A Psicologia applicata si sperimenta la teatroterapia e l’apprendimento outdoor

Due iniziative di grande interesse in programma al Corso di Laurea Magistrale in Psicologia applicata. ‘La teatroterapia e le sue applicazioni in campo riabilitativo e psicosociale’, il tema del seminario che si terrà il 14 maggio a cura del prof. Gianluca Ficca (Psicologia generale). Un incontro introduttivo che vuole mostrare agli studenti un campo di applicazione nel quale il docente vanta una lunga esperienza. “Mi sono formato come psichiatra – racconta il prof. Ficca – e mi sono occupato della riabilitazione di ragazzi affetti da schizofrenia. Ho coordinato molti progetti teatrali di comunità in Abruzzo, dal 2000 al 2007, acquisendo una discreta esperienza”. Poi la fondazione dell’associazione romana Teatroshock, ancora oggi attiva, che ha portato nel 2015 allo spettacolo ‘Miracoli’.
La rappresentazione, che ha visto la collaborazione del regista e docente del Suor Orsola Benincasa Marcello Cotugno e della psicoterapeuta sistemico-relazionale e psicomotricista funzionale Gaia Vernassa, ha avuto origine dal progetto ‘Mondo Cane’. “Abbiamo coinvolto detenuti della casa circondariale di Rebibbia che si trovavano in comunità per problemi di tossicodipendenza – prosegue Ficca – Abbiamo lasciato che fossero loro a scrivere le loro storie, a raccontarsi, a spogliarsi del peso che portavano dentro. Si trattava di storie difficili, talvolta drammatiche. Ne emerse un progetto di grande valenza emotiva, che aveva il duplice scopo di farle conoscere al mondo e, specialmente, di riabilitare coloro che erano stati vittime di quei contesti”.
Ecco dunque che la teatroterapia diventa un intervento psicosociale, ma c’è un problema: “I progetti sono spesso portati avanti da psicologi che non sanno niente di teatro o da attori e professionisti di teatro che non sanno niente di psicologia. Con Teatroshock coniugammo questi due aspetti con successo, voglio invitare gli studenti a fare lo stesso”. Il seminario, infatti, nasce per evidenziare il percorso di formazione e le competenze specifiche da acquisire per lavorare con il teatro a fini terapeutici. “Sarebbe bello se nelle università nascessero Corsi di studio a indirizzo psicologico sulla teatroterapia perché quelli esistenti afferiscono a indirizzi artistici, come il Dams”.
A questo proposito uno spoiler: “Se il progetto sarà approvato, nell’anno accademico 2024/2025 curerò un Laboratorio di 3 crediti su teatroterapia e sue applicazioni in campo riabilitativo e psicosociale”. Il seminario si concluderà con una serie di esercitazioni teatrali.
Il secondo evento, che si svolgerà invece il 7 giugno, ha come titolo ‘Socialità, consapevolezza e team-building. Trekking nel Parco regionale del Matese’, a cura del prof. Alessandro Lo Presti (Psicologia del Lavoro e delle Organizzazioni) e della prof.ssa Maddalena Marini (Psicologia sociale). L’iniziativa, rivolta esclusivamente agli studenti del primo anno della Magistrale, consisterà in una sessione di apprendimento in ambiente non convenzionale, outdoor, in mezzo alla natura. “Il luogo prescelto è un pianoro situato a circa 1.400 metri di altitudine, a metà strada tra Bocca della Selva e Campitello Matese – spiega il prof. Lo Presti – Conosco bene il luogo perché lo frequento spesso. Per l’occasione ho individuato un sentiero facilmente percorribile perché, sebbene abbia suggerito agli studenti di valutare bene le proprie condizioni fisiche, non tutti potrebbero essere preparati a una sessione di trekking”.
La giornata sarà divisa in due parti tra loro svincolate: “La prima, curata dalla prof.ssa Marini, riguarda la prevenzione del disagio, il benessere individuale e la salute mentale. I partecipanti scopriranno tecniche di meditazione e mindfulness per incrementare il benessere personale, in connessione con il luogo e i colleghi. La seconda riguarda la psicologia del lavoro e in particolare l’attività di team-building, per sviluppare la socialità tra i componenti del gruppo e fornire ai partecipanti strumenti utili per il loro futuro impiego”.
L’ambiente outdoor, che non necessariamente deve essere quello montano, si rivela infatti un ottimo incentivo per questo genere di attività, in quanto gli sono propri i principi di alterità, sfida e competizione. “L’ambiente nuovo fornisce nuovi impulsi, ed è quindi uno stimolo a scoprire, a mettersi in gioco, a muoversi”.
A questa seconda parte si assocerà un’esercitazione pratica di cui il docente non rivela i dettagli, facendo però un esempio: “Tipico esercizio di settore outdoor potrebbe essere il seguente: si suddivide il gruppo in sottogruppi, ognuno affidato a un leader. Si consegna a ciascun gruppo un telo e delle corde e si chiede loro di costruire un rifugio. I rispettivi leader, tuttavia, hanno ricevuto istruzioni differenti, così uno di loro si comporterà in modo autoritario, un altro in modo permissivo e così via. Alla fine, quando si rientra in un ambiente franco, dopo l’esperienza outdoor, si analizzano i risultati ottenuti alla luce dell’esperimento condotto”.
Nicola Di Nardo

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Ateneapoli – n.08 – 2024 – Pagina 21

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