“Ho la sensazione di essere in un frullatore”

Suona la campanella per le oltre tremila matricole di Giurisprudenza. Lunedì 3 ottobre sono iniziati i corsi. Come da tradizione, le aule della sede di Porta di Massa sono affollate. Gli studenti sono spaesati: c’è chi non conosce la disposizione delle aule e si ferma per chiedere aiuto, chi vaga alla ricerca di un posto a sedere libero e chi, di fronte a tanto caos, ha l’impulso irrefrenabile di tornarsene a casa. “Siamo davvero in troppi a seguire le lezioni – commenta Gianfranco Salemme, matricola del casertano – Una cosa è il sentito dire e un’altra è vivere l’esperienza in prima persona. Ho la sensazione di essere in un frullatore, sballottolato da una situazione all’altra, senza capire bene dove sto andando. Quello che più mi spaventa è la difficoltà di restare concentrati a lezione quando intorno c’è caos”. 
Il primo impatto con il mondo giuridico è tutt’altro che morbido. “Abbiamo seguito le prime ore di Diritto Costituzionale – dicono Maria ed Alessandra – La lezione è stata interessante… ma quante difficoltà per capire l’utilizzo dei termini giusti. I professori sembra parlino in codice. Provenendo dal liceo classico, non abbiamo idea di come fare per seguire senza dispersioni”. “Non so fino a che punto convenga seguire – esclama Pietro Gianfico, matricola di Nola – Nella mia cattedra mancano alcuni docenti e percorrere tanti chilometri solo per Costituzionale mi sembra esagerato. So che è una situazione momentanea, ma i primi giorni sono fondamentali. Se allo spaesamento iniziale si aggiunge l’incertezza, la situazione rischia di diventare insostenibile”. Difficoltà anche per chi è arrivato tardi ed è costretto a seguire la lezione seduto a terra. “Stamattina c’era ressa davanti ai cancelli fin dalle 7.30 – racconta Marilena Diodato – La folla mi ha demoralizzata e ho aspettato un po’ prima di entrare. Alle 8.30 già non c’era più posto in aula e mi sono accomodata a terra. Certo che frequentare diventa proprio una bella lotta…”. La Facoltà non smentisce le aspettative degli studenti. “Sono preparata alla sopravvivenza – scherza Giulia delle Donne – Sapevo, dai racconti di altri ragazzi, che le prime settimane sono invivibili. Peccato, perché i docenti sono tutti molto cordiali e disponibili. Nelle ultime file faccio davvero fatica a seguire la lezione. Non si capisce nulla anche perché i miei colleghi, appoggiati al davanzale della finestra, si lamentano della difficoltà a prendere appunti”. La giornata prosegue tra alti e bassi. Tra una lezione e l’altra c’è chi cerca un po’ di conforto alla buvette. Conferma Giovanni Del Giudice: “Un buon caffè, le terrazze sul mare e una chiacchierata: un mix perfetto per alleviare le mie pene”. “Al bar non ci si sente soli – continua Carmen – Se mi guardo intorno vedo tanti studenti che hanno stampato in viso le mie stesse perplessità. Peccato che la pausa duri poco. Fra 5 minuti inizia la mia prima lezione di Istituzioni di diritto romano e non voglio perdermi nulla”. Entusiaste Maira e Claudia, studentesse di Acerra: “Abbiamo seguito le prime ore di lezione con il prof. Lucio De Giovanni. Il docente ci ha messo a nostro agio e ha spiegato le prime nozioni con termini semplici, invitandoci ad alzare la mano nel caso fossimo disorientati. L’impatto con il diritto non è stato così traumatico come credevamo”. 
I primi giorni servono anche a chiarirsi le idee. E’ il caso di Luigi: “non sono ancora iscritto e prima di fare un passo affrettato voglio toccare con mano quello che mi attende. Seguirò le prime due settimane e se il diritto riuscirà a conquistarmi mi iscriverò”. Giurisprudenza attrae anche per gli sbocchi professionali: “non ho superato il test d’ammissione per Fisioterapia. Dunque, ho scelto una Facoltà che insegna un ‘mestiere’. So che è sbagliato pensarla così ma con i tempi che corrono meglio essere previdenti”, racconta Filomena. Però, prevede la studentessa: “credo che il diritto mi piacerà. E’ una bella sfida. Mi sono data tempo un anno, se non dovesse andare opterò per un’altra strada”. Roberto, invece, ha le idee chiare. Viene da Bari e ha deciso di studiare alla Federico II: “Adoro stare qui, nella culla del diritto. Studiare a Napoli è stata una scelta consapevole maturata negli anni precedenti il diploma. Laurearsi in questo Ateneo vuol dire essere maggiormente concorrenziali nel mondo lavorativo e avere delle chance in più”. Nessun eccessivo fastidio per le aule affollate: “nulla di così insopportabile. Credo che nel giro di un mese le cose tenderanno a cambiare. Chi è veramente motivato riesce ad andare avanti”. 
La giornata volge al termine. Alle 14.30 gli studenti lasciano le aule. “Non posso lamentarmi – racconta Virginia Ascione – Sono riuscita a seguire senza distrazioni. Certo, non so ancora quali siano gli aspetti su cui occorre soffermarsi, l’impatto è stato forte e ho bisogno di tempo per metabolizzare le nozioni ed il linguaggio giuridico adoperato”. “Sarà dura – ammette Francesca – Stamattina mi sono sentita sommersa da paroloni e manuali, una situazione così difficile che ho pensato ‘ma chi me l’ha fatto fare’. Spero che domani vada meglio, con l’esperienza sarà tutto più facile”. 
Susy Lubrano
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