La luce della cultura ha illuminato la sede del Parlamento Europeo a Bruxelles dal 27 al 31 gennaio, con un incontro organizzato per celebrare una delle figure più emblematiche della storia europea: Federico II di Svevia. “Un uomo eccezionale, capace di mettere in dialogo le tradizioni culturali più diverse e di costruire un’Europa che ancora oggi ci appare straordinariamente moderna”, afferma il prof. Fulvio Delle Donne, ordinario di Letteratura latina medievale e umanistica al Dipartimento di Studi Umanistici della Federico II, nonché curatore della mostra ‘Federico II, colui che cercò la pace e stupì il mondo’, inaugurata il 28 gennaio.
I venti pannelli, con immagini, testi e due video, in italiano e inglese, hanno raccontato in ordine cronologico la vita e le vicende esemplari dello stupor mundi, di fronte a un pubblico di europarlamentari e commissari europei. “La memoria storica è fondamentale per orientare il nostro futuro – spiega Delle Donne – Comprendere chi siamo e da dove veniamo è essenziale per affrontare le sfide di oggi”.
Un messaggio forte e chiaro che mette in luce l’Imperatore non solo come sovrano, ma anche come visionario capace di influenzare la politica e la cultura del suo tempo in modo rivoluzionario. Tra i punti chiave dell’esposizione il legame con Napoli con la fondazione della prima Università statale. “Nel 1224, Federico II fonda l’Università di Napoli, la più antica Università statale, che l’anno scorso ha celebrato gli 800 anni dalla sua nascita. Un evento che segnò una tappa fondamentale nella storia della città, che passò da essere un piccolo centro a capitale di un regno potente”, sottolinea il docente.
Scopo dell’Imperatore era quello di “dar vita ad un centro di formazione per funzionari amministrativi qualificati.
La sua visione era chiara: la vera nobiltà nasceva dallo studio e dall’educazione, come esemplificato nella lettera di Fondazione”. Questo principio, ancora oggi, è un faro per l’Ateneo federiciano: “l’iscrizione ‘Ad Scientiarum Haustum et Seminarium Doctrinarum’ incisa sul frontone della nostra sede centrale, al Corso Umberto, richiama questi valori, ricordando come l’istruzione possa rappresentare una vera e propria via di ascensione sociale. Un concetto ribadito anche dal Presidente della Repubblica Mattarella, che ha evidenziato l’importanza delle istituzioni educative come strumento per consentire a chiunque, anche a chi proviene da condizioni disagiate, di emergere attraverso la cultura”.
La crociata della pace
Questi principi rivoluzionari riflettono una cultura ricca e variegata. “Federico II, che univa la tradizione germanica degli Hohenstaufen e quella normanna della madre, Costanza d’Altavilla, contribuì alla creazione di un’Europa centrata sul Mediterraneo, collegando le sponde dell’Africa e dell’Oriente. La sua corte incarnava questa dimensione multiculturale, dove convivevano proficuamente le culture islamica, cristiana ed ebraica”. La sua visione si manifestò anche nelle sue straordinarie azioni politiche. Un esempio significativo: “la Crociata della pace del 1228-1229, quando riuscì a risolvere uno dei conflitti più complessi dell’epoca senza ricorrere alla violenza. Si accordò con il sultano d’Egitto, Malik al-Kāmil, per garantire ai pellegrini cristiani l’accesso al Santo Sepolcro, dimostrando che diplomazia e cultura possono essere strumenti più efficaci della guerra per risolvere i conflitti”.
La mostra ha esplorato anche l’impatto del sovrano sul progresso scientifico e sulla cultura umanistica: “Leonardo Fibonacci, che dedica la sua opera proprio a Federico, ha introdotto l’uso dei numeri arabi e dello zero in Europa. Federico ha fatto tradurre i testi filosofici di Aristotele, rivoluzionando il pensiero occidentale”. Senza dimenticare che la sua corte fu anche il centro della nascita della lingua poetica italiana: “La cosiddetta Scuola poetica siciliana, letteralmente del Regno di Sicilia, ci ha insegnato quella lingua poetica che si continua ad usare anche oggi e i cui messaggi, con la concezione della donna e dell’amore, restano validi”.
Le Costituzioni Melfitane: un Codice innovativo
Nel 1231, Federico II emanò le Costituzioni Melfitane, un codice di leggi innovativo che segnò un punto di svolta nella storia giuridica europea, restando in vigore per secoli, fino all’inizio dell’Ottocento. “Queste leggi, più strutturate rispetto ai precedenti codici, riflettevano la visione innovativa e moderna dell’Imperatore. Tra le disposizioni più rilevanti ci fu la tutela dello studio, come nel caso della medicina, che prevedeva un percorso formativo rigoroso: prima gli studi umanistici, poi la logica, e solo successivamente gli aspetti pratici e tecnici”. Un altro aspetto innovativo riguardava la protezione delle donne: “In un’epoca dominata da una cultura patriarcale, le Costituzioni Melfitane stabilivano pene severissime per chi aggrediva donne, specialmente se indifese, e punivano anche chi assistesse senza intervenire. Un passo importante verso il riconoscimento dei diritti delle donne nell’epoca medievale, che segna una visione lungimirante nella protezione delle persone più deboli”.
Non si esauriscono qui i risultati e le eredità lasciate da una personalità così poliedrica, fatta di luci ma anche di altrettante ombre. “Speriamo che queste celebrazioni non siano fini a se stesse – conclude il prof. Delle Donne – perché si possono ancora trasmettere messaggi importanti. Federico II fu un uomo complesso, e nella sua complessità ritroviamo quella del presente, della nostra vita e della nostra cultura, che trova origine in quella di 8 secoli fa”.
Giovanna Forino
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Ateneapoli – n. 2 – 2025 – Pagina 8