Collegi Universitari: qualità della formazione e mercato del lavoro

“Collegi Universitari: qualità della formazione e mercato del lavoro”, il tema del convegno che si è tenuto venerdì 25 gennaio all’I.P.E. (Istituto per ricerche ed attività educative). Durante l’incontro è stato presentato il Rapporto annuale della Conferenza dei Collegi Universitari (CCU), un documento di lavoro che conferma l’impegno della Conferenza nella formazione d’eccellenza ed illustra i risultati raggiunti con l’Indagine sulle carriere lavorative degli allievi laureatisi nell’ultimo decennio. Ad aprire il convegno è stato il prof. Mario R. Spasiano della Seconda Università degli Studi e consigliere di Amministrazione dell’I.P.E., che ha annunciato il rinnovo del Protocollo d’Intesa, stipulato per la prima volta nel maggio 2002 tra la Conferenza dei Rettori delle Università Italiane (CRUI) e la Conferenza permanente dei Collegi Universitari. Dopo il saluto del prof. Sigfrido Boffi dell’Università di Pavia e Presidente della Conferenza dei Collegi, la parola passa al Rettore del Federico II e Presidente della Conferenza dei Rettori Universitari Italiani (CRUI) Guido Trombetti il quale  conferma l’importanza culturale del servizio offerto dai Collegi al paese, ritenendo opportuno un intervento finanziario da parte dello Stato. Ad enunciare i risultati dell’indagine, condotta sotto esplicita sollecitazione della prof.ssa Paola Bernardi, Rettrice del Collegio Nuovo – Fondazione Sandra e Enea Mattei, è la prof.ssa Marina D’Amato, docente di Sociologia all’Università degli Studi di Roma Tre e coordinatrice del gruppo di ricerca che ha svolto lo studio. L’indagine ha voluto rispondere a quesiti riguardanti la condizione occupazionale di coloro che sono stati studenti nei Collegi universitari italiani e il tipo di percorso formativo che hanno seguito. I risultati emersi si sono rivelati lusinghieri. Sono state raccolte 376 interviste realizzate ad allievi provenienti da tutta Italia. Più della metà dei laureati (52,1%) ha conseguito il titolo con il massimo dei voti e la lode contro il 20,4% rilevato dall’ultima indagine Istat (dati 2001) su tutte le Università italiane. Un dato interessante emerso dallo studio è che tra i laureati con lode le femmine sono al 63% contro il 47% dei maschi, a conferma dei dati nazionali che vedono le donne laurearsi in minor tempo e con voti più alti. Circa il 98% dei residenti dei Collegi, contro il 60% rilevato dall’ultima indagine Almalaurea, conosce la lingua inglese, mentre il 57%, contro il 10% di Almalaurea, ha vissuto un’esperienza di studio all’estero. Un altro scarto importante (21,5 punti percentuali) si registra nella formazione post-laurea: è infatti il 50% degli ex-residenti nei Collegi contro il 28,5% dell’indagine Istat a proseguire, una volta laureati, lo studio con master o tirocini. Passando poi al mercato del lavoro, l’indagine ha dimostrato che anche il tasso di occupazione degli studenti dei Collegi è largamente superiore ai dati nazionali. Altro dato significativo riguarda i fattori ritenuti più validi per l’accesso al lavoro. Gli intervistati hanno segnalato: la formazione accademica (71%), la consuetudine a vivere con gli altri (36%) e la capacità di lavorare in gruppo (32%). Aspetti che la vita di Collegio favorisce e che si presentano come il vero valore aggiunto dell’esperienza collegiale.
Adriana Grasso
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