Tre appuntamenti dedicati al Job Placement e al suo importante ruolo durante il percorso universitario: l’iniziativa promossa dall’Associazione studentesca ASU di Scienze Politiche ha riscosso molto successo. “L’idea di far incontrare il mondo universitario con quello lavorativo – spiega Valentina Mosca, promotrice del progetto – nasce dall’esigenza di migliorare la nostra offerta formativa attraverso uno sportello job placement sempre più attivo. Grazie alla mia tesi di laurea, ho avuto modo di studiare come è strutturato il servizio altrove”. Da qui al proporre un ciclo di seminari il passo è stato breve. “In Dipartimento l’idea è stata accolta con grande entusiasmo”. Lo stesso Direttore Marco Musella ha appoggiato con fervore l’iniziativa. Ogni incontro, infatti, ha dato qualcosa allo studente. Al di là dei manuali, ognuno ha potuto ascoltare chi fa un mestiere appetibile, facendo propri i consigli degli addetti ai lavori. Per questo ci si augura che “si continui sulla scia tracciata dall’Associazione. Abbiamo bisogno di incrementare i tirocini curriculari, stipulando convenzioni con le aziende”. Incontro particolarmente interessante quello dell’11 novembre. 220 studenti hanno affollato l’Aula Spinelli in cerca di dritte per il futuro. “L’iniziativa – dice il prof. Giuseppe Acocella – è un ottimo spunto di riflessione, per capire come si sia modificato il mondo del lavoro. Purtroppo siamo attorniati dal sentimento della sfiducia, ai miei tempi l’università era luogo di riscatto, oggi, invece, si crede di non dover perdere tempo nello studio. Con questi presupposti, si può ancora dire che l’Università prepara alla vita?”. Eppure il lavoro non c’è e le nuove generazioni si ritrovano senza volerlo nella fascia dei NEET (né studio, né lavoro). “Il mercato del lavoro per essere perforato – continua il docente – ha bisogno di forti professionalità che si elevino in determinati settori. La laurea in Scienze Politiche è in grado di formare un professionista che si adegui alle nuove realtà sociali. Volgete lo sguardo allo sviluppo delle funzioni statali, allo sviluppo territoriale e alle strutture polivalenti di promozione. Purtroppo non ci è dato sapere come si evolverà il lavoro nei prossimi anni, però una cosa la sappiamo. Senza istruzione non si va da nessuna parte e fra qualche tempo il Paese avrà bisogno della vostra preparazione”. Spetta, infatti, all’istruzione il compito di collocare giovani capaci nel mondo lavorativo. “L’offerta formativa dovrà essere coerente con le richieste di mercato – afferma Rosalba Visone, Segretario CISL Scuola Campania – Implementare la formazione dei ragazzi è compito primario non solo delle Istituzioni ma anche delle Associazioni territoriali. Come CISL, cerchiamo, attraverso corsi specifici, di ampliare le conoscenze sull’alta imprenditoria giovanile. Però, poi, il lavoro grosso spetta a voi ragazzi”. Per questo: “siate attori e non comparse. Gestite le informazioni che vi vengono date e, al momento opportuno, fate trovare in voi un alleato consapevole. Approcciatevi al lavoro con un’etica forte, fatta di responsabilità e conoscenza”. Purtroppo, di questi tempi, tutto questo darsi da fare non sempre basta. “Dai dati che ci fornisce l’economia e lo studio del Job Placement – dichiara Federica D’Isanto, ricercatrice in scienze economiche che si occupa di disoccupazione/occupazione giovanile – riscontriamo che il fenomeno della precarietà si è purtroppo cristallizzato. Questo può portare a problemi seri in futuro, perché, oltre ad una disoccupazione considerata fisiologica, vi sarà anche disoccupazione che si accumula e che genererà fenomeni simili. Se non apportiamo cambiamenti duraturi e specifici a questa spirale, i nostri ragazzi troveranno sempre più difficoltà nell’inserimento”. Eppure, secondo il dott. Enrico Maria Borrelli, questa generazione ha molte più capacità ed occasioni di quelle precedenti. “Uno dei grandi problemi è il disorientamento – sostiene il Presidente Forum Nazionale Servizio Civile – Dobbiamo chiederci se non c’è il lavoro in generale o non c’è il lavoro che piace. Se si pensa all’Università come il luogo dove si forma l’elite e che gli studenti, in quanto tali, debbano trovare un lavoro ‘privilegiato’, siamo fuori pista. Oggi la laurea non qualifica la classe dirigente, la qualifica si ottiene sul campo. Il percorso di crescita è uguale per tutti, l’importante poi è non fermarsi”. Un consiglio: “Andate a fare i colloqui di lavoro per farvi un’idea di quello che cercano. A luglio ho selezionato 70 laureati, solo 2 andavano bene. Gli altri 68 avevano sì le stesse conoscenze, ma davano l’impressione di non sapere cosa ci facessero in quell’ambito. L’ultimo della fila, quello più spaesato, va via. Siate voi a tenere gli altri per mano facendo capire all’interlocutore che sapete il fatto vostro”. Un’esperienza interessante e coinvolgente per gli studenti presenti. “Oggi c’è stata una bella riflessione sul mondo del lavoro – racconta Fabrizio Maggipinto – Ho ascoltato con attenzione i consigli che ci sono stati forniti e li metterò in pratica. Nell’altro appuntamento si è parlato del mestiere del giornalista, interessante di sicuro, ma ho trovato più utile discorrere e poter porre domande all’economista e a chi fa colloqui di lavoro”. “È stata una giornata densa di significato ed anche faticosa – ammette Germana Romano – Non è facile sentir parlare di crisi economica e di futuro che non c’è. Però dobbiamo sapere a cosa andiamo incontro. Ben venga che il Dipartimento accolga ospiti preparati in vari ambiti. Così facendo, incontriamo realtà diverse da quelle universitarie. Confido in altre iniziative future”.
Susy Lubrano
Susy Lubrano