Tornare dai nonni con la corona d’alloro, il sogno di David, studente peruviano

David Prieto è uno studente del quinto anno di Chimica e Tecnologia Farmaceutiche (CTF). È nato in Perù e oggi ha 24 anni. Dai quattro ai dieci ha vissuto con i nonni paterni a Trujillo, città della costa nord del suo paese d’origine. Nel frattempo, mamma e papà erano dall’altra parte del mondo, in Italia, alla ricerca di lavoro. Dopo sei anni, su un volo verso lo stivale è salito anche lui. Da quel giorno non ha ancora compiuto il viaggio di ritorno. Vorrebbe farlo, magari l’anno prossimo, con in testa la corona d’alloro per un abbraccio ai nonni che aspetta da quattordici anni.
David, dieci anni in Perù, quattordici in Italia. Ti senti più sudamericano o italiano?
“I miei amici me lo chiedono spesso. Mi sento peruviano perché è in Perù che ho vissuto la mia infanzia, fino ai dieci anni. Allo stesso tempo, mi sento italiano perché è qui che ho trascorso la mia adolescenza e vissuto molte esperienze”.
Cosa ricordi del viaggio verso l’Italia dei tuoi genitori?
“Vennero qui quando io ero molto piccolo. Sono stato sei anni senza mamma e papà, poi li ho raggiunti”.
Come hai vissuto il tuo viaggio verso l’Italia?
“Ero molto curioso di conoscere un paese nuovo e felice di rivedere i miei. Li vedevo al massimo una volta l’anno. Allo stesso tempo ero triste, perché lasciavo i miei nonni e i miei cugini. All’inizio, appena arrivato non uscivo molto, però, pian piano, ho conosciuto tanti amici e scoperto la città”.
I tuoi studi qui.
“Ho fatto medie e superiori. Poi volevo iscrivermi a Medicina. Mi sono preparato per il test, ma non l’ho superato. Optai per Ingegneria Chimica, perché chimica e biologia sono sempre state le mie materie preferite”.
Come sei arrivato a via Montesano?
“A Ingegneria non mi sono trovato benissimo. Lo studio era incentrato su fisica e matematica molto più di quanto mi aspettassi. L’anno dopo ho ritentato il test a Medicina e sostenuto per la prima volta quello di accesso a Chimica e Tecnologia Farmaceutiche. È andata bene con CTF e ho deciso di iscrivermi”.
Sei al quinto anno. Che Corso di Laurea hai frequentato?
“C’è tanta chimica e biologia. Materie che mi interessano. I professori che ho avuto, in generale, mi sono piaciuti tutti, ovviamente qualcuno più, qualcuno meno”. 
Non vuoi fare nomi. Almeno puoi dirmi l’esame che ricordi con più piacere?
“Biochimica e Farmacologia. I professori spiegavano benissimo. Bastava seguire la lezione non solo per comprendere bene la loro materia, ma anche per colmare lacune personali su argomenti trattati in corsi di altre discipline. Ci presentavano molti esempi pratici. Questo contribuiva a incrementare l’interesse”.
Quanti esami ti mancano e che media hai?
“Ancora nove. Ho la media del 27”.
Obiettivi per il futuro?
“Mi piacerebbe lavorare alla tesi all’estero, a Helsinki o a Groningen, per migliorare il mio inglese e poter puntare dopo la laurea al dottorato in Inghilterra o Germania. Mi sto informando per l’Erasmus. Il mese prossimo c’è il bando e farò domanda”.
Vita di tutti i giorni a CTF. Com’è il rapporto con i colleghi?
“Dal primo al quinto anno il gruppo si è ristretto parecchio. Qualcuno ha scelto altre strade, qualcun altro è rimasto indietro. Siamo in sei a studiare sempre insieme e a vederci qualche volta anche al di fuori dell’Università. Non è semplice perché non tutti siamo di Napoli”.
Tu abiti a San Pasquale. Com’è vivere questa città?
“Napoli mi piace perché è caotica e c’è sempre qualcosa da fare anche durante la settimana. Purtroppo i problemi non mancano, soprattutto per episodi di microcriminalità. Proprio a San Pasquale, nella zona dei baretti, di recente ci sono stati fatti poco piacevoli. Altre cose che mi piacciono sono il panorama e la cucina”.
Piatto preferito?
“Pizza e lasagna”.
Pietanza peruviana che chiedi di più a mamma?
“Il ceviche. Un piatto a base di pesce cucinato con limone, cipolla, patate e insalata”.
Il tuo italiano conserva un po’ di accento spagnolo.
“A casa e con alcuni amici parlo spagnolo. Usare le due lingue tutti i giorni a volte crea confusione. Capita che mi sfuggano frasi spagnole mentre parlo in italiano e viceversa. Qualche volta mi è capitato anche agli esami, ma raramente perché lì sono molto concentrato”.
Hobby?
“Jogging. Spesso, dopo lo studio, vado a correre sul lungomare, da solo, con mio fratello o con qualche amico. Inizialmente andavo con papà. È un’abitudine che coltivo da quando avevo 12 anni”.
Dopo tutto questo tempo, cosa ti manca del Perù?
“I miei nonni paterni. Sono cresciuto con loro. Poi ho la curiosità del mio paese e della mia città, Trujillo. I miei genitori ci sono tornati due anni fa e mi hanno detto che è cambiata tanto. Mi piacerebbe rivederla. Magari ci tornerò l’anno prossimo, dopo la laurea, che vorrei dedicare ai miei nonni: Susana Paredes e Erasmo Prieto Dominguez”.
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