Otto studenti iscritti ai Corsi di Laurea Magistrale del Dipartimento di Scienze Umane e Sociali de L’Orientale fanno parte del nuovo Comitato per il progetto promosso in tre sedi universitarie italiane (Roma, Pisa e Napoli) dall’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni. Improntato alla costruzione di un ponte di dialogo tra studenti migranti e locali, il Progetto TandEM (Towards Empowered Migrant Youth in Southern Europe) si pone sin dalla sua origine l’obiettivo di intervenire direttamente sui processi di integrazione sociale. “Ciò che ci ha spinto a prendere parte all’iniziativa – dice, infatti, Simona Brunitto, studentessa di Lingua Cinese iscritta a Relazioni e Istituzioni dell’Asia e dell’Africa – è stata la concreta opportunità di poter interagire con gli studenti stranieri per aiutarli a integrarsi nel contesto universitario e cittadino, cercando di offrire loro un ambiente sereno e amichevole”. Dal punto di vista accademico, “li aiutiamo nelle varie faccende amministrative – immatricolazione, compilazione del piano di studio, prenotazione degli esami – considerando che la lingua rappresenta per loro il maggiore ostacolo, soprattutto per chi non conosce bene l’inglese o sa dire poche frasi in italiano”, spiega la collega Giulia Corrado, studentessa di Lingua Swahili. Un supporto didattico e umano che deve il suo successo al metodo ‘peer-to-peer’ realizzatosi tra studenti alla pari e al coeso lavoro di squadra. “Nel corso di questi mesi abbiamo provveduto a organizzare due incontri settimanali, durante i quali gli studenti possono chiederci una mano per la preparazione di un esame o chiarire altri dubbi che riguardano il contesto universitario. Ci teniamo, inoltre, ad organizzare uscite extra-accademiche, anzi spesso sono proprio loro a proporle”, raccontano due studentesse iscritte a Lingue e Comunicazione in Area Euromediterranea, Sara Federico e Lucia Bottarini. Un impegno attivo su più canali e che si fonda sulla disponibilità degli studenti italiani. “È fondamentale essere sempre presenti, partecipare e proporre nuovi eventi”: a tal proposito, è stata creata una piattaforma di scambio su Facebook, in cui è possibile seguire le iniziative in corso. “Questo progetto ci sta insegnando tanto. Ed è importante coinvolgere l’intera comunità studentesca per far conoscere le nostre finalità e abbattere definitivamente tutti quei pregiudizi che tendono ad escludere dei ragazzi come noi, il cui unico ‘peccato’ è parlare una lingua diversa o aver vissuto un altro background”, sostiene Daniele Vigliotti di Studi Internazionali. In un Ateneo dalla tradizione così fortemente connotata nell’ottica dell’apertura come L’Orientale si approccia alla diversità come strumento di arricchimento. “Dobbiamo ricordare, in quanto studenti e giovani adulti, che l’integrazione è importante per loro quanto per noi, perché ci dà la possibilità di conoscere e confrontarci con realtà sì dissimili sotto certi punti di vista, ma che possono convivere perfettamente insieme”, osserva Federica Racioppi. Al fine di proseguire in un cammino volto al superamento definitivo di certe barriere linguistiche e ideologiche, “dobbiamo anche tenere bene a mente che per loro, in molti casi, non sia per nulla facile ambientarsi”, fa riflettere Cristina Taglialatela. Pertanto, “avere degli amici – è così ci consideriamo – che li facciano sentire a proprio agio nel nuovo contesto in cui hanno scelto di vivere rappresenta un primo passo per la costruzione di una società sempre più inclusiva e multiculturale”, conclude Sara Di Iorio.







