Sono il prof. Riccardo Contini, docente di Dialettologia araba e Filologia semitica, e il prof. Steven Fassberg, membro esterno del Collegio dei docenti del Dottorato di ricerca in Vicino Oriente antico e tardoantico, a rappresentare L’Orientale al workshop sulla linguistica neoaramaica presso l’Istituto di Studi Avanzati (IAS) dell’Università Ebraica di Gerusalemme (HUJ). I due docenti sono parte di un gruppo di studio e ricerca sulla dialettologia neoaramaica, lingue in gran parte parlate ormai soltanto nella diaspora (in Israele, nel caso degli ebrei iracheni e iraniani) e “dunque oggetto di una corsa contro il tempo per registrarne le ultime tracce”, spiega il prof. Contini, che sarà a Gerusalemme fino al 28 marzo. Il gruppo di ricerca sulla dialettologia neoaramaica è composto, oltre che dagli organizzatori Simon Hopkins (HUJ) e Hezy Mutzafi (Tel Aviv University), da docenti provenienti da diversi Atenei di tutto il mondo: i tedeschi Otto Jastrow dell’Università di Tallinn e Werner Arnold dell’Università di Heidelberg, lo svedese Aziz Tezel dell’Università di Goteborg presenti per l’intero anno accademico o quasi; più alcuni visiting scholars che partecipano solo per un periodo più breve: oltre allo stesso Contini, gli statunitensi Samuel E. Fox e YonaSabar, Geoffrey A. Khan e il collega italiano Alessandro Mengozzi dell’Università di Torino.
“Tra gli obiettivi del workshop – racconta Contini – c’è la preparazione di un aggiornato Handbook of Neo-AramaicDialectology, che finora manca, di cui ai membri del gruppo e ad altri colleghi sono stati affidati i vari capitoli. Ognuno dei presenti, inoltre, discute dei diversi aspetti delle ricerche che ha attualmente in corso, soprattutto sul neoaramaico, ma anche su fasi anteriori dell’aramaico e sui dialetti arabi. Inoltre, il collega Arnold, che sta terminando il suo monumentale dizionario di neoaramaico occidentale, organizza ogni due settimane una simpatica spaghettata seguita da discussioni etimologiche su una selezione di vocaboli problematici. La comunicazione quotidiana con i colleghi, tanto all’interno quanto all’esterno del gruppo, l’atmosfera informale e la vocazione interdisciplinare dello IAS favoriscono al meglio lo scambio di informazioni e di stimoli che dovrebbe essere alla base di ogni ricerca scientifica”. Il prof. Contini ha tenuto una conferenza sulla storia degli studi neoaramaici, “tema del capitolo che mi è stato assegnato per il nuovo manuale”.
Il lavoro svolto a Gerusalemme non si ferma in terra di Israele, ma viene trasmesso dal docente ai suoi allievi dell’Orientale, che possono così usufruire di sempre nuova linfa per i loro studi e per le loro ricerche per le tesi di laurea: “Come già accaduto in anni passati, riporterò anche questa volta una serie di materiali di ricerca e di stimoli scientifici con cui fertilizzare tanto i miei corsi presso L’Orientale (in particolare quelli già annunciati sul neoaramaico occidentale e sull’arabo palestinese per l’a.a. 2013-14), quanto i temi di ricerca su cui assegnare tesi di laurea e di dottorato ai miei studenti. Ho già, inoltre, esplorato possibili accordi di co-tutela con i colleghi stranieri per tesi già in corso e intendo saggiarne altri prima del mio rientro in Italia a fine mese”. Intanto, fa sapere il docente, durante alcune visite guidate a siti archeologici, organizzate a latere del workshop, sono state ritrovate iscrizioni aramaiche in diversi dialetti e di diversa affiliazione religiosa e politico-culturale, che forniscono spunti potenzialmente fruttuosi.
I corsi tenuti dal prof. Contini a L’Orientale non si limitano alle lezioni ex cathedra: “Mi è capitato in passato di coinvolgere i miei studenti e dottorandi in attività extracurriculari, soprattutto nell’ambito del nostro Centro di Studi Ebraici”. Tra le attività, rientrano anche i seminari annuali che il Dottorato di ricerca in ‘Vicino Oriente antico e tardoantico’ organizza da una decina di anni, con discreta affluenza di studenti oltre ai dottorandi cui essi sono primariamente rivolti: il prossimo, di imminente inizio, sarà dedicato ad aspetti diversi della cultura materiale nel Vicino Oriente antico. Insomma, grande attivismo, nonostante “le modestissime – in qualche caso inesistenti – risorse economiche disponibili per la ricerca scientifica in Italia ci impediscano di attivare iniziative consentite per esempio ai colleghi tedeschi. Un solo giorno a Gerusalemme, commentando le epigrafi esposte allo Israel Museum e all’attiguo Bible Lands Museum, a poche centinaia di metri dallo IAS, integrerebbe nel modo più utile le molte ore passate in aula a commentare le stesse iscrizioni sulla scorta di fotografie o schizzi!”, conclude il docente.
Valentina Orellana
“Tra gli obiettivi del workshop – racconta Contini – c’è la preparazione di un aggiornato Handbook of Neo-AramaicDialectology, che finora manca, di cui ai membri del gruppo e ad altri colleghi sono stati affidati i vari capitoli. Ognuno dei presenti, inoltre, discute dei diversi aspetti delle ricerche che ha attualmente in corso, soprattutto sul neoaramaico, ma anche su fasi anteriori dell’aramaico e sui dialetti arabi. Inoltre, il collega Arnold, che sta terminando il suo monumentale dizionario di neoaramaico occidentale, organizza ogni due settimane una simpatica spaghettata seguita da discussioni etimologiche su una selezione di vocaboli problematici. La comunicazione quotidiana con i colleghi, tanto all’interno quanto all’esterno del gruppo, l’atmosfera informale e la vocazione interdisciplinare dello IAS favoriscono al meglio lo scambio di informazioni e di stimoli che dovrebbe essere alla base di ogni ricerca scientifica”. Il prof. Contini ha tenuto una conferenza sulla storia degli studi neoaramaici, “tema del capitolo che mi è stato assegnato per il nuovo manuale”.
Il lavoro svolto a Gerusalemme non si ferma in terra di Israele, ma viene trasmesso dal docente ai suoi allievi dell’Orientale, che possono così usufruire di sempre nuova linfa per i loro studi e per le loro ricerche per le tesi di laurea: “Come già accaduto in anni passati, riporterò anche questa volta una serie di materiali di ricerca e di stimoli scientifici con cui fertilizzare tanto i miei corsi presso L’Orientale (in particolare quelli già annunciati sul neoaramaico occidentale e sull’arabo palestinese per l’a.a. 2013-14), quanto i temi di ricerca su cui assegnare tesi di laurea e di dottorato ai miei studenti. Ho già, inoltre, esplorato possibili accordi di co-tutela con i colleghi stranieri per tesi già in corso e intendo saggiarne altri prima del mio rientro in Italia a fine mese”. Intanto, fa sapere il docente, durante alcune visite guidate a siti archeologici, organizzate a latere del workshop, sono state ritrovate iscrizioni aramaiche in diversi dialetti e di diversa affiliazione religiosa e politico-culturale, che forniscono spunti potenzialmente fruttuosi.
I corsi tenuti dal prof. Contini a L’Orientale non si limitano alle lezioni ex cathedra: “Mi è capitato in passato di coinvolgere i miei studenti e dottorandi in attività extracurriculari, soprattutto nell’ambito del nostro Centro di Studi Ebraici”. Tra le attività, rientrano anche i seminari annuali che il Dottorato di ricerca in ‘Vicino Oriente antico e tardoantico’ organizza da una decina di anni, con discreta affluenza di studenti oltre ai dottorandi cui essi sono primariamente rivolti: il prossimo, di imminente inizio, sarà dedicato ad aspetti diversi della cultura materiale nel Vicino Oriente antico. Insomma, grande attivismo, nonostante “le modestissime – in qualche caso inesistenti – risorse economiche disponibili per la ricerca scientifica in Italia ci impediscano di attivare iniziative consentite per esempio ai colleghi tedeschi. Un solo giorno a Gerusalemme, commentando le epigrafi esposte allo Israel Museum e all’attiguo Bible Lands Museum, a poche centinaia di metri dallo IAS, integrerebbe nel modo più utile le molte ore passate in aula a commentare le stesse iscrizioni sulla scorta di fotografie o schizzi!”, conclude il docente.
Valentina Orellana