Un Master per la preparazione ai concorsi pubblici

Il Concorso nella Pubblica Amministrazione, quello con la ‘C’ maiuscola, spaventa e nello stesso tempo affascina. Come prepararsi? Come affrontare le prove d’esame? E in che modo dare il meglio della propria preparazione per diventare un funzionario, un burocrate, per entrare nella complicata macchina dell’amministrazione pubblica? A queste domande sembra voler rispondere il Master di secondo Livello in Diritto Amministrativo attivato nella sua prima edizione, presso la Facoltà di Giurisprudenza del Suor Orsola. Il Master dal titolo ‘Laboratorio per i concorsi pubblici, diretto dal professor Aldo Sandulli, ordinario di diritto amministrativo, è stato inaugurato il 19 gennaio dalla Lectio Magistralis ‘L’ideale di una buona amministrazione. Il principio del merito e la stabilità degli impiegati’ di Sabino Cassese, Giudice della Corte Costituzionale, alla presenza del Rettore Francesco De Sanctis e del Preside di Giurisprudenza Franco Fichera.
Il Corso si pone in maniera diversa rispetto ai preesistenti dello stesso tipo, perché oltre ad una parte teorica sviluppa anche una parte pratica attraverso la simulazione di test preselettivi e di prove concorsuali scritte ed orali, nonché sullo studio del metodo di approccio al concorso.
“Vi sono molti Master di Diritto Amministrativo in Italia- spiega il prof. Sandulli, durante l’inaugurazione- ma la parola chiave che fa differire la nostra attività dalle precedenti è ‘laboratorio’. Durante il Master i giovani, infatti, saranno informati sulle ultime novità del diritto amministrativo e preparati per superare le prove di selezione pubblica attraverso una serie di insegnamenti di carattere sostanziale affiancati da moduli di carattere metodologico. Il nostro Ateneo punta a formare giovani per l’alta burocrazia e il Master segue questo progetto grazie, anche, ad uno staff di docenti armonizzato tra professori universitari ed operatori del diritto in campo amministrativo”.
Fra i docenti che seguiranno i 33 studenti ammessi al percorso di durata annuale, si trovano infatti numerosi nomi illustri come quello di Cassese, o di Antonio Catricalà, Presidente dell’Autorità garante per la concorrenza ed il mercato, Claudio Meoli, Prefetto di Salerno, Filippo Griffi, Consigliere di Stato.
Uno staff d’eccellenza per “colmare- usando le parole del Rettore De Sanctis- una lacuna esistente nella formazione post-universitaria e nel modo d’intendere l’amministrazione pubblica”.
Il Master nasce proprio in un momento di forti polemiche e di crescenti scontri intorno al tema della Pubblica Amministrazione, fra cui uno dei punti più pesanti è proprio quello che mette in dubbio la validità dei concorsi come mezzo di reclutamento del personale.
Fra il 1975 e il 1990, ricorda Cassese durante la sua Lectio, circa il 60% degli impiegati pubblici è entrato nell’amministrazione senza concorso, ma attraverso quella che viene chiamata ‘stabilizzazione dei precari’. Tema quanto mai attuale al quale il Giudice collega subito quello della ‘precarizzazione della dirigenza’, le cui nomine sono sempre più legate ai governi: “la stabilizzazione dei precari e la precarizzazione della dirigenza portano alla caduta di quei principi che si sono formati e su cui si è basato il sistema dell’amministrazione negli ultimi quattro secoli: il principio del merito, della stabilità e della permanenza della carica e della distinzione tra pubblico e privato”. Principi che sviluppatesi nell’Europa del Seicento e dell’Illuminismo hanno portato all’evoluzione e al perfezionamento della macchina burocratica, prima legata alla conduzione patrimoniale degli uffici e quindi l’esclusione della gran parte dei cittadini da cariche pubbliche nonché il forte legame con la politica. Oggi Cassese sembra chiedersi se e come sono ancora validi quei principi che hanno offerto le basi per la nostra amministrazione: l’ideale di una buona amministrazione è ancora in questi principi?
E se “un buon giurista- ricorda Francesco Amirante, giudice della Corte Costituzionale- non deve conoscere solo di diritto ma anche di filosofia, storia e letteratura”, il programma didattico del Master sembra basarsi su quel principio per cui il concorso pubblico è ancora oggi il metodo più valido e più democratico per la selezione delle classi dirigenti.
“Questo Master non è isolato nel contesto del nostro lavoro- evidenzia il Preside Fichera – ma si accompagna una riconfigurazione della stessa struttura dell’insegnamento universitario con l’inserimento di un indirizzo amministrativo all’interno del percorso di studi, che sottolinea la nostra direttiva. Voltaire in un suo scritto sosteneva che la battaglia per quei principi, di cui ha parlato Cassese, è andata avanti insieme ad una riforma degli studi universitari. E’ proprio quello che noi facciamo anche oggi avendo configurato i nostri studi in base a questi principi”.
Valentina Orellana
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