Un Lino Banfi sorprendente quello che lo scorso 25 gennaio ha incontrato l’Università Parthenope per parlare, nella sua veste di Goodwill Ambassador Unicef Italia, delle “Missioni di pace nei Paesi in via di sviluppo”. Un po’ nonno Libero e un po’ Oronzo Canà, certo, perché sono i suoi personaggi più noti, televisivo il primo e cinematografico il secondo. Ma sono anche personaggi che non hanno bisogno di presentazioni: L’allenatore nel pallone 2, attualmente in programmazione nelle sale di tutta Italia, è stato lungamente atteso dagli innumerevoli fans del primo film culto. Lino Banfi ha invece sorpreso per come ha saputo mostrare Pasquale Zagaria (è questo il suo vero nome), l’uomo e non solo l’uomo di spettacolo. Uno che a messa ci va “negli orari più insoliti perché se no la gente mi riconosce e si distrae”, tanto per fare un esempio. Uno che riguardando un video girato quando era in Africa, come è avvenuto nell’Aula Magna della Parthenope, si commuove. E annuisce significativamente col capo mentre la presidente dell’Unicef Campania, la prof.ssa Margherita Dini Ciacci, ricorda che i bambini bisognosi di aiuto sono anche i nostri, troppo spesso “vittime delle violenze degli adulti, delle cattiverie e di un ambiente devastato”. La prof.ssa Dini Ciacci ha letto una lettera del presidente dell’Unicef Italia, Antonio Sclavi, indirizzata a Lino Banfi, in cui il popolare attore viene ringraziato e definito come uno degli ambasciatori più attivi, “operativo serio e fedele più dell’Arma dei Carabinieri”. Era una lettera scritta proprio per l’occasione della “lezione universitaria”.
Una canzone con i
ragazzi di Scampia
ragazzi di Scampia
Banfi, appena presa la parola, dopo aver salutato i “suoi” ragazzi di Scampia presenti nell’aula superaffollata, con i quali inciderà una canzone (“l’ho promesso, e se prometto mantengo”), si è affrettato a precisare: “ma quale lezione faccio io? Io all’università vengo a imparare…”. Per poi aggiungere: “qualche suggerimento però lo posso dare”. I suoi suggerimenti vanno in un’unica direzione: quella della solidarietà. “Vorrei che la solidarietà non fosse solo quei trenta giorni benedetti di dicembre in cui si diventa tutti più buoni. Ho una mia teoria su questo. Quei trenta giorni dividiamoli in tre fasi all’anno, dieci, dieci e dieci. Andiamo ad esempio in ospedale a visitare un reparto oncologico per bambini. Ci vorrebbero tante piccole Unicef anche qua, perché i nostri bambini non sorridono più”.
Il sorriso è la merce rara che Banfi ha portato in Angola e in Eritrea, nei villaggi dove i bambini avevano imparato a giocare, cantare e scherzare con lui. Nessuno, prima, era riuscito a farli sorridere, parola dei capi villaggio. Non è un caso che il nome dato all’operazione è stato Banfi-Smile children. Banfi però ha ricordato che per portare sorrisi, e non solo, nei Paesi in via di sviluppo, ci vogliono mezzi e persone. “Fare qualcosa di buono per gli altri costa. Bisogna controllare che tutto ciò che accade all’interno delle organizzazioni no profit avvenga senza sprechi. Il solidale va non solo fatto, ma curato nelle varie fasi, fino alla fine”. Lui torna periodicamente in Africa per vedere come stanno andando le cose. E comunque assicura: “i soldi versati all’Unicef vanno a finire bene”. Dunque, ricapitolando: Lino Banfi ha parlato di azioni di solidarietà da spalmare nel tempo, da curare per così dire nel medio e lungo periodo e da verificare nei risultati. Siamo o non siamo di fronte a una lezione di economia? Sì che ci siamo. Il Rettore della Parthenope Gennaro Ferrara lo ha detto senza esitazioni: “Lino è un uomo di cultura e ci ha dato una bella lezione di economia aziendale, a modo suo riesce ad essere più innovativo di colleghi che leggendo tanti testi non avrebbero saputo fare una sintesi così efficace. Attraverso una vita fatta anche di disagi è pervenuto ad una cultura antropologica, i bambini gli vogliono bene non solo perché parla in dialetto, ma perché riconoscono i principi che riesce a trasmettere”. Il Rettore ha sottolineato che la Parthenope è molto vicina ai bambini, accennando all’iniziativa natalizia che da più di dodici anni vede protagonisti i piccoli ospiti degli orfanotrofi napoletani, ai quali vengono fatti regali da loro stessi richiesti con una letterina, e ai corsi di formazione per adulti che l’Università tiene in collaborazione con l’Unicef Campania.
L’evento cui ha partecipato Banfi era un convegno organizzato dalla Facoltà di Giurisprudenza nell’ambito del Corso di Laurea in Scienze dell’amministrazione. Il Preside della Facoltà, prof. Federico Alvino, ha spiegato il senso dell’iniziativa: “dietro al tecnicismo delle nozioni c’è l’esperienza e noi abbiamo il compito di trasmettere quell’esperienza e le emozioni che genera”. L’intervento di Banfi è stato conclusivo di un excursus sulle missioni di pace tracciato dalla prof. Marisa Tufano, docente di Diritto internazionale, che ha parlato della struttura e del ruolo dell’Unicef; da Padre Vincenzo Licalsi, missionario camilliano; da Padre Salvatore Izzo, missionario dei Sacri Cuori; dal prof. Mimmo Tafuri, docente di Metodi e Didattiche Attività Sportive, che ha trattato dell’importanza dei programmi sportivi nelle missioni e, più in generale, dell’importanza dello sport nella formazione dei bambini e dei giovani. Moderatore dell’incontro è stato Paolo Iannotti, direttore di Ateneapoli, che alla fine ha scherzosamente chiesto al Rettore se a Lino Banfi avrebbe dato un bel 30 per la sua “lezione di economia”. Dal pubblico subito più di una voce si è alzata per chiedere la lode. Da Iannotti: “perché non anche una laurea honoris causa? Ci pensi Rettore Ferrara”. Risposta di Banfi: “se dovete darmela, fate presto. Prima che mi rincoglionisco”.
Sara Pepe
Il sorriso è la merce rara che Banfi ha portato in Angola e in Eritrea, nei villaggi dove i bambini avevano imparato a giocare, cantare e scherzare con lui. Nessuno, prima, era riuscito a farli sorridere, parola dei capi villaggio. Non è un caso che il nome dato all’operazione è stato Banfi-Smile children. Banfi però ha ricordato che per portare sorrisi, e non solo, nei Paesi in via di sviluppo, ci vogliono mezzi e persone. “Fare qualcosa di buono per gli altri costa. Bisogna controllare che tutto ciò che accade all’interno delle organizzazioni no profit avvenga senza sprechi. Il solidale va non solo fatto, ma curato nelle varie fasi, fino alla fine”. Lui torna periodicamente in Africa per vedere come stanno andando le cose. E comunque assicura: “i soldi versati all’Unicef vanno a finire bene”. Dunque, ricapitolando: Lino Banfi ha parlato di azioni di solidarietà da spalmare nel tempo, da curare per così dire nel medio e lungo periodo e da verificare nei risultati. Siamo o non siamo di fronte a una lezione di economia? Sì che ci siamo. Il Rettore della Parthenope Gennaro Ferrara lo ha detto senza esitazioni: “Lino è un uomo di cultura e ci ha dato una bella lezione di economia aziendale, a modo suo riesce ad essere più innovativo di colleghi che leggendo tanti testi non avrebbero saputo fare una sintesi così efficace. Attraverso una vita fatta anche di disagi è pervenuto ad una cultura antropologica, i bambini gli vogliono bene non solo perché parla in dialetto, ma perché riconoscono i principi che riesce a trasmettere”. Il Rettore ha sottolineato che la Parthenope è molto vicina ai bambini, accennando all’iniziativa natalizia che da più di dodici anni vede protagonisti i piccoli ospiti degli orfanotrofi napoletani, ai quali vengono fatti regali da loro stessi richiesti con una letterina, e ai corsi di formazione per adulti che l’Università tiene in collaborazione con l’Unicef Campania.
L’evento cui ha partecipato Banfi era un convegno organizzato dalla Facoltà di Giurisprudenza nell’ambito del Corso di Laurea in Scienze dell’amministrazione. Il Preside della Facoltà, prof. Federico Alvino, ha spiegato il senso dell’iniziativa: “dietro al tecnicismo delle nozioni c’è l’esperienza e noi abbiamo il compito di trasmettere quell’esperienza e le emozioni che genera”. L’intervento di Banfi è stato conclusivo di un excursus sulle missioni di pace tracciato dalla prof. Marisa Tufano, docente di Diritto internazionale, che ha parlato della struttura e del ruolo dell’Unicef; da Padre Vincenzo Licalsi, missionario camilliano; da Padre Salvatore Izzo, missionario dei Sacri Cuori; dal prof. Mimmo Tafuri, docente di Metodi e Didattiche Attività Sportive, che ha trattato dell’importanza dei programmi sportivi nelle missioni e, più in generale, dell’importanza dello sport nella formazione dei bambini e dei giovani. Moderatore dell’incontro è stato Paolo Iannotti, direttore di Ateneapoli, che alla fine ha scherzosamente chiesto al Rettore se a Lino Banfi avrebbe dato un bel 30 per la sua “lezione di economia”. Dal pubblico subito più di una voce si è alzata per chiedere la lode. Da Iannotti: “perché non anche una laurea honoris causa? Ci pensi Rettore Ferrara”. Risposta di Banfi: “se dovete darmela, fate presto. Prima che mi rincoglionisco”.
Sara Pepe