A Piazzale Tecchio aule poco idonee ad ospitare corsi affollati

“All’inizio del semestre in aula c’era un po’ di affollamento, ma ora si sta bene. È sempre così, un po’ dipende però anche dagli anni di corso e dalle materie”, affermano Anna Rosa e Vincenzo Vitale, iscritti al terzo anno di Ingegneria Edile. Come altri loro colleghi, ai quali abbiamo chiesto se è migliorata con il secondo semestre la vivibilità delle strutture, i due studenti soffrono un po’ per il calendario delle lezioni: “per dare spazio a tutti i curricula, l’orario non è sempre ben distribuito. Ci sono giorni in cui le lezioni si susseguono una dopo l’altra e giorni in cui abbiamo anche quattro-cinque ore di spacco. Non sarebbe un problema se ci fossero più spazi per studiare, ma la biblioteca è sempre piena, fin dalle nove del mattino, e non ci sono molte aule studio. Spesso ci adattiamo sulle scale, il giardino o sui gradoni all’esterno del cortile di via Claudio”. Rosa e Federica, terzo anno di Ingegneria Gestionale per la Logistica e la Produzione, lamentano, invece, l’affollamento delle aule: “le difficoltà maggiori si presentano quando si hanno degli esami arretrati e si devono ancora seguire corsi del secondo anno. Le aule scoppiano. Quando ci si siede dietro, agli ultimi posti, farsi seguire dai docenti o intervenire diventa difficile. Come anche leggere quello che c’è scritto alla lavagna e capire quello che dicono i professori i quali, spesso, non hanno il microfono”. 
Il secondo anno sembra, dunque, l’anno peggiore dal punto di vista logistico. “Seguiamo Scienza delle Costruzioni, esame del secondo anno, fondamentale nel percorso ingegneristico, con tantissime persone degli anni precedenti – dicono Mauro Iodice e Dario Franza, iscritti al terzo anno di Ingegneria Meccanica – Capita sempre che ci sia qualcuno seduto a terra, perfino nelle aule di via Claudio che sono grandi e dove c’è la possibilità di stringersi nei banchi perché la seduta è unita. E’ anche peggio nelle aule di Piazzale Tecchio che sono più piccole e nelle quali, non sappiamo perché, facciamo lezione alcuni giorni la settimana. Le due aule grandi, la A e la B, ristrutturate pochi anni fa, sono capienti, ma non sono a gradoni e quindi risultano poco funzionali per i corsi numerosi. In certi casi, quando piove o c’è vento, sono addirittura rumorose, a causa del tetto di plastica che chiude i lucernai”. “Io, tra il seguire in piedi un corso del secondo anno, tenuto da un professore che promuove, in media, meno di una decina di persone l’anno, o stare, invece, comodamente seduto in aula, ad un corso del terzo, ho preferito quest’ultimo”, racconta Giulio Rapicano, terzo anno di Ingegneria Meccanica che ha deciso di sacrificare le lezioni di Meccanica Applicata alle Macchine. “In effetti, nelle aule T, sia di Monte Sant’Angelo che di via Claudio, più capienti delle I e delle S, siamo sempre stati bene – sottolineano i colleghi Fulvio Marrone e Rosario Sofia – Sono gli spazi di Piazzale Tecchio a non essere sufficienti per alcune materie che hanno molti corsisti. Inoltre, non capiamo per quale motivo la sede centrale è l’unica dell’intera Facoltà in cui non è possibile restare a studiare nelle aule non occupate, anche se mancano spazi studio”.
Simona Pasquale
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