Somma accanto al Vesuvio – “è una parola palindroma: anche se letta in senso inverso, si pronuncia allo stesso modo. Volevamo così trasmettere l’idea di un ritorno, ma anche di una doppia anima della nostra territorialità e della musica che ne è espressione”. Proprio in virtù di questa coesistenza tra bellezza e rovina, di recente, il video (realizzato con il supporto di Dario de Simone, videomaker, e di Nadia Rubiano per l’editing) ha ottenuto il plauso della Film Commission Regione Campania, nell’ambito del progetto Start Up Music Lab – il cui coordinamento scientifico è affidato al prof. Lello Savonardo, docente di Comunicazione e Culture giovanili – e promosso dall’Osservatorio Territoriale Giovani del Dipartimento di Scienze Sociali, col finanziamento della SIAE e in collaborazione con il MIBACT. “Molti docenti universitari ci hanno appoggiato”, prosegue Stella. “Altri – come il Coordinatore del Corso di Laurea Magistrale prof. Giancarlo Alfano e la docente di Storia e Teorie del Cinema prof.ssa Anna Masecchia – hanno espresso la volontà di essere presenti all’iniziativa che, peraltro, ha visto l’interesse di esponenti del mondo musicale, tra cui Lino Vairetti, voce degli Osanna, e Claudio Poggi, produttore del primo album di Pino Daniele”. Molteplici le influenze che si riversano nei suoni ipnotici del duo, dagli immancabili riferimenti alle radici popolari con la tarantella alla fusione degli stessi con le dimensioni evocate dall’elettronica d’ascendenza nordeuropea, sulla scia di grandi innovatori della composizione musicale. “È stata una mia idea voler presentare il video nel luogo in cui mi sono formata: l’Università incentiva molto le proposte culturali che provengono dagli studenti, accoglie favorevolmente le loro sollecitazioni in campo artistico e le supporta con entusiasmo”. Anche se queste sollecitazioni si riferiscono a un repertorio che in genere non si affronta a lezione, laddove “l’introduzione delle strumentazioni elettroniche induce a una riflessione più profonda non solo sulla musica del futuro ma su tutte le arti audiovisive”. La presentazione del video ha offerto, inoltre, il pretesto per fornire un altro esempio di ‘arte’ che, conscia delle proprie origini e tradizioni culturali, le interpreta in una chiave più moderna. Del resto, “la ricerca e la disciplina sono elementi connaturati alla formazione di un musicista. Dopo la Triennale in Archeologia e Storia delle Arti (indirizzo musica e spettacolo), mi sono diplomata al Conservatorio di Musica San Pietro a Majella, dove ho approfondito la musica classica per poi continuare autonomamente lo studio del violino elettrico e della composizione”.
Studenti musicisti electro-pop in cattedra per una lezione-concerto
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