“E’ una buona palestra per gli studenti”

Achille Lenza, Ciro Del Grosso, Elena Conte. Sono i tre componenti della squadra di Salerno che ha vinto la National Moot Court Competition 2005 (NMCC), svoltasi il 19 marzo presso la Facoltà di Giurisprudenza del Federico II. 
Numerosi i partecipanti alla gara, provenienti da diverse zone d’Italia e chiamati a misurarsi tra di loro (in lingua italiana) in un processo civile simulato sulla base di un caso fittizio. C’erano una squadra di Lecce, tre di Napoli, una di Salerno, due di Palermo, tre provenienti dalla Calabria, una di Catania e una di Urbino. I ragazzi di Salerno si sono confrontati nella fase finale con quelli della squadra di Palermo e hanno avuto la meglio. Il premio ‘Miglior Oratore’ è stato assegnato invece a una concorrente facente parte del gruppo A2 Elsa Napoli, Valentina Citarella. 
La giuria era presieduta dal Presidente della Corte d’Appello di Napoli Raffaele Numeroso.
“Questa manifestazione è una buona palestra per gli studenti – dice il prof. Fernando Bocchini, docente di Istituzioni di diritto privato a Giurisprudenza della Federico II, coordinatore del comitato scientifico Nmcc ed autore del caso su cui i partecipanti sono stati chiamati a dibattere- in modo ludico si cimentano nella soluzione di un problema e si abituano a fare uso di categorie giuridiche”. Una pecca dei concorrenti? “Dovrebbero riporre l’oratoria eccessivamente enfatica – risponde il professore- e stare bene attenti a fare in modo che l’oratoria non sia fine a sé stessa bensì sempre supportata da buone argomentazioni logiche”. Per la dott.ssa Uliana Armano, Consigliere della Corte d’Appello di Napoli, membro della Giuria, l’iniziativa dell’Elsa è lodevole, “coniuga lo studio teorico con un principio di pratica del diritto”. L’avv. Maurizio De Tilla, Presidente della Cassa Nazionale di Previdenza e Assistenza Forense, osserva: “questa manifestazione si ispira alla tradizione anglosassone in cui c’è una grande valorizzazione della discussione orale e una prevalenza della parola sullo scritto. Un esperimento che potrebbe trasformarsi in un nuovo strumento didattico, ideale per cercare di risolvere un annoso problema: quando escono dall’università gli studenti non hanno mai scritto una lettera o un atto, non hanno mai discusso niente”. Più scettico sulla effettiva possibilità di introdurre nei percorsi formativi dei futuri giuristi un metodo didattico analogo alla simulazione processuale, è il prof. Federico De Marco, docente di Istituzioni di diritto privato a L’Orientale: “il passaggio dal vecchio ordinamento al nuovo ha introdotto una difficoltà per quanto riguarda la concettualizzazione nei vari settori del diritto. Occorrono ancora anni di esperienza per capire se i benefici delle riforme della didattica saranno maggiori dei costi, non è il caso di intraprendere altre sperimentazioni se non ci si è prima assestati”. 
Ma la NMCC ha una valenza in più rispetto a qualsiasi esercitazione si possa svolgere all’interno di una facoltà di studi giuridici. E’ infatti un momento di apertura verso l’esterno, oltre che un’occasione per applicare praticamente ciò che si è studiato. “L’aspetto più positivo di quest’esperienza consiste nella possibilità che dà di confrontarsi con altre università e altre scuole giuridiche”, dice uno dei vincitori, Achille Lenza. “Naturalmente ha grande importanza il primo approccio ad una dimensione più pratica del diritto – prosegue- ma l’altro elemento caratterizzante è il lavoro in team e il confronto con gli altri. I miei compagni di squadra ed io, abbiamo studiato insieme per approfondire il caso in discussione, una questione di tutela dei consumatori che ci ha messo di fronte all’applicazione del diritto in tre dimensioni, quella della tutela tradizionale, quella della tutela comunitaria e quella della normativa internazionale”.
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