Tirocinio nell’Ambasciata italiana in Marocco per Ivan, studente catanese

Da Catania, città d’origine, a Napoli, per iscriversi a L’Orientale e studiare la cultura araba. Nel mentre, da Napoli a Rabat, per tuffarsi in quel mondo che l’ha sempre affascinato. Ivan Buccheri, 24 anni, si trova da tre settimane nella capitale del Marocco per svolgere un tirocinio nell’Ambasciata italiana e ci resterà fino a dicembre. È iscritto al secondo anno di Relazioni e Istituzioni dell’Asia e dell’Africa, curriculum Medio Oriente e Nord Africa. La telefonata di Ateneapoli lo raggiunge di venerdì pomeriggio, quando a Rabat sono le 18.30 (le 19.30 in Italia).
Ha appena finito di lavorare e da poco è tornato a casa: “questa non è la mia prima esperienza in Marocco – spiega – sono stato ad Agadir in mobilità dallo scorso febbraio fino a giugno. All’epoca pensavo che avrei patito un certo shock culturale, ma è avvenuto l’esatto contrario”. Colleghi e soprattutto la gente del posto hanno fatto la differenza nella sua integrazione: “Ero circondato da persone che mi hanno fatto sentire a casa fin da subito. C’è stata la giusta combinazione di fattori che mi hanno consentito di inserirmi gradualmente”. Tante le differenze tra la piccola cittadina costiera e la capitale.
Se la prima “è molto più tradizionale”, la seconda “è molto più grande e ci sono più servizi”. Il luogo adatto per un’esperienza così particolare come quella in Ambasciata, dove Ivan ha compiti specifici: “di solito partecipo a conferenze durante le quali prendo nota di quali sono stati gli attori, delle posizioni assunte; in un secondo momento metto ordine in tutto il materiale e confeziono dei report”.
Le lingue che si trova ad utilizzare più spesso sono “la nostra con il personale italiano, il francese con quello del posto” e, naturalmente, “non mancano gli scambi linguistici in arabo. E il ventiquattrenne non nasconde l’ambizione. La scelta di un tirocinio in ambito diplomatico non è stata affatto casuale: “volevo vedere da vicino in cosa consistesse il lavoro in un’Ambasciata e infatti ho intenzione di lasciare la porta aperta a questo tipo di carriera, mi interessa molto”. Non solo futuro professionale, Ivan racconta anche come e quando è nata la sua passione per il Maghreb e la cultura araba in generale.
Bisogna fare un passo indietro e tornare alla Triennale in Lingue e Comunicazione: “tutto è partito dallo studio della lingua, verso la quale non ho avuto un approccio classico, perché l’arabo è un idioma che ti fa immergere nella cultura dei Paesi dove è parlato, e così è germogliato in me anche l’interesse di studioso nei confronti dell’Islam”. E quando si parla di culture, lingue, cioè di popoli, non si può evitare il riferimento al contatto con le persone: “non mi hanno mai trattato come uno straniero”. Ivan parla di “calore e entusiasmo” che i locali trasmettono anche “a chi parla poco la loro lingua”. “Ti danno tutto, e questo ti spinge a immergerti totalmente nel loro mondo”.
Claudio Tranchino
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Ateneapoli – n.16 – 2024 – Pagina 34

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