Tre gli schieramenti in campo, Confederazione si presenta ovunque

Confederazione degli Studenti corre da sola per eleggere rappresentanti in Consiglio di Amministrazione. Si confronta, invece, con Studenti Indipendenti relativamente alla conquista dei seggi in Senato Accademico. Alla chiusura dei termini per la presentazione delle candidature per le elezioni delle rappresentanze studentesche alla Federico II, in programma il 10 ed 11 aprile, si delinea il quadro delle forze in campo. Riconducibili, sostanzialmente, a tre schieramenti: Confederazione degli Studenti, la lista che fu fondata oltre un quarto di secolo fa da Franceso Borrelli, oggi consigliere regionale, all’epoca giovane militante dei Verdi di Pecoraro Scanio, e che si definisce “apartitica ed apolitica”; Unione degli Universitari, organizzazione legata alla Cgil; Link, una sigla di sinistra nata da una scissione interna all’Udu alcuni anni fa. Sono riconducibili a queste tre sigle anche la stragrande maggioranza delle candidature proposte per il Consiglio degli Studenti di Ateneo e per i Consigli di Dipartimento.
Per il CdA della Federico II, si diceva, unica squadra in campo è Confederazione degli Studenti, che propone sei nomi al voto degli elettori: Andrea Uriel De Siena, Renato Onorato, Luca Scognamiglio, Nicola Cembalo, Alessandro Malfi, Carlo Manzo.
Nel Senato Accademico, invece, Confederazione, che si presenta unica lista per le aree Medica, Politecnica e delle Tecnologie per la vita, dovrà vedersela con Studenti Indipendenti per quanto riguarda l’area umanistica. Aggregazione, quest’ultima, nata dalla convergenza di Udu e Link ed arricchita da Studentigiurisprudenza.it, una realtà che nella precedente tornata elettorale era alleata con Confederazione. 
Identiche squadre in campo per il Consiglio degli Studenti di Ateneo e per i Consigli dei Dipartimenti. Le sigle, però, sono molto più numerose che in Consiglio di Amministrazione ed in Senato Accademico perché ci sono liste nate nella specificità delle realtà Dipartimentali, che, pur riconducibili ai tre schieramenti principali, hanno adottato denominazioni particolari. A Scienze Politiche, per citare un esempio, Viviunina è di area Udu. Asu e Be Social sono riconducibili entrambe alla Confederazione. Al Dipartimento di Giurisprudenza una selva di liste candidate: Universo, Università Europea, Giuristi federiciani, Studentigiurisprudenza.it – Scambio info, Uniti per un altro Dipartimento – Studenti indipendenti. 
Altra caratteristica di queste elezioni è che, come già accaduto nelle più recenti tornate elettorali alla Federico II e diversamente da quanto succedeva fino ad una decina di anni fa, non ci sono liste che si richiamano esplicitamente ai partiti di centro destra. Non vuol dire, naturalmente, che non ci siano studenti simpatizzanti di quell’area o ad essa legati politicamente che si propongono. Per esempio, nell’aggregazione Universo, che ha in parte ereditato la tradizione di un’altra sigla piuttosto consolidata a Giurisprudenza –  Aria che tira – e che è nel campo della Confederazione. Non ci sono, inoltre, formazioni ed aggregazioni riconducibili all’estrema destra – né a Casa Pound né a Forza Nuova – che in altri atenei italiani ha più volte provato a piazzare propri rappresentanti in seno agli organi collegiali. 
Riguardo ai temi della campagna elettorale, tiene banco la questione delle tasse universitarie. Come prevedibile, la seconda rata si è trasformata in una stangata per gran parte degli studenti e delle loro famiglie. L’introduzione di una no tax area, lo scorso anno, ha comportato infatti la necessità di recuperare in qualche modo le risorse che sono venute a mancare con l’estensione dell’area di esenzione totale dalla contribuzione e questo ha determinato rincari tutt’altro che modesti per molti ragazzi e ragazze, compresi quelli non provenienti da famiglie particolarmente benestanti. Proprio la questione delle tasse è stata, dunque, al centro della campagna elettorale ed ha animato polemiche e dibattiti tra le varie forze in campo. Link, in particolare, ha rimproverato senza giri di parole a Confederazione, che aveva la maggioranza, di avere votato la primavera scorsa in Consiglio degli Studenti il via libera al modello di tassazione che oggi suscita tante perplessità. “Era prevedibile – sostiene Raffaele Giovine, esponente di Link – che ci sarebbero stati aumenti. Lo dicemmo all’epoca e fummo i soli. Ora Confederazione se ne accorge. Peccato che all’epoca votò sì a quel modello di tassazione”. Non è da meno l’Unione degli Universitari, che contesta a Confederazione il voto favorevole dello scorso anno. Dice Gianfranco Romano, che frequenta Scienze Politiche: “L’aumento delle tasse forse ci sarebbe stato lo stesso, ma che sia avvenuto con il parere favorevole della maggioranza in Consiglio degli Studenti, quella di Confederazione, è un fatto che sconcerta. L’Udu, dopo queste elezioni, avvierà una battaglia serrata per cambiare il sistema di tassazione”. 
Replica Antonio Chianese, il presidente uscente del Consiglio degli Studenti di Ateneo, laureando in Ingegneria, di Confederazione: “è vero che dicemmo sì, ma subordinammo il voto favorevole al nuovo modello di tassazione alla garanzia che non ci sarebbero stati aumenti. Ottenemmo anche l’impegno dell’Ateneo che sarebbero stati stanziati fondi aggiuntivi per l’esenzione dalle tasse a beneficio dei meritevoli. Chi ci accusa oggi di avere avallato l’incremento delle tasse dice il falso e lo fa solo per motivi di propaganda elettorale”. Sia Link sia Confederazione hanno promosso di recente una petizione on-line per chiedere che il sistema di tassazione sia rivisto.
Fabrizio Geremicca
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